Isola Hans

La guerra del whiskey tra Canada e Danimarca

La guerra del whiskey, o guerra dei liquori, è il classico conflitto che tutti noi vorremmo combattere. In pratica, c’è un’isoletta, chiamata isola Hans, che si trova esattamente in mezzo tra Groenlandia (possedimento danese) e Canada. Questo isolotto non apparteneva a nessuno dei due Paesi, e quindi entrambi lo rivendicarono.

La “guerra” iniziò nei primi anni ottanta, e si concluse il 14 giugno 2022, quando le parti trovarono un accordo sulla spartizione dell’isola Hans.

Il conflitto in realtà fu una semplice disputa di confine, in cui le due parti non spararono mai un colpo e mantennero sempre ottimi rapporti. In pratica, consisteva in questo: alternativamente, le due parti sbarcavano sull’isolotto un piccolo contingente che piantava una bandiera e lasciava un regalo (whiskey o altri tipi di liquori, biscotti… Cose del genere), togliendo la bandiera avversaria.

Questa storia è andata avanti per una quarantina d’anni. Scopriamola.

L’isola Hans

Prima di tutto, il protagonista di questa storia: l’isola Hans. Bene, stiamo parlando di un isolotto di forma (molto) vagamente circolare di 1,3 chilometri quadrati.

Le sue dimensioni come avrete capito sono molto modeste: la sua estensione massima è di 1.290 metri in una direzione e 1.199 nell’altra, con la “cima” più alta che raggiunge appena i 168 metri.

La particolarità di questa isola è che si trova esattamente al centro del Canale Kennedy, il quale divide la Groenlandia (largamente autonoma, ma soggetta alla sovranità della Danimarca) e l’isola di Ellesmere, appartenente al Canada. Se quest’ultima non l’avete mai sentita probabilmente siete in numerosa compagnia. Si tratta comunque della terza più grande isola canadese e della decima del mondo, con una superficie di quasi 200.000 chilometri quadrati.

L’isola Hans è in una posizione sostanzialmente equidistante tra le due masse terrestri.

Posizione isola Hans
L’isola Hans, nella sua remota posizione. Immagine derivata da Wikimedia Commons. Credits:
Redgeographics. CC BY-SA 4.0

Breve storia dell’isola Hans

L’isola Hans è stata esplorata per la prima volta dagli inuit, che da quelle parti ci vivono. Non è chiaro se ci arrivarono anche i vichinghi (in caso lo avessero fatto non ce lo hanno detto). Comunque, la cosa praticamente sicura è che non ci abitava nessuno.

Gli europei arrivarono intorno al 1850, con le prime esplorazioni statunitensi e britanniche nella zona. I primi a mapparla correttamente, però, furono i danesi tra il 1920 ed il 1923. La Corte Permanente di Giustizia Internazionale stabilì nel 1933 che la Groenlandia era territorio danese: quindi, con l’occasione, la Danimarca rivendicò anche l’isola Hans.

La situazione rimase praticamente immutata fino al 1972, quando una commissione congiunta tra canadesi e danesi si mise al lavoro per definire con esattezza i confini marittimi tra i due Paesi. A quel punto sorse il problema: entrambi rivendicarono l’Isola Hans come loro.

Canada e Danimarca iniziarono dei negoziati, che però andarono piuttosto per le lunghe (niente di strano quando si tratta di cose di questo tipo). Il problema fu che nel 1980, all’insaputa dei politici, una compagnia petrolifera canadese, la Dome Petroleum, iniziò delle prospezioni sul posto. La cosa andò avanti fino al 1983.

Isola Hans posizione
L’isola Hans, esattamente al centro del Canale Kennedy. Fonte: Wikimedia Commons. Credits: Twthmoses. CC BY 2.5

La guerra del whiskey

Le “ostilità” (chiamiamole così) si aprirono nel 1984, quando Tom Høyem, ministro per la Groenlandia, sbarcò in elicottero sull’isola, piantò una bandiera danese e lasciò una bottiglia di liquore con il messaggio “benvenuti nell’isola danese”. C’è una disputa sul tipo di liquore. Inizialmente si era parlato di brandy, poi di Schnapps (un tipico liquore danese). Successivamente, stando ad alcune testimonianze della marina danese, è trapelato che si sarebbe trattato di una bottiglia di Gammel Dansk, traducibile in italiano come “vecchio danese”. Per la cronaca, si tratta di un amaro tipico del Paese.

A quel punto i canadesi non furono da meno: sbarcarono, tolsero la bandiera danese, misero la loro e lasciarono una bottiglia di Canadian Club, un famoso whiskey locale.

La guerra del whiskey era cominciata.

La guerra del whiskey continua

Il confronto andò avanti per decenni. Alternativamente, i soldati canadesi sbarcavano, ammainavano la bandiera danese, issavano la loro e lasciavano una bottiglia di liquore locale. A quel punto, i danesi sbarcavano a loro volta e facevano lo stesso.

Ogni tanto, insieme ai militari, sbarcava anche qualche politico, con lo scopo di rafforzare le pretese del proprio Paese sulla zona, oppure esperti in geologia.

In tutto questo vanno dette una serie di cose:

  • i rapporti tra i due Paesi sono sempre stati estremamente amichevoli;
  • entrambi sono membri fondatori della NATO;
  • non è mai stato sparato un singolo colpo né si sono mai verificati incidenti di qualunque tipo (a parte qualche protesta diplomatica);
  • le bandiere “nemiche”, una volta ammainate, venivano trattate con il massimo rispetto.
  • Insomma, probabilmente la guerra che tutti i Paesi sognano di combattere!
Guerra del Whiskey
Un ufficiale della marina danese sull’isola Hans, nel 2003, dopo aver piantato la bandiera. Fonte: Wikimedia Commons. Credits: Per Starklint. CC BY-SA 4.0

La spartizione dell’isola Hans

Nonostante il confronto fosse molto soft, era chiaro che una soluzione andava trovata. La situazione si sbloccò nel 2012, quando il Canada propose una spartizione dell’isolotto. Nel 2018 la svolta: entrambi i Paesi formarono un gruppo di lavoro congiunto pe risolvere la questione, e l’anno dopo sospesero tutti i permessi di esplorazione mineraria (a volte usati per rinforzare le pretese di sovranità dell’una o dell’altra parte).

Alla fine, il 10 giugno 2022, Canada e Danimarca si accordarono per una spartizione dell’isola. Il piano venne rivelato al mondo pochi giorni dopo, il 14 giugno.

La guerra del whiskey era ufficialmente finita.

Conseguenze

Ma perché scannarsi così tanto per un piccolo isolotto? Beh, i motivi sono diversi.

Prima di tutto, è un pezzo di terra, ed a questo un Paese non rinuncia mai.

Inoltre, un possedimento proprio lì potrebbe avere un’importanza strategica in futuro: lo scioglimento dei ghiacciai farà aumentare il traffico navale nelle rotte settentrionali. Senza contare che il possesso dell’isola giustificherebbe lo sfruttamento di risorse ittiche o minerarie che si potrebbero trovare in zona… Insomma, l’importanza del piccolo isolotto non può essere sottovalutata.

La fine della guerra del Whiskey ha avuto anche altre conseguenze, buone più che altro per le statistiche:

  • Canada e Danimarca avevano confini terrestri con un unico Paese (Stati Uniti e Germania rispettivamente). Adesso non più dato che hanno un confine comune;
  • si tratta del confine di Stato terrestre più a nord del pianeta;
  • è stato creato il terzo confine terrestre tra un Paese europeo ed uno americano (gli altri due riguardano la Guiana Francese, che confina con Brasile e Suriname);
  • la Danimarca ora è il secondo Paese europeo a confinare con uno americano (sempre la Francia, tramite la Guiana);
  • i due Paesi, oltretutto, condividono il più lungo confine marittimo del mondo, di ben 2.697 km.

Fonti

(immagine di copertina tratta da Wikimedia Commons. Credits: Toubletap. CC BY-SA 3.0)

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