L’esercitazione di Totskoye (o operazione Snezhok) è stata probabilmente la più vasta simulazione di guerra nucleare mai svolta da un Paese (l’Unione Sovietica). O la più tragica. Oppure semplicemente, il più grande test di massa per studiare gli effetti delle radiazioni sull’uomo, naturalmente a scopi militari.
Questa esercitazione prende il nome, appunto, dal piccolo villaggio di Totskoye, meno di 7.000 anime nel Distretto di Orenburg (2010). Comunque, il nome in codice dell’operazione era Snezhok.
L’esercitazione fu organizzata dall’esercito sovietico e coinvolse circa 45.000 soldati, che furono inviati sul luogo dell’esplosione di una testata nucleare per simulare una serie di operazioni in assetto da combattimento.
Non esistono dati precisi riguardo agli effetti sulla salute dei soldati coinvolti, vista la grande “riservatezza” con cui i sovietici trattavano queste informazioni. Tuttavia, a quanto se ne sa, praticamente tutti ebbero problemi di salute più o meno gravi.
La guerra nucleare totale e l’esercitazione a Totskoye
Negli anni cinquanta, furono adottate una serie di dottrine che prevedevano l’utilizzo di armi nucleari anche per scopi tattici, direttamente sui campi di battaglia. Praticamente, si trattava di usare bombe atomiche esattamente con lo stesso criterio delle armi convenzionali.
Bombe atomiche che potevano essere sganciate da aeroplani, lanciate con missili a corto raggio oppure direttamente da speciali cannoni.
Va detto che questa filosofia, ovvero di “saturare” con armi nucleari i campi di battaglia, andò avanti fino alla fine della Guerra Fredda: i proiettili nucleari, infatti, furono ritirati dal servizio solo negli anni novanta.
Scopo dell’esercitazione a Totskoye
L’esercitazione presso il villaggio di Totskoye aveva uno scopo molto preciso: simulare le operazioni di assalto e difesa presso una linea pesantemente fortificata, appena colpita da una testata nucleare. Solitamente, i sovietici conducevano i loro test nucleari in Kazakhstan, presso il poligono di Semipalatinsk. Tuttavia, in questo caso, i vertici militari volevano (diciamo così) “aumentare il realismo”. Semipalatinsk è in mezzo ad un deserto: non un ambiente rappresentativo delle condizioni in cui l’Armata Rossa si sarebbe ritrovata a combattere in Europa in caso di guerra con la NATO. Quindi, i comandi cercavano un ambiente simile a quello della Germania Ovest.
E lo trovarono a Totskoye.
Va detto che il realismo, nelle esercitazioni militari, è molto importante: solo così gli uomini (ed i comandi) possono affrontare le situazioni reali, imparando a gestirle al meglio. Parlando di guerra nucleare, anche gli Stati Uniti, in alcuni test, inviarono i soldati in ambiente contaminato.

Quello che però stupisce sono le dimensioni di questa esercitazione: 45.000 uomini in assetto da combattimento, infatti, sono stati qualcosa di praticamente unico (per fortuna).
Per la cronaca, pare che l’Armata Rossa abbia effettuato anche esercitazioni di guerra chimica utilizzando veri agenti patogeni… Insomma, i sovietici puntavano molto su questo genere di “realismo” per addestrare i propri soldati.
Unità coinvolte
l’esercitazione venne organizzata dal Ministero della Difesa. La principale unità coinvolta fu la 270° Divisione Fucilieri, che era acquartierata proprio nella zona di Totskoye. Comunque, vennero aggregati anche altri reparti.
Alla fine, fu riunita una piccola armata, composta da 45.000 ufficiali e soldati, equipaggiati con 320 aerei, 600 carri armati ed altrettanti veicoli per il trasporto di truppe, 500 cannoni ed ulteriori 6.000 mezzi motorizzati.
Un vero e proprio esercito, perfettamente equipaggiato, che avrebbe dovuto mostrare “dal vivo” ai vertici dell’Armata Rossa le problematiche di combattere in un’area appena colpita da un’esplosione nucleare.
Vista la natura e l’unicità dell’esercitazione arrivarono sul posto tutte le più alte autorità dell’Unione Sovietica: al riparo dalle radiazioni, assistettero alle manovre il premier Nikita Khrushchev, Nikolai Bulganin ed una vera e propria parata di marescialli, quali Vasilevsky, Rokossovsky, Konev e Malinovsky.
Il comando sul campo venne affidato al maresciallo Georgy Zhukov, eroe dell’Unione Sovietica e conquistatore di Berlino.
Insomma, era presente il gotha militare dell’URSS.
La preparazione dei reparti
I soldati non furono avvertiti del tipo di esercitazione: in pratica, nessuno li avvertì che sarebbero stati a contatto con le radiazioni di una bomba atomica!
Infatti, i comandi comunicarono ai sottoposti solo che avrebbero preso parte ad un’esercitazione dove si simulava un’esplosione nucleare e veniva utilizzato un nuovo tipo di arma. Per rendere più appetibile la cosa, ai soldati furono pagati ben tre mesi di stipendio.
Ma con cosa furono equipaggiate le truppe che presero parte all’esercitazione? Va bene, non sapevano che avrebbero operato in un vero ambiente contaminato, ma ricevettero delle dotazioni adeguate?
La cosa è abbastanza dibattuta. Sicuramente furono forniti ai soldati degli equipaggiamenti specifici, ma non è chiaro quanto questi fossero realmente efficaci. Alcune unità, soprattutto quelle esploranti (che avrebbero dovuto avvicinarsi di più al punto dell’esplosione) erano ben equipaggiate, anche con dosimetri per misurare le radiazioni. Quello che non si sa è se le protezioni adeguate fossero in dotazione anche agli altri reparti.

Comincia l’esercitazione a Totskoye
Il 14 settembre 1954 era tutto pronto per la più grande esercitazione in ambiente nucleare della storia: le truppe erano schierate intorno al luogo dell’esplosione ed i vertici militari e politici al riparo dei bunker. Alle 9:33 di mattina, il piccolo villaggio di Totskoye fu scosso da un’esplosione nucleare.
Fase uno: l’esplosione nucleare
Il primo passo fu quello di far esplodere una bomba nucleare: 40 kilotoni, quasi tre volte quella di Hiroshima. L’ordigno fu lanciato da un bombardiere Tupolev Tu-4, la copia sovietica del Boeing B-29, ed esplose a 350 metri da terra. Il piccolo villaggio di Totskoye era ad appena 13 km dal punto dell’esplosione.
Poco dopo, nell’area furono fatte esplodere altre due bombe convenzionali (dei grossi “mix” di tritolo, carburante e liquidi infiammabili) che servivano a simulare un contrattacco nucleare sulla stessa area.
Subito dopo, un aereo da ricognizione iniziò a raccogliere dati sull’area della detonazione, inclusa la nube radioattiva ed il suo comportamento. Contemporaneamente, alcuni reparti da ricognizione, perfettamente equipaggiati e con veicoli speciali, entrarono nella zona più pericolosa per esplorarla.
Quando il comando ricevette informazioni precise sulla situazione intorno all’ipocentro, il resto delle truppe ricevette l’ordine di avanzare.
Erano passate non più di tre ore dall’esplosione.

Fase due: avanzano le truppe
Una piccola armata di circa 45.000 soldati, in assetto da guerra e “bardati” con protezioni antiradiazioni, entrò nell’area dell’esplosione. Qui gli uomini iniziarono a simulare combattimenti e svolgere manovre militari.
Lo scenario doveva essere qualcosa di apocalittico e fantastico allo stesso tempo. I soldati, con respiratori, maschere e tute antiradiazioni, avanzarono su un terreno vetrificato dall’esplosione, con una visibilità che probabilmente non era nemmeno il massimo visti i detriti sollevati dalle esplosioni ed in mezzo a temperature superiori a 40°.
Il silenzio era assoluto, ed era rotto silo dal rumore dei passi sul terreno vetrificato e dal ticchettio dei rilevatori di radiazioni. I soldati, per prudenza, evitarono di avvicinarsi a meno di 400-500 metri dall’ipocentro, anche se alcune unità (con veicoli blindati e carri armati) raggiunsero distanze inferiori. Comunque, su un totale di 45.000 soldati, solo 3.000 si trovarono ad operare vicino al punto dell’esplosione, dove le radiazioni erano più elevate.
I civili
Nella zona intorno all’area dell’esercitazione vivevano circa 10.000 civili, residenti in vari villaggi. Questi furono temporaneamente evacuati ed ospitati a spese dello Stato.
Alcune abitazioni (quelle più vicine all’ipocentro) subirono alcuni danni per l’esplosione, ma in generale le case ressero bene. Comunque, conclusa l’esercitazione, alcuni residenti decisero di non tornare più ai loro villaggi. Per questi lo Stato sovietico realizzò dei nuovi appartamenti in un’altra località, oppure pagò un indennizzo.
I risultati dell’esercitazione a Totskoye
Questa esercitazione fu di enorme interesse per l’alto comando sovietico.
Prima di tutto, servì a mettere a punto le basi della difesa nucleare sovietica: praticamente tutti i programmi ed i piani relativi furono basati sui risultati di questa esercitazione.
Molto importante fu anche l’aspetto puramente militare, ovvero condurre operazioni di massa all’interno di un’area reduce da un’esplosione nucleare.
Un aspetto non secondario fu anche quello di studiare gli effetti delle radiazioni sugli animali ed i soldati impiegati nell’operazione.
I danni alla salute
Purtroppo non esistono dati certi sui danni alla salute sofferti da soldati e civili a causa di questa esercitazione. I sovietici su questi particolari sono sempre stati piuttosto abbottonati.
Ufficialmente, tutti i soldati furono forniti di protezioni adeguate, e quindi non ricevettero dosi di radiazioni pericolose per la salute. Ma le cose andarono veramente così?
Secondo alcuni, infatti, le protezioni in realtà erano inadeguate. Oltretutto, le altissime temperature sul luogo dell’esplosione (fino a 46°), resero impossibile usare le maschere facciali a parecchi uomini, che semplicemente se le tolsero per respirare meglio. Gli stessi abiti contaminati non furono trattati adeguatamente dopo l’esercitazione, ed in alcuni casi distribuiti nuovamente alla truppa!
Per non parlare poi dei civili: secondo alcune testimonianze, le evacuazioni furono approssimative, per usare un eufemismo. Alcuni degli abitanti del luogo, infatti, decisero di rimanere nelle loro case: a loro fu detto di “scavare una buca e restarci dentro” per evitare gli effetti delle radiazioni!
Insomma, è praticamente certo che parecchie delle persone (militari e civili) che presero parte all’esercitazione a Totskoye soffrirono successivamente parecchi problemi di salute.
Non tutti, evidentemente: Sergey Zelentsov, un ufficiale sovietico che raggiunse tra i primi l’ipocentro (e raccontò la sua esperienza in seguito), morì pluridecorato e novantenne nel 2017.
Fonti
- Nuclear exercises in Totskoye: how to drop an atomic bomb on your own soldiers – mhistory.net
- Totskoye Nuclear Exercise – stanford.edu
- Totsk nuclear test, 1954 – johnstonsarchive.net
- This is not a test – vaguelyinteresting.co.uk
(immagine di copertina derivata da Wikimedia Commons. Credits: United States Department of Energy. US Public Domain)