Di solito, il termine “soldati fantasma” viene collegato a libri o film a tema horror-militare. La situazione classica è quella del gruppo di campeggiatori (rigorosamente giovani, bellocci ed americani) che piantano la loro bella tenda su un campo di battaglia, naturalmente maledetto, e si ritrovano a combattere contro un esercito di morti a vari stati di decomposizione risorti per l’occasione dalle loro fosse comuni.
Diverso è il caso dei soldati fantasma giapponesi, ovvero militari nipponici ignari della fine del secondo conflitto mondiale che rimangono a combattere su isolotti sperduti, eseguendo fino alla fine i propri ordini. Alcuni di questi si sono arresi anche decenni dopo la fine delle ostilità (il caso limite è stato un soldato, tale Teruo Nakamura, che si arrese solo nel 1974).
I soldati fantasma di questo articolo, però, non appartengono a nessun libro o film dell’orrore, né sono degli irriducibili giapponesi a cui nessuno ha comunicato la resa. Molto banalmente, si tratta di soldati che compaiono nei registri di un qualche esercito ma che nella sostanza non prestano servizio militare. Detto in altri termini: sono militari che esistono solo sulla carta, ma continuano a percepire uno stipendio.
Vengono chiamati anche “battaglioni fantasma”, ed ora cercheremo di saperne di più.
Perché i soldati fantasma?
Che interesse può avere un Paese a schierare sulla carta gente che in realtà non svolge alcun tipo di servizio militare?
Risposta semplice: nessuno.
La presenza dei soldati fantasma, infatti, provoca enormi problemi, soprattutto in termini di sopravvalutazione delle proprie forze, efficienza e sperperi. In altri termini, indebolisce enormemente l’apparato militare di un Paese.
Solitamente, il fenomeno dei soldati fantasma è il risultato di una micidiale combinazione tra scarso senso dello Stato, corruzione endemica e complicità da parte degli ufficiali.
Gli ufficiali, dichiarando di avere più soldati, possono intascare le loro paghe, mentre i loro uomini “stanno al gioco” ricevendo una percentuale e continuando con le loro occupazioni da civili.
Eventuali governatori locali e signori della guerra possono vantarsi di avere eserciti di grandi dimensioni, e quindi mantenere o aumentare il proprio potere in una certa regione.
Insomma, una situazione in cui quasi tutti ci guadagnano a spese dello Stato centrale. Almeno fino a quando non si tratta di andare in guerra sul serio: in quel caso, tutti i nodi vengono al pettine e si verificano disastri militari.
I soldati fantasma oggi
Il fenomeno dei soldati fantasma è molto diffuso in quei Paesi caratterizzati da un alto livello di corruzione e da una scarsa coesione statale. Chiarisco subito, non sto parlando di qualche militare assente su cui un isolato ufficiale “fa la cresta”, ma di fenomeni endemici, che veramente possono indebolire in modo irrimediabile un esercito e, quindi, uno Stato, fino a metterne in crisi la stessa esistenza.
Vediamo qualche esempio.
Africa
Molti Paesi africani sono soggetti al fenomeno dei soldati fantasma, in particolare quelli più deboli da un punto di vista statale. Un esempio tipico è il Congo-Kinshasa, un territorio enorme e ricchissimo ma caratterizzato da una povertà estrema e una marea di etnie spesso in conflitto tra loro. Bene, su 190.000 soldati, 70.000 erano dei fantasmi: esistevano solo sulla carta, ma naturalmente venivano pagati.
Un altro esempio africano è la Somalia. Su circa 30.000 soldati, ben un terzo sono risultati “inesistenti”: in pratica, erano morti, avevano disertato oppure erano semplicemente tornati alle loro case con il beneplacito dei loro ufficiali. Il problema era che continuavano a percepire lo stipendio, che finiva (ovviamente) nelle tasche dei superiori.
Anche l’Uganda ha problemi del genere: un rapporto del 2006 stimò che il 30% dei suoi uomini fossero inesistenti.
Con numeri simili, è facile capire che per un Governo è praticamente impossibile controllare adeguatamente un certo territorio. Va detto, purtroppo, che spesso lo stesso Governo è più corrotto dei suoi ufficiali…

Iraq
L’esercito iracheno del dopo-Saddam è stato interamente ricostruito dagli americani, che ci hanno investito letteralmente una valanga di dollari. Il risultato era stato una forza armata moderna, numerosa e ben addestrata.
Almeno sulla carta.
Questa forza armata, alla prima vera prova, si è letteralmente sciolta come neve al sole. Sto parlando dell’offensiva dell’ISIS del 2014, quando gli “uomini in nero” del Califfo arrivarono praticamente alle porte di Baghdad. Le forze dell’ISIS non erano molto numerose, ed anche il loro armamento non è che fosse niente di che. Ma erano molto motivate. Di fronte a loro, l’esercito iracheno nel nord del Paese semplicemente si dissolse: unità pesantemente sotto organico, male addestrate e peggio comandate, con un morale bassissimo, praticamente si arresero in massa o disertarono, consegnando all’ISIS buona parte del Paese.
Successivamente, venne fuori che vi erano ben 50.000 soldati fantasma tra le fila delle forze armate irachene, il che contribuì parecchio alla vittoria dell’ISIS. Oltre a tutti gli altri problemi che affliggevano questo esercito…

Afghanistan
Il caso afghano è stato ancora più grave. Qui i numeri dei soldati fantasma sono stati veramente impressionanti: detto in altri termini, né gli Stati Uniti (con relativi alleati) né il governo afghano avevano la più pallida idea di quanti soldati avessero!
Sulla carta, questi erano oltre 300.000, bene armati ed equipaggiati, ma sul campo la situazione era molto diversa. Qualche esempio.
- Nella provincia di Helmand, il 40% dei soldati erano fantasmi: caserme con 300 soldati ne avevano appena 15 nella realtà, con gli altri che erano morti, avevano disertato oppure erano tornati alle loro case in tempo per il raccolto.
- Nelle aree rurali, le condizioni di vita delle truppe erano pessime, e i soldati disertavano in continuazione.
- Gli avamposti più isolati rimanevano spesso sguarniti.
Già nel 2019, era stata fatta un po’ di pulizia, ed erano stati rimossi dai ranghi ben 42.000 soldati, ufficialmente in servizio ma in realtà morti, disertori oppure tornati alle loro case dietro ordine dei propri superiori, che continuavano ad incassarne le paghe.
Alla vigilia dell’offensiva talebana, i primi giorni di agosto del 2021, risultavano in servizio ben 350.000 uomini, incluse le forze di polizia. Tuttavia, in pochi giorni i talebani riuscirono a conquistare la gran parte del Paese. Com’è stato possibile?

Tra gli enormi problemi di corruzione, inefficienza dei comandi, una generale mancanza di coesione dello Stato nazionale (dovuta alla frammentazione della società afghana) ed analfabetismo della truppa, un ruolo importante lo hanno avuto i soldati fantasma: un numero enorme, nell’ordine delle decine di migliaia, tale da dimezzare (secondo alcune stime) la forza numerica dell’esercito!
Un esercito dunque, che in sostanza esisteva in gran parte sulla carta e nei libri paga, inefficiente e quindi assolutamente incapace di fronteggiare l’offensiva nemica.
Per approfondire il disastro contro i talebani, consiglio la lettura del link al sito analisidifesa.it a fondo pagina.
Conclusioni
Come si può vedere dagli esempi precedenti, quello dei soldati fantasma è un fenomeno molto grave. Sicuramente è diffuso in molte forze armate, ma quando diventa endemico allora le cose si fanno molto gravi. Un esercito potente sulla carta, nella realtà è pesantemente sotto organico, con un morale bassissimo ed un livello di efficienza ridicolo.
Il problema è che questo fenomeno si somma spesso ad una struttura statale poco solida ed una corruzione che definire “generalizzata” è essere gentili.
Insomma, una situazione ideale per rimanere vittima di un disastro, non solo militare.

Fonti
- Somalian army undergoes shake-up to eliminate ‘ghost soldiers’ used to line the pockets of corrupt superiors – scmp.com
- “Chain of payments” project within the Armed Forces of the Democratic Republic of Congo (FARDC) – issat.dcaf.ch
- Ghost soldiers emblematic of a problem that has plagued Afghanistan’s security for decades – corruption – bbc.com
- Per USA e NATO disfatta senza precedenti in Afghanistan – analisidifesa.it
(immagine di copertina derivata da Wikimedia Commons. Credits: Abdulbasir Ilgor, Voice of America. US Public Domain)