Lo USS Nautilus (SSN-571) è stato il primo sottomarino nucleare mai costruito. Realizzato negli Stati Uniti, prese il suo nome dal battello immaginario del Capitano Nemo di 20.000 Leghe Sotto i Mari (anche se in realtà c’era già stato un sommergibile americano con quel nome), e fu il capostipite di una nuova generazione di mezzi da guerra. La sua carriera operativa durò un quarto di secolo, durante il quale stabilì una serie di record, attraversò il Polo Nord in immersione e, in generale, costituì la base per tutti i moderni sottomarini nucleari.
Oggi, come classificazione, è considerato un sottomarino nucleare da attacco, ma quando entrò in servizio queste distinzioni non esistevano: era, semplicemente, un esemplare unico.
Storia
Le origini dei sottomarini nucleari
Gli americani furono i primi ad aver l’idea di installare un reattore nucleare a bordo di un sottomarino, e furono anche i primi a riuscirci, precedendo di diversi anni il “nemico” sovietico.
La costruzione di un battello subacqueo alimentato da un reattore nucleare venne autorizzato dal Congresso nel luglio 1951. Tuttavia, bisogna dire che i lavori erano già ad un buon punto. La parte critica del progetto, il reattore, era stata affrontata e risolta con successo dalla Westinghhouse, che aveva iniziato a lavorarci dal 1947. Il risultato era stato un modello chiamato STR da 10 MW di potenza, affidabile ed abbastanza compatto da entrare in un sottomarino.
Furono i risultati positivi sulla parte propulsiva a convincere il Congresso ad autorizzare la costruzione del battello, che si decise di chiamare Nautilus. Il nome fu chiaramente un omaggio al sottomarino del Capitano Nemo del romanzo 20.000 Leghe Sotto i Mari: del resto, per una macchina così innovativa un nome del genere ci stava tutto. Bisogna dire, però, che l’idea non fu del tutto originale: il Nautilus è stata la quarta unità della US Navy a portare quel nome, nonché il secondo sommergibile.
Nasce il Nautilus
La costruzione venne affidata alla Electric Boat (un’azienda specializzata in sottomarini che nel giro di un paio d’anni avrebbe cambiato nome in General Dynamics), che impostò il battello presso il suo cantiere di Groton. I lavori furono abbastanza rapidi: lo USS Nautilus (SSN-571) venne impostato il 14 giugno 1952, varato il 21 gennaio 1954 ed immesso in servizio il 30 settembre di quello stesso anno. Decisamente, per essere un progetto così innovativo, gli americani erano riusciti a stringere i tempi: meno di 18 mesi per la costruzione!
Il costo era stato di 55 milioni di dollari dell’epoca.

Descrizione tecnica
Caratteristiche generali
Lo USS Nautilus (SSN-571) è entrato nella storia per essere stato il primo sottomarino a propulsione nucleare mai realizzato. Ma come era fatto?
Da un punto di vista strettamente tecnico, si trattava di un battello a doppio scafo di 324 piedi (98,7 metri. I Paesi anglosassoni utilizzano il sistema metrico imperiale), con un dislocamento in immersione di circa 4.000 tonnellate. Le dimensioni, alla fine, non erano niente di straordinario: i vari sottomarini convenzionali oceanici delle classi Gato e Balao, in servizio con la US Navy durante la seconda guerra mondiale, superavano tranquillamente i 90 metri. Il dato notevole era il dislocamento, quasi il doppio delle classi precedentemente citate.
Lo scafo era lungo e snello, e dal punto di vista idrodinamico riprendeva le parecchie soluzioni degli U-boat Tipo XXI tedeschi della seconda guerra mondiale (che le Potenze vincitrici avevano abbondantemente studiato e copiato).
Propulsione
La propulsione. Già, la vera novità del Nautilus. Un singolo reattore nucleare S2W (no, non ci siamo sbagliati: si tratta dello stesso STR citato prima, solo che gli avevano cambiato nome per questioni di nomenclatura) da 10 MW, capace di alimentare due turbine che scaricavano su altrettante eliche 13.400 hp. La velocità massima era di 22 nodi in superficie ed oltre 20 in immersione. Per essere una “prima assoluta” in campo navale, il reattore non si comportò affatto male, soprattutto in termini di affidabilità. Certo, la velocità era inferiore a quella del primo sottomarino sovietico (il K-3), ma la ricerca delle alte prestazioni non è mai stata una priorità dei battelli subacquei americani, che invece hanno sempre puntato molto sulla silenziosità.
Silenziosità ed armamento
Ma il Nautilus era silenzioso? Bene, la risposta è no. Praticamente, aveva la discrezione e la grazia di un martello pneumatico alle due di notte. Battute a parte, la traccia acustica del sottomarino era qualcosa di micidiale, e le vibrazioni erano tali che il sonar diventava inutilizzabile a più di 4 nodi di velocità! In altri termini, l’unico modo di utilizzare questo apparato era di mettere le macchine al minimo…
L’armamento era costituito da sei tubi lanciasiluri da 533 mm: un po’ lo standard dei sottomarini dell’epoca, che ne avevano un numero variabile tra sei e otto.
USS Nautilus (SSN-571)
Un solo esemplare costruito, mai sottoposto a modifiche rilevanti.
- Lunghezza: 98,7 metri (324 piedi)
- Larghezza: 8,5 metri (27,8 piedi)
- Pescaggio: 6,7 metri (22 piedi)
- Dislocamento in emersione: 3.533 tonnellate
- Dislocamento in immersione: 4.092 tonnellate
- Propulsione: 1 reattore nucleare S2W da 10 MW, 1 x 13.400 hp, 2 eliche
- Velocità: 22 nodi in emersione, oltre 20 in immersione
- Profondità operativa: 210 metri
- Profondità massima: ?
- Equipaggio: 105
- Autonomia: ?
- Armamento: 6 tubi lanciasiluri da 533mm
Servizio operativo
Il primo sottomarino nucleare della storia
Lo USS Nautilus entrò in servizio il 30 settembre 1954, e ovviamente fu sottoposto ad ogni genere di prove in mare: del resto, bisognava essere sicuri che funzionasse tutto, prima di farlo salpare per una crociera operativa. Dopo qualche mese di test, finalmente, venne il gran giorno. 17 gennaio 1955: per la prima volta, un battello a propulsione nucleare si immergeva, e con successo!
A questo punto, il sottomarino iniziò a collezionare primati. Durante la sua prima crociera, percorse 2.200 km in 90 ore, di cui 2.000 in immersione: un record! Il tutto tenendo la velocità massima per un’ora consecutiva, il che all’epoca costituiva un altro primato niente male.
Il 4 febbraio 1957 lo USS Nautilus raggiunse i 110.000 km percorsi, pari alle “20.000 leghe sotto i mari” del suo illustre predecessore cartaceo.

Il pericolo sovietico
Ma la sfida con l’Unione Sovietica stava per raggiungere un nuovo livello. Nel 1958, i sovietici riuscirono a mandare in orbita lo Sputnik, il primo satellite artificiale della storia. Per gli Stati Uniti fu un duro colpo, e non solo sotto il profilo dell’immagine (i loro razzi avevano la spiacevole abitudine di esplodere poco dopo il lancio) ma anche per l’aspetto militare. Infatti, la tecnologia necessaria a spedire in orbita un satellite è molto simile a quella che serve a mandare una testata nucleare in un altro continente. Detto in altre parole, i sovietici lanciando nello spazio l’innocuo Sputnik avevano dimostrato di essere in grado di colpire gli Stati Uniti continentali. Serviva una risposta adeguata, era chiaro. Ma purtroppo gli americani non avevano razzi in grado di fare altrettanto.
Però avevano il Nautilus.
L’idea fu del presidente Eisenhower: visto che stiamo sviluppando missili balistici sublanciati (SLBM), ed i sovietici lo sanno, perché non andiamo il nostro sottomarino atomico a fare una bella crociera sotto i ghiacci del Polo Nord, giusto per dimostrare che siamo in grado di lanciare i nostri ordigni da qualunque parte del mondo?
La crociera sotto al Polo Nord
Detto fatto, la marina diede il via all’Operazione Sunshine. Il Nautilus si mise in viaggio e, il 3 agosto 1958, passò sotto il Polo Nord: era il primo mezzo subacqueo a fare una cosa del genere, navigando in immersione per quasi 3.000 km. In questa impresa fu di grande aiuto un apparato, gentilmente fornito dalla North American Aviation, chiamato N6A-1. Si trattava di un sistema di navigazione inerziale, che consentì al battello di navigare ad elevate latitudini, per lungo tempo e senza mai emergere. La missione, ovviamente, non fu improvvisata: l’intera operazione venne pianificata da un team di scienziati, ed a bordo del sottomarino c’era anche un certo Waldo Lyon, fondatore dell’Arctic Submarine Laboratory… Insomma, probabilmente si trattava di qualcosa che sarebbe stato abbastanza difficile replicare, o comunque di non ordinario. Tuttavia, gli americani avevano dimostrato che era fattibile.
Per questa impresa, il Nautilus venne decorato con la Presidential Unit Citation, la più alta decorazione americana dedicata alle unità militari.

Gli ultimi anni
Il Nautilus trascorse il resto della sua carriera tra rischieramenti, esercitazioni navali e prove di ogni tipo. Nel 1962, fu utilizzato anche per il blocco di Cuba, durante la crisi missilistica.
A partire dagli anni settanta, iniziò ad essere utilizzato sempre più spesso come “avversario” durante le esercitazioni antisommergibile, oltre che per collaudare nuovi apparati e per il supporto alle operazioni delle forze speciali. Del resto, il Nautilus stava inesorabilmente invecchiando, non tanto come età di servizio, ma come caratteristiche progettuali. Tuttavia, poteva essere ancora utilizzato per testare le apparecchiature che avrebbero montato i suoi più sofisticati “discendenti”.
La sua carriera operativa si concluse il 3 marzo 1980, quando venne radiato. Pochi anni dopo, vista la sua importanza nella storia navale, è stato trasformato in nave museo, e può essere ammirato a Groton in tutto il suo splendore.

Valutazioni
L’importanza dello USS Nautilus è stata enorme. Come primo sottomarino a propulsione nucleare, ha di fatto dato il via ad un nuovo modo di combattere la guerra, non solo navale.
Di per sé, il Nautilus poteva apparire abbastanza anonimo. In effetti, le sue linee erano quelle di un sottomarino della seconda guerra mondiale, come armamento aveva dei semplici tubi lanciasiluri… Insomma, per molti aspetti poteva sembrare un sottomarino come tutti gli altri. Ma non lo era, perché aveva un reattore nucleare: e questo cambiava le cose.
La propulsione nucleare, infatti, consentiva a questo battello di:
- restare in immersione per tempi lunghissimi;
- mantenere velocità elevate anche in immersione;
- cambiare profondità molto rapidamente.
Tutte cose che i sottomarini convenzionali non erano in grado di fare. Praticamente, da un giorno all’altro le tattiche di guerra antisommergibile (ASW), che nella seconda guerra mondiale avevano funzionato alla grande contro tedeschi e giapponesi, diventarono di colpo obsolete: i battelli atomici erano troppo veloci, e potevano allontanarsi rapidamente dal punto in cui venivano segnalati. Di conseguenza, fu necessario ripensare tutte le tattiche di guerra subacquea.
Un’ultima cosa, ma non meno importante, riguarda i missili balistici imbarcati. Il Nautilus non ne aveva, ma tecnicamente la cosa era fattibilissima: sarebbe bastato progettare un sottomarino adeguato, capace di portare un certo numero di SLBM a testata nucleare, che si sarebbe avuta un’arma micidiale, e questo lo sapevano tutti.
Gli americani lo fecero pochi anni dopo, con l’eccellente classe George Washington, mentre i sovietici, come al solito, si ritrovarono ad inseguire e tirarono fuori quella “fabbrica di vedove” che fu il K-19.

Incidenti
- 10 novembre 1966: USS Nautilus (SSN-571). Durante alcune esercitazioni antisommergibile, mentre conduceva un attacco simulato alla portaerei Essex, a causa di un cambio repentino di rotta il sottomarino urtò la nave con la flasatorre, danneggiandola in maniera piuttosto seria. Il Nautilus restò in cantiere quattro mesi, poi rientrò in servizio.
Esemplari costruiti
USS Nautilus (SSN-571)
Cantiere: Electric Boat (Groton)
Impostazione: 14/06/1952
Varo: 21/01/1954
Ingresso in servizio: 30/09/1954
Status: radiato il 03/03/1980
Note: museo a Groton
Fonti
- USS Nautilus – ussnautilus.org
- USS Nautilus (SSN-571) – hnsa.org
- Nautilus IV (SSN-571) – history.navy.mil
- USS Nautilus (SSN-571) – history.navy.mil
- USS Nautilus—world’s first nuclear submarine—is commissioned – history.com
(immagine di copertina tratta da Wikimedia Commons. Credits: US Navy. US Public Domain)