Cannone Rodman 20 inch 508 mm

I supercannoni della guerra di secessione americana

Durante la guerra di secessione americana furono costruiti cannoni particolarmente grossi? E nel caso vennero utilizzati?

La risposta è si.

O meglio, furono costruiti, ma non vennero impiegati sul campo di battaglia, almeno negli Stati Uniti.

Si trattava di artiglierie decisamente grosse, da venti pollici, equivalenti ai nostri 508 mm. Praticamente, più di certi bestioni che abbiamo già incontrato sul blog.

Questi supercannoni vennero realizzati dalle fabbriche del nord per conto dell’esercito unionista. Del resto, la potenza industriale nordista surclassava di gran lunga quella dei confederati del sud, che avevano un’economia prevalentemente agricola. E la guerra civile americana (o guerra di secessione, come è più conosciuta dalle nostre parti) è considerata da molti storici il primo vero conflitto industriale della Storia.

Vediamo meglio questi cannoni. Vi anticipo subito che vennero realizzati da due dei più grossi esperti di artiglierie di tutto il conflitto: Thomas Rodman e John Dahlgren.

I supercannoni da 508 mm di Rodman

Storia e tecnica

I cannoni progettati da Rodman erano delle columbiadi, ovvero dei grossi pezzi d’artiglieria a canna liscia e ad avancarica capaci di sparare sia palle piene, sia granate esplosive, su lunghe distanze. Comparvero per la prima volta nel 1811, ma Rodman le perfezionò introducendo un nuovo sistema di fusione del metallo.

In pratica, questo sistema (chiamato fusione a nocciolo), unito ad un particolare sistema di raffreddamento della durata di 20 ore, faceva in modo che la canna si raffreddasse dall’interno all’esterno. I vantaggi? Una maggiore resistenza meccanica della canna alle sollecitazioni. In altri termini, meno rischi di rotture durante lo sparo.

Di questi cannoni oggi ne sopravvivono circa 140, che si possono ammirare principalmente presso le fortificazioni costiere negli Stati Uniti.

Veniamo ora ai cannoni da 508 mm. Complessivamente, ne furono costruiti due, fusi a Fort Pitt tra il 1864 ed il 1869. Erano grossi, niente da dire: 6,18 metri di canna, pesante più di 50 tonnellate.

Dire che furono poco usati è un eufemismo, dato che in tutto spararono appena in due occasioni, per un totale di otto colpi. Lo scopo era esclusivamente sperimentale: vedere le prestazioni del proiettile da 490 kg con cariche di varia potenza (da 22 a 91 kg di polvere da sparo).

La gittata massima raggiunta fu di 7,3 km, con un alzo della canna di 25°.

Oggi entrambi i cannoni sono ancora esistenti. Uno, quello dell’immagine di apertura, lo potete ammirare a Brooklyn, New York, a John Paul Jones Park.

Confronto tra i cannoni di Rodman
Confronto tra i vari cannoni di Rodman. Notare le dimensioni di quello da 508 mm. Fonte: Wikimedia Commons. Credits: The soldier in our Civil War (1893). Licenza libera

Dati tecnici

  • Progettista: Thomas Rodman
  • Costruttore: fonderia a Fort Pitt
  • Tipologia: columbiade (cannone ad avancarica a canna liscia)
  • Ingresso in servizio: mai, prove nel 1867
  • Esemplari costruiti: 2
  • Peso: 52.300 kg
  • Lunghezza della canna: 6,18 m
  • Calibro: 508 mm
  • Peso proiettile: 490 kg
  • Gittata: 7,3 km

I supercannoni da 508 mm di Dahlgren

I cannoni Dahlgren in breve

I cannoni di Dahlgren erano artiglierie navali caratterizzate da una forma tipica a “bottiglia di soda”. Questo perché l’ufficiale statunitense aveva deciso di concentrare la maggior parte del metallo nella parte posteriore, dove c’era la camera di scoppio, in modo che potesse resistere meglio alla pressione ed aumentare la resistenza della canna.

Questi cannoni erano ottimi: avevano una lunga gittata e potevano sparare palle piene, granate esplosive, cartocci, pallettoni… Insomma, praticamente qualunque tipo di proiettile. Proiettile che oltretutto viaggiava anche ad una velocità maggiore rispetto ai modelli precedenti.

La “collaborazione” con Rodman

I cannoni di Dahlgren erano fusi secondo il metodo tradizionale. Il problema era che questo metodo risultava molto efficace con artiglierie non troppo grosse, ma oltre una certa taglia iniziavano i problemi. la US Navy, infatti, richiese delle artiglierie da 15 pollici (i nostri 381 mm) da montare nelle torri corazzate delle navi, che Dahlgren prontamente fornì. Il problema era che la canna risultò troppo corta, con il risultato che era interamente dentro la torre quando sparava.

Questo provocava problemi: la vampa accecava gli artiglieri, che oltretutto finivano intossicati dai fumi dello sparo. Per evitare ciò, fu installata una struttura chiamata “smoke box”, che aveva lo scopo di dirigere vampa e fumi fuori dalla torre. Il guaio fu che ne risentì, e di parecchio, la celerità di tiro.

I vertici della marina, quindi, “consigliarono” a Dahlgren di fondere i suoi cannoni da 15 e 20 pollici con il sistema Rodman. Dahlgren non la prese benissimo, ma c’era una guerra in corso e dovette fare buon viso a cattivo gioco.

Torre corazzata US Passaic
L’interno della torre corazzata della USS Passaic. In primo piano, un Dahlgren da 15 pollici (381 mm). Questi cannoni, troppo corti, necessitavano di una struttura apposita chiamata smoke box, per evitare che gli artiglieri finissero intossicati dai fumi dello sparo. Questa struttura, però, provocò una riduzione della celerità di tiro. Fonte: Wikimedia Commons. Credits: Harper’s Weekly. US Public Domain

I cannoni Dahlgren da 508 mm

Veniamo ora ai supercannoni da 508 mm. Ne furono ordinati quattro, che avrebbero dovuto equipaggiare le due torri dello USS Puritan, un grosso monitore oceanico da quasi 5.000 tonnellate. Le cose, nemmeno a dirlo, non andarono come previsto.

I cannoni furono fusi a Fort Pitt tra il 1864 ed il 1867, ma non vennero mai imbarcati. Prima il numero delle torri fu ridotto da due ad una, poi la costruzione della nave venne sospesa nel 1865, al termine del conflitto. Oltretutto, i cannoni ordinati non furono nemmeno consegnati in tempo.

Nel 1867, quindi, la US Navy si ritrovò ben quattro cannoni Dahlgren da 508 mm: tre di questi (chiamati Satan, Lucifer e Moloch. Si, gli hanno dato dei nomi) furono accettati dalla marina, ma non entrarono mai in servizio e furono successivamente demoliti. Il quarto (Beelzebub) fu venduto al Perù, che lo utilizzò per rinforzare le difese della città di Callao, vicino la capitale Lima. Successivamente, questa enorme bocca da fuoco venne usata durante la guerra del Pacifico, contro il Cile. Purtroppo ho trovato pochissimo in giro. Non è per niente chiaro, infatti, se prese parte alla battaglia di San Juan (uno degli scontri che precedettero la caduta di Lima nelle mani dei cileni, agli inizi del 1881), oppure se rimase immobile nella sua postazione costiera, a difendere la città dagli attacchi dal mare.

Il finale comunque non cambia: il grande cannone venne catturato dall’esercito cileno e se ne persero le tracce.

USS Puritan
Ricostruzione della USS Puritan, nella versione finale con una sola torre. La nave non fu mai realizzata. Fonte: Wikimedia Commons. Credits: autore sconosciuto. Public Domain

Dati tecnici

  • Progettista: John Dahlgren
  • Costruttore: Fort Pitt
  • Tipologia: cannone navale ad avancarica
  • Ingresso in servizio: 1867 (Perù)
  • Esemplari costruiti: 4
  • Peso: 45.360 kg
  • Lunghezza della canna: 5,18 m
  • Calibro: 508 mm
  • Peso proiettile: 490 kg

Fonti

(immagine di copertina tratta da Wikimedia Commons. Credits: Vanessa Sang. CC BY-SA 4.0)

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