Paracadutare pecore vive per rifornire un esercito. Detta così pare una storia inventata, ma non lo è affatto. Una cosa del genere accadde sul serio durante la guerra tra Italia ed Etiopia del 1935 – 1936.
Le truppe italiane in avanzata attraverso il micidiale e caldissimo deserto dei Dancali furono rifornite dall’aria in modo da alleggerire la logistica delle truppe di terra. Tra i vari rifornimenti lanciati dagli aerei, venne paracadutato anche un piccolo gregge di pecore “paracadutiste” vive.
Probabilmente è stato uno dei rarissimi casi nella storia in cui sono stati paracadutati animali vivi per rifornire un’armata, e sicuramente la prima volta in cui è stato fatto.
Andiamo a vedere meglio cosa accadde!
Il deserto dei Dancali
Il deserto dei Dancali (Danakil in lingua inglese, ve lo specifico perché si trova anche così sui testi italiani) o deserto della Dancalia, è un vero e proprio forno. Si tratta di oltre 130.000 chilometri quadrati di forma vagamente triangolare, situati in gran parte all’interno dell’odierna Etiopia, ma anche a Gibuti e nel sud est dell’Eritrea.
Un posto che definire poco ospitale è un delicato eufemismo: terreno arido, miniere di sale, vulcani e soprattutto tanto caldo. Le temperature, infatti, possono raggiungere di giorno i 50°, e praticamente non scendono mai sotto i 20°. In altri termini, uno dei posti più caldi della Terra.

La guerra d’Etiopia e il deserto
L’Italia dichiarò guerra all’Impero Etiope nel 1935. Il conflitto si concluse l’anno successivo, con la vittoria del nostro Paese. L’attacco arrivò da due fronti: quello principale da nord, proveniente dall’Eritrea, ed un altro secondario da sud, partendo dalla Somalia.
Una delle direttrici di avanzata, a nord, prevedeva anche il passaggio attraverso l’inospitale deserto dei Dancali in modo da andare contro l’esercito etiope.
Quando si attraversa un posto del genere, il problema più grosso è sicuramente quello dei rifornimenti: i soldati, banalmente, devono mangiare e bere. Soldati che probabilmente erano pure scarsamente motorizzati, anche per la mancanza di adeguate vie di comunicazione in zona. In altri termini, le nostre truppe avrebbero dovuto farsi questa “traversata” a piedi. E stiamo parlando di circa 120 chilometri!
In questi casi, ogni chilogrammo è prezioso, dunque non era possibile sovraccaricare i poveri soldati in un ambiente simile.
Le colonne di rifornimento volanti
L’idea che ebbe l’Alto Comando fu originale e, per certi versi, geniale: le colonne di rifornimento volanti. Dato che non era consigliabile sovraccaricare i soldati ed era praticamente impossibile rifornirli via terra con i metodi tradizionali, si pensò di paracadutare i necessari rifornimenti.
In pratica i soldati avrebbero portato con sé il minimo indispensabile, e le provviste sarebbero state paracadutate in punti prestabiliti. Le truppe della colonna avrebbero dovuto solo raggiungere questi punti, rifornirsi ed abbandonare sul posto tutto quello che non era necessario.
I rifornimenti sarebbero stati assicurati da un apposito contingente di 25 aerei, che avrebbero lanciato acqua, cibo ed utensili vari. Questi ultimi dovevano essere abbandonati sul posto dopo l’uso, dato che i soldati ne avrebbero trovati altri nel punto di rifornimento successivo. In tal modo, gli uomini non avrebbero dovuto portare un solo chilogrammo superfluo.
Tra le varie cose paracadutate ci fu anche un gregge di pecore vive.

Le pecore paracadutiste
La storia delle pecore paracadutate vive dagli aerei è molto curiosa, e probabilmente unica. In inglese è stata coniata la bellissima parola parasheep, unendo le parole paratrooper (paracadutista) e sheep (pecora). Complessivamente, i 25 aerei ne lanciarono 72, tutte felicemente atterrate, macellate e cucinate per la gioia dei militari.
Le pecore non furono gli unici animali paracadutati. Nell’immaginario collettivo, infatti, si ricordano solo le pecore, che furono particolarmente numerose. Ma se andiamo a vedere le foto, appare anche un toro. Secondo le fonti, ben due di questi animali vennero lanciati dagli aerei.
Sia le pecore che i tori avevano i paracadute legati sulla schiena.
Perché paracadutare pecore vive?
Ma perché l’esercito italiano decise di paracadutare delle pecore vive? Non era meglio limitarsi alle classiche scatolette di carne? Le ragioni di questa decisione non sono chiare, e sono state avanzate varie ipotesi.
- Testare i paracadute. Negli anni trenta, il paracadute era ancora un qualcosa di sperimentale, e un lancio di questo tipo poteva essere un buon sistema per svolgere qualche test. Una pecora viva era più realistica di un manichino, e sicuramente meglio di un essere umano vero nel caso il paracadute non avesse funzionato.
- Tenere alto il morale della truppa. Attraversare a piedi 120 chilometri di deserto non è il massimo della vita. In questo modo, il comando avrebbe motivato i soldati e tenuto alto il loro morale, permettendogli di mangiare carne fresca.
- Problemi con le razioni. È stato ipotizzato che le altissime temperature del deserto dei Dancali avrebbero reso inutilizzabili le razioni, rovinando la carne nelle scatolette. Quindi, paracadutare animali vivi da macellare sarebbe stato l’unico modo per far mangiare carne ai militari.
- Propaganda. Mostrare alla popolazione che ci si può permettere di rifornire con animali vivi le proprie truppe dà una bella impressione di potenza.
- Soldati troppo schizzinosi. Nel tempo è stata anche avanzata l’ipotesi che i soldati abbiano rifiutato di mangiare la carne nelle scatolette perché abituati a cibi migliori. Le truppe italiane sarebbero quindi state descritte come particolarmente schizzinose. Riporto questa ipotesi per dovere di completezza, dato che una spiegazione del genere mi sembra abbastanza irrealistica (più che altro, non ce li vedo gli alti comandi ad organizzare un ponte aereo per un motivo del genere).
Probabilmente, il motivo è un mix delle varie ipotesi. Resta comunque uno dei modi più strani mai attuati di rifornire un esercito.
Fonti
- Pecore paracadutate – lafotografiacomeattopolitico.it
- Quella volta i militari italiani hanno sperimentato con Parasheep – interestrip.com
- Old, Weird Tech: Parachuting Sheep Edition – theatlantic.com
- That time the Italian military experimented with parasheep – todayifoundout.com
- A great Italian invention sheep with parachutes – oldmagazinearticles.com
(immagine di copertina tratta da Wikimedia Commons. Credits: autore sconosciuto, Polonia. Public Domain)