T-72 in esercitazione

Quanto consuma un carro armato

Quanto consuma un carro armato? Beh, vedendo quei bestioni d’acciaio probabilmente ve lo sarete chiesto. E, con l’occasione, visti i prezzi del carburante, avrete pensato anche quanto costerebbe un pieno…

Ve lo dico subito: i carri armati consumano, e parecchio. Muovere qualcosa che pesa decine di tonnellate richiede parecchia benzina (o nafta, dipende dal motore). Se per le automobili il parametro è “quanti chilometri fa con un litro”, per i carri armati il ragionamento è invertito: “quanti litri ci vogliono per fare un chilometro”.

Di solito, i carri armati moderni si bevono una media di 2-3 litri di carburante per chilometro, ma ovviamente è un valore medio, e dipende dal modello (oltre che dallo “stile” di guida).

In questo articolo cercherò di dare una panoramica generale sulla questione, partendo dai veicoli corazzati più vecchi fino ad arrivare a quelli odierni.

Premessa sul consumo dei carri armati

Prima di partire in quarta a parlare dei vari modelli, bisogna fare una premessa.

Innanzitutto, stabilire quali siano i reali consumi di un carro armato non è semplice. Avete presente quando acquistate un’auto nuova, che sulle recensioni garantisce “fino a 20 km con un litro”, voi rigorosamente non riuscite mai a superare i 16 ed in certe occasioni la maledetta si mette a fare 8 al litro? Ecco, un carro armato è esattamente la stessa cosa.

Certo, non è che le aziende si mettano a truccare i dati, sia chiaro. Però dipende molto dalle condizioni in cui il nostro corazzato si trova ad operare.

La situazione ideale, in cui un carro armato ha la maggiore autonomia, e quindi i consumi inferiori, è su strada (o terreno compatto) ed in pianura. Cosa ovvia, ma che è bene ribadire. In caso di terreno misto, con rilievi e buche, i consumi aumenteranno. Se poi lo portate in mezzo al fango a tutta velocità, beh probabilmente il carro armato sguazzerà come un maialino felice e voi vi divertirete come matti, ma poi il benzinaio ve la farà pagare carissima.

Altra cosa ovvia è la velocità: se si “guida con calma” consumerò di meno, se invece si comincia a spingere il motore per avere la massima velocità, allora il carro armato inizierà a chiedere sempre più carburante.

Insomma, di fattori ce ne sono tanti.

I consumi dei carri armati della prima guerra mondiale

i carri armati della prima guerra mondiale consumavano, e parecchio, ma la cosa non deve stupire. La storia dei veicoli corazzati era agli inizi, i motori erano assetati e poco potenti, ed i consumi erano l’ultimo dei problemi dei progettisti.

I carri armati pesanti

Nella prima guerra mondiale, i carri armati pesanti per eccellenza sono stati i Mark inglesi, realizzati in varie versioni. Molto probabilmente li avrete visti in qualche foto: sono quelli con la forma a losanga, i cingoli avvolgenti ed i cannoni messi sui lati.

Il Mark I britannico era un vero campione di consumi: per fare 38 km voleva 230 litri di benzina, alla velocità massima di 6 km/h. Praticamente, sei litri per un chilometro, nelle condizioni ideali. Certo, pesava 28 tonnellate ed aveva un 6 cilindri da 105 cavalli… In compenso, il suo successore, il Mark IV, pesante 31 tonnellate e con lo stesso motore, era anche peggio: 35 km con 318 litri, pari a 9 litri per chilometro!

I tedeschi non furono da meno. Il loro unico carro armato entrato in servizio, l’A7V, aveva un serbatoio da 500 litri, sufficiente in media per 30-35 km: più o meno, 14 litri per un chilometro! Certo, va detto che il bestione in proposito (praticamente un parallelepipedo su cingoli, con un cannone da 57 mm davanti e sei mitragliatrici) pesava 32 tonnellate ed aveva 2 motori, per un totale di 200 hp con una velocità massima di 15 km/h. Un vero missile, in confronto agli altri. Certo, tutto questo su strada. Visti i cingoli, probabilmente nell’off-road era un po’ in difficoltà… Comunque, l’autonomia nelle condizioni migliori era di 80 km.

A7V
Un A7V catturato dai soldati dell’Intesa. Fonte: Wikimedia Commons. Credits: J.W. Crunelle (foto originale). US Public Domain

I carri armati medi

Durante il primo conflitto mondiale, il carro armato medio per eccellenza è stato il britannico Medium Mark A Whippet, con le sue 14 tonnellate e 4 mitragliatrici. Piuttosto agile, raggiungeva i 14 km/h. A che prezzo? 318 litri per 130 km nelle condizioni ideali, pari a 2,4 litri per chilometro! Praticamente, un’utilitaria in confronto agli assetati bestioni del paragrafo precedente. Il Whippet era spinto da 2 motori a 4 cilindri da 45 hp l’uno.

Whippet
Uno Whippet conservato al museo di Bovington. Fonte: Wikimedia Commons. Credits: Alan Wilson. CC BY-SA 2.0

I carri armati leggeri

Stavolta, il nostro “campione” è un veicolo corazzato francese, il Renault FT: 6,5 tonnellate con un cannone da 37 mm in torretta girevole (una novità assoluta, per l’epoca). Quanto faceva, il nostro piccolo Renault? 95 litri di serbatoio per 60 km di autonomia, circa 1,6 litri per chilometro. Beh, decisamente parsimonioso! Il motore era un Renault a 4 cilindri da 39 hp. Nota su questo carro armato: ne sono stati prodotti più di 3.000, rimasti in servizio anche durante la seconda guerra mondiale per compiti di seconda linea. Furono utilizzati l’ultima volta durante la guerra tra sovietici ed afghani, negli anni ottanta, pare come fortini.

Renault FT
Un Renault FT in un museo. Fonte: Wikimedia Commons. Credits: Damien. CC BY-SA 2.0

I carri armati superpesanti

I carri armati superpesanti sono quella categoria di veicoli con delle caratteristiche “extra large” rispetto ai modelli contemporanei. Ne ho parlato altrove, quindi chi volesse approfondire trova tutto lì. Comunque, durante la prima guerra mondiale ne furono progettati diversi, di cui solo uno entrò in servizio, anche se non in tempo per il conflitto. Si trattava del francese Char 2C da 69 tonnellate, armato con un cannone da 75 mm e 4 mitragliatrici. Spinto da due motori da 250 hp, raggiungeva la velocità massima di 12 km/h. Il problema erano i consumi: 1.260 litri di serbatoio, sufficienti per 150 km, pari a 8,4 litri per chilometro. Uno sproposito, certo, ma sempre meno del Mark IV britannico o dell’A7V tedesco…

A proposito di tedeschi: questi progettarono il colossale K-Wagen, da circa 150 tonnellate. Non riuscirono mai a finirlo, e purtroppo non ho trovato dati sui consumi stimati.

Char 2C catturato
Un Char 2C catturato dai tedeschi. Fonte: Wikimedia Commons. Credits: Phrontis. CC BY-SA 3.0

I consumi dei carri armati della seconda guerra mondiale

La seconda guerra mondiale ha visto una decisa affermazione dei carri armati: modelli più moderni, motori più potenti, cannoni più micidiali e soprattutto tattiche capaci di valorizzarli al massimo (un esempio per tutti: i tedeschi con le loro panzerdivisionen).

Furono realizzati una miriade di modelli, e solo per elencarli tutti ci vorrebbe una vita. Quindi mi limiterò ai più rappresentativi e famosi (che comunque non sono pochi).

Il Tigre tedesco ed i suoi parenti

Quando uno pensa ai carri armati della seconda guerra mondiale, il pensiero va subito ai modelli tedeschi. Uno dei più rappresentativi è sicuramente il Tigre, o Panzer VI Tiger: potente, iconico, temuto dagli alleati, ma anche lento (i comandanti tedeschi non lo amavano) ed assetato. Molto assetato.

I Tiger che andremo a vedere sono tre: il Tiger I, il Tiger II ed il cacciacarri Tigre.

  • Il Tiger I pesava 57 tonnellate, aveva un cannone da 88 mm e montava un Maybach da 690 hp a benzina, capace di spingerlo a 45 km/h: ottimi risultati, ma su strada. Non appena usciva, la velocità crollava drasticamente a 20/25 km/h. Il suo serbatoio da 540 litri era sufficiente a coprire, nelle condizioni ideali, 195 km: 2,76 litri per chilometro. Un buon risultato, sempre su strada. Fuori strada, questi valori si dimezzavano inesorabilmente, e precipitavano a 5 litri per chilometro.
  • Il Tiger II pesava quasi 70 tonnellate, aveva un cannone da 88 mm e condivideva il motore del Tiger I, da 690 hp. Su strada, sapeva farsi valere, visto che superava i 41 km/h di velocità massima. Il problema era fuori strada: se il Tiger I era lento e poco mobile, il successore era anche peggio, dato che non superava i 20 km/h (il più delle volte era sui 15, ma vabbè). Aveva un serbatoio da 860 litri, sufficiente per 190 km nelle condizioni ideali: 4,5 litri a chilometro, che crollavano a (o si impennavano, ci siamo capiti) a 7,8 fuori strada. Per un Paese come la Germania alla fine della guerra, eternamente a corto di carburante, non era proprio il massimo.
  • Il cacciacarri Tigre (o Jagdtiger) era una scatola in acciaio su cingoli, da cui spuntava un cannone da 128 mm, capace di polverizzare qualunque carro armato gli si fosse parato davanti. Una belva, pesante quasi 72 tonnellate e spinta dal solito Maybach da 690 hp. Velo pietoso sulle prestazioni: velocità massima su strada 34 km/h (molti meno fuori strada) e 120 km di autonomia in condizioni ideali. Considerati gli 860 litri di serbatoio, questa bestia voleva più di 7 litri a chilometro (che potevano tranquillamente diventare più di 10). La maggior parte dei Jagdtiger venne persa per problemi tecnici.
Tiger II
Un Tiger II durante la battaglia di Budapest, nel 1944. Fonte: Wikimedia Commons. Credits: Bundesarchiv, Bild 101I-680-8282A-06 / Faupel / CC-BY-SA 3.0

Il Panther tedesco

Il Panzer V Panther tedesco è considerato uno dei migliori carri armati della seconda guerra mondiale. Fu sviluppato come risposta ai T-34 sovietici (non vi preoccupate, li vediamo dopo) e venne realizzato in varie versioni. Senza scendere troppo nei particolari, parliamo di un veicolo di 45 tonnellate con un cannone da 75 mm, con una velocità massima compresa tra i 45 ed i 55 km/h (a seconda del modello). Il motore era il medesimo Maybach HL230 a benzina che abbiamo visto con il Tiger, che però era montato su un carro armato decisamente più leggero. I consumi, va detto, non erano bassi: 260 km di autonomia massima e 730 litri di serbatoio, dunque 2,8 litri per chilometro nelle condizioni ideali (nelle meno ideali si arrivava tranquillamente a 7).

Tuttavia, era molto più agile e veloce del Tiger, e quindi molto più apprezzato da equipaggi e comandanti. Anche perché, paradossalmente, era anche meglio protetto…

Panther G
Un Panther G in un museo. Fonte: Wikimedia Commons. Credits: Stahlkocher. CC BY-SA 2.0

Special guest: il cacciacarri Elefant

Pensavate che il Tiger (ed i suoi parenti) fossero la cosa più grossa messa in campo dalla Germania nazista? Beh, sbagliato. Il cacciacarri Elefant (ed il suo successore Ferdinand) pesava ben 65 tonnellate e chiedeva benzina come se non ci fosse un domani.

L’Elefant è, di fondo, un parallelepipedo sormontato da un cubo, da cui esce un cannone anticarro da 88 mm (il Ferdinand è identico, ma ha anche una mitragliatrice). Questa “bestiola” era spinta da una coppia di Maybach a benzina, per un totale di circa 592 hp. La velocità massima raggiungibile era di 30 km/h, con un’autonomia di 150 km nell’ipotesi migliore. Il consumo? 950 litri di serbatoio, quindi oltre 6 litri per chilometro, ad essere ottimisti (e più di 10 se osava uscire fuori strada).

Insomma, un invulnerabile pezzo semovente, realizzato in 91 esemplari, letale contro qualunque tipo di carro armato alleato, ma con tutti i problemi meccanici e di affidabilità tipici dei grandi veicoli corazzati.

Elefant
Un cacciacarri Elefant. Fonte: Wikimedia Commons. Credits: Scott Dunham. CC BY-SA 3.0 US

I consumi del leggendario T-34 sovietico

Chi non conosce il T-34? Un carro armato iconico, che fece venire un infarto capire ai comandati tedeschi che gli serviva qualcosa di più grosso e potente rispetto ai veicoli corazzati in loro possesso.

Prima di parlarne, solo qualche numero: ne hanno costruiti oltre 84.000 in un numero inimmaginabile di versioni (Wikipedia ci ha fatto una pagina apposta), ed è in limitato servizio ancora oggi.

Le versioni di cui parlerò sono due: quella “base” e la T-34/85. Come motore, entrambi i modelli montavano un V12 a gasolio, il Kharkiv V-2, che nelle sue numerose versioni motorizzò gran parte delle forze corazzate sovietiche dell’epoca.

  • T-34 base. Un veicolo da 28 tonnellate di peso, con un cannone da 76,2 mm e dalle corazze molto inclinate. Questo carro armato aveva una serie di mancanze, come l’assenza della cupola per il capocarro e sistemi di mira inadeguati, però “reggeva” molto bene contro i contemporanei modelli tedeschi e riusciva a distruggerli senza troppi problemi (se li prendeva). Il motore sprigionava 500 hp, capace di spingere il T-34 a 55 km/h in condizioni ideali. Con 465 litri di serbatoio, era molto parsimonioso: appena un litro e mezzo a chilometro, che diventavano due fuori strada.
  • T-34/85. La risposta sovietica al Panther. Lo scafo era quasi identico, a differenza della torretta: più grossa e con la cupola per il capocarro, ospitava un micidiale cannone da 85 mm. Pesante 32 tonnellate, aveva un’autonomia di 360 km con 810 litri di gasolio: oltre due litri a chilometro. La velocità era più bassa, di poco superiore ai 30 km/h. Il motore era lo stesso della versione base.

Cosa importante: i dati sono riferiti al serbatoio interno. I T-34 potevano montare dei serbatoi esterni per aumentare l’autonomia.

T-34/85
Un T-34/85 delle forze armate bosniache. Immagine derivata da Wikimedia Commons. Credits: BiH. CC BY-SA 3.0

Il T-70, il carro armato leggero sovietico

Il T-70 era un carro armato leggero costruito in otre 8.000 esemplari. Non fu prodotto a lungo: i sovietici, infatti, iniziarono ad orientarsi esclusivamente su modelli più pesanti, delegando ai T-34 i compiti prima svolti dai carri più leggeri.

Nel suo piccolo, comunque, questo carro armato pesava 9 tonnellate, aveva una torretta girevole con un cannone anticarro da 45 mm, e poteva raggiungere i 45 km/h. Il T-70 era spinto da due motori da 70 hp, per un totale di 140 hp complessivi. L’autonomia era di 360 km, con 440 litri di benzina: praticamente, poco più di un litro per chilometro, sempre in condizioni ideali.

T-70
Un carro armato leggero T-70. Immagine derivata da Wikimedia Commons. Credits: ShinePhantom. CC BY-SA 3.0

Il carro armato pesante sovietico IS-2

Il carro armato pesante sovietico per eccellenza è stato l’IS-2 (IS sta per Iosif Stalin), che sostituì il KV-1. Questo aveva dato una buona prova, ma era poco agile fuori strada e serviva un cannone più grosso. I progettisti, quindi, tirarono fuori l’IS-2: 46 tonnellate ed un cannone da 122 mm, capace di perforare qualunque carro armato tedesco ad oltre 1.000 metri. Il motore era il Kharkiv V-2 che abbiamo visto prima, nella versione da 600 hp. Questo propulsore poteva spingere l’IS-2 alla velocità di 37 km/h, con un’autonomia di 295 km: visti gli 820 litri di serbatoio, quasi tre litri per chilometro in condizioni ideali. Niente da dire, questo V-2 era veramente un ottimo motore.

IS-2
Un carro armato pesante IS-2. immagine derivata da Wikimedia Commons. Credits: V8powerage. CC BY-SA 4.0

L’M4 Sherman, l’iconico carro armato statunitense

Lo Sherman è un carro armato iconico, esattamente come il T-34: se uno pensa alle forze corazzate americane del periodo, il pensiero va subito a lui. Ne furono costruiti quasi 50.000, in una quantità enorme di versioni e sottoversioni (per non parlare dei Paesi utilizzatori). Il peso andava tra le 30 e le 38 tonnellate, ed era armato con un cannone da 76 mm. Il motore ovviamente era diverso a seconda della versione. Non solo: alcuni modelli erano motorizzati con propulsori diesel, altri invece andavano a benzina, con prestazioni decisamente diverse (indicativamente, i diesel avevano più autonomia).

Veniamo ora ai consumi. Come ci dice Wikipedia, il serbatoio poteva contenere dai 520 ai 660 litri, e l’autonomia era compresa tra 160 e 240 in condizioni ideali: dunque, un consumo nell’ordine dei 2/3 litri per chilometro. La velocità era compresa tra 35 e 48 km/h.

Ripeto, si tratta di valori indicativi, data la grossa differenza che c’era tra le varie versioni. Versioni che, tra l’altro, sono state continuamente rimodernate. Gli Stati Uniti, ad esempio, utilizzarono lo Sherman fino al 1957, e gli israeliani lo impiegarono in combattimento durante la Guerra dei Sei Giorni (1967), nella versione Super Sherman da 40 tonnellate (e cannone da 105 mm). Per la cronaca, l’ultimo esercito ad averlo in servizio, quello paraguaiano, lo ritirò nel 2018!

M4 Sherman
Un M4 Sherman con protezioni aggiuntive sulla corazza frontale. Fonte: Wikimedia Commons. Credits: Joost J. Bakker. CC BY 2.0

L’M3 Stuart, il carro armato leggero “made in USA”

L’M3 Stuart è un altro di quei carri armati iconici e costruiti in numero enorme: oltre 22.000! Anche questo realizzato in varie versioni, è stato largamente utilizzato dagli Alleati nella seconda guerra mondiale su tutti i fronti.

La versione M3 fu quella base, che venne prodotta fino al 1943 e poi sostituita dalla M5 per questioni legate al motore. L’M3 infatti montava un propulsore radiale a benzina: ottimo, ma molto richiesto in ambito aeronautico. Quindi, i progettisti tirarono fuori la versione M5 (il numero 4 venne saltato per evitare confusione con lo Sherman), equipaggiata con una coppia di Cadillac V8 a benzina, per una potenza totale di 220 hp. Su strada, il nostro Stuart poteva filare a 58 km/h nelle condizioni ideali, con un’autonomia di 160 km. Considerando i 340 litri di serbatoio, abbiamo poco più di due litri al chilometro. Non malaccio, per un veicolo da 15 tonnellate con un cannone da 37 mm.

Per la cronaca, lo Stuart è utilizzato ancora oggi (2022) in Paraguay per compiti di addestramento.

M5 Stuart
Un M5A1 Stuart. Fonte: Wikimedia Commons. Credits: Mark Holloway. CC BY-SA 4.0

M26 Pershing, il carro armato pesante americano

L’M26 Pershing avrebbe dovuto sostituire lo Sherman, ma arrivò piuttosto tardi: solo nel 1945, infatti, i primi esemplari giunsero in Europa, appena in tempo per aiutare gli Alleati ad invadere la Germania. Il Pershing fu praticamente il primo vero carro armato pesante schierato dagli Stati uniti nel corso del conflitto. Non fu un veicolo riuscitissimo, va detto, ma costituì la base per la fortunata famiglia dei carri armati Patton.

Un po’ di dati tecnici: 46 tonnellate di peso ed un cannone da 90 mm, che lo metteva in grado di ingaggiare i veicoli pesanti tedeschi. I consumi non erano il massimo: il suo assetato Ford a benzina da 450-500 hp pretendeva 692 litri per fare 160 km, ovvero oltre 4 litri per chilometro in condizioni ideali. Il tutto con una velocità massima di 35 km/h su strada ed una decina fuori strada…

M26 Pershing
Un carro armato pesante M26 Pershing. Fonte: Wikimedia Commons. Credits: Josh Hallett. CC BY-SA 2.0

I consumi del Matilda Mk II britannico

Il Matilda Mk II era un carro armato da fanteria largamente utilizzato in Africa Settentrionale, che creò parecchi problemi alle forze dell’Asse per la sua corazza. Un veicolo da 25 tonnellate con un cannone da 40 mm, che frontalmente era molto difficile da perforare.

Un suo grande problema era l’autonomia, dovuta al serbatoio piccolo: appena 180 litri, che permettevano 80 km di autonomia nelle condizioni ideali (praticamente, poco più di 2 litri per chilometro). La velocità massima era di 24 km/h, sempre su strada (il che vuol dire meno di 15 su terreno misto). Non il massimo, in un ambiente come il Nord Africa…

In pratica, non è che consumasse troppo, solo che era lento ed aveva il serbatoio piccolo, tanto che spesso ne montava uno ausiliario.

Fu usato in Nord Africa fino al 1942, quando venne destinato al fronte del Pacifico contro avversari meno impegnativi (i carri armati giapponesi). Rimase in servizio con l’esercito egiziano fino agli anni cinquanta.

Matilda Mk II
Un Matilda Mk II, carro armato da fanteria britannico. Fonte: Wikimedia Commons. Credits: Alan Wilson. CC BY-SA 2.0

Il carro armato Churchill

Il Churchill era un carro armato da fanteria, che fu realizzato in parecchie versioni. Ora, senza entrare troppo in dettaglio, mi limiterò a dire che lo scafo, in sostanza, rimaneva lo stesso, così come il motore ed il serbatoio del carburante. Quello che cambiava era la torretta con il cannone: infatti, a seconda della versione (incluse quelle speciali), questo andava da 40 a 95 mm e la torretta era più o meno squadrata.

I problemi di questo carro armato erano essenzialmente due:

  • il motore, che rimase sempre lo stesso da 350 hp;
  • la torretta, che non poteva accogliere cannoni troppo grossi.

Tornando ai consumi (l’argomento di questo articolo), il Churchill aveva un serbatoio da 681 litri, che assicuravano un’autonomia di quasi 180 km: circa 3,7 litri per chilometro, un valore nemmeno troppo scandaloso. Il problema grosso era la velocità: questa, ovviamente, variava al variare del peso, che oscillava a seconda della versione tra le 39 e le 41 tonnellate. Dato che il motore era sempre lo stesso, la velocità massima su strada andava tra i 20 ed i 26 km/h, che si dimezzava non appena il nostro Churchill si avventurava in un campo.

Churchill Mk IV
Un Churchill Mk IV, il più prodotto della “famiglia”. Fonte: Wikimedia Commons. Credits: autore sconosciuto (Imperial War Museum). Public Domain

Il Cromwell, un grande ed affidabile “cruiser tank”

Il Cromwell è stato uno dei migliori carri armati britannici della seconda guerra mondiale, nonché il primo che riuscì, finalmente, a combinare un’alta velocità, un motore affidabile, una buona corazza ed un armamento di tutto rispetto (alle precedenti realizzazioni inglesi mancava sempre qualcosa, per la “gioia” degli equipaggi).

Questo carro armato entrò in servizio nel 1944: pesava 27 tonnellate ed era armato con un cannone da 75 mm. Il Cromwell era spinto da un Rolls Royce a benzina da 600 hp, capace di spingerlo fino a 64 km/h in condizioni ideali (cioè su strada). Il suo serbatoio da 500 litri garantiva 270 km di autonomia: decisamente non male, meno di due litri per chilometro. Certo, sempre in condizioni ideali, visto che fuori strada questi valori raddoppiavano (o si dimezzavano, ci siamo capiti).

Una curiosità: il Cromwell era strettamente imparentato con un altro carro armato, chiamato Centaur. Questo era praticamente identico, con l’unica differenza del motore: un Liberty da 410 hp. Quindi, alla fine, venne fatta la cosa più ovvia: i tecnici montarono il motore da 600 hp anche sugli scafi dei Centaur, convertendoli di fatto in Cromwell.

Cromwell
Un Cromwell britannico lanciato alla massima velocità. Immagine derivata da Wikimedia Commons. Credits: Horton (Capt) (Imperial War Museum). Public Domain

I consumi dei carri armati italiani della serie M

I carri armati sicuramente più famosi realizzati dall’Italia furono quelli della serie M (M sta per medio). Questa “famiglia” comprendeva gli M11/39, gli M13/40, gli M14/41 e gli M15/42, con il primo numero che indica il peso in tonnellate ed il secondo l’anno di fabbricazione. Tutti questi veicoli (eccetto l’M11/39) erano armati con un cannone da 47 mm, avevano le corazze poco inclinate ed oltretutto uno scafo a piastre imbullonate: praticamente delle trappole, se si pensava di usarli contro i veicoli corazzati più grossi (tipo gli Sherman, come poi accadde).

Sulla base di questi veicoli vennero realizzati dei cannoni semoventi: lo scafo e la motorizzazione rimanevano gli stessi, ma era stata eliminata la torretta girevole ed installato, come armamento principale, un cannone da 75 mm dentro lo scafo. Questi semoventi diedero ottima prova in combattimento.

Veniamo ora ai consumi (i valori sono quelli in condizioni ideali).

  • M13/40: motore diesel da 125 hp, 180 litri di serbatoio per 210 km di autonomia (0,85 litri per chilometro, praticamente nulla). Velocità massima 30 km/h.
  • M14/41: motore diesel da 145 hp, 180 litri di serbatoio per 200 km di autonomia (0,9 litri per chilometro). Velocità massima 35 km/h.
  • M15/42: motore a benzina da 190 hp, 407 litri di serbatoio per 220 km di autonomia (1,85 litri per chilometro, esattamente il doppio degli altri). Velocità massima 38 km/h.
M15/42
Un carro armato italiano M15/42. Fonte: Wikimedia Commons. Credits: Igor Kurtukov (Fat Yankey). CC BY-SA 2.5

Special guest: i consumi dei carri armati superpesanti

Potevo non scrivere due parole anche sui carri armati superpesanti, anche se il loro utilizzo in guerra è stato praticamente nullo? Certo che no! Bene, eccovi qui un paio di pachidermi, ovviamente tedeschi, che superavano le 100 tonnellate e, nemmeno a dirlo, bevevano peggio di una comitiva di alcolizzati all’Oktoberfest.

  • Maus: il carro armato più grande mai costruito, 190 tonnellate di acciaio spinte da un 1.250 hp a gasolio, con un’autonomia compresa tra i 62 ed i 160 km, a seconda del terreno. Dati i 4.200 litri di serbatoio, se facciamo qualche rapido calcolo, escono fuori i consumi: tra i 26 ed i 67 litri per chilometro. Una cosa abominevole, che pone il nostro Maus saldamente in cima al podio dei carri armati più assetati. Se volete approfondire, ci ho scritto un articolo. Per la cronaca, la velocità massima in condizioni ideali era di una ventina di chilometri orari.
  • Karl-Gerät: un mortaio semovente da 600 mm. Tecnicamente non è un carro armato, ma visto che ha i cingoli, è grosso e pesa parecchio io ve ne parlo lo stesso. Praticamente, si trattava di un colossale mortaio da 600 mm, capace di sparare fino a 2 tonnellate di proiettile ogni 10 minuti, che era stato montato su uno scafo cingolato per dargli un minimo di mobilità tattica. Il Karl era parecchio pesante: ben 124 tonnellate! Disponibile in due motorizzazioni (diesel o benzina) ma parecchio sottopotenziato: appena 580 hp, con una velocità massima di 10 km/h. Del resto, non è che fosse necessario mandarlo più veloce… Veniamo ai consumi: 1.200 litri di serbatoio, con un’autonomia che andava dai 42 (benzina) ai 60 (diesel) chilometri. Praticamente, tra i 20 ed i 28 litri per chilometro, a seconda del motore. Ovviamente su strada…
Mortaio Karl-Gerät
Un mortaio pesante Karl-Gerät presso il museo russo di Kubinka. Fonte: Wikimedia Commons. Credits: Ruslan Salikhov. CC BY 2.0

Il consumo dei carri armati moderni

Adesso vediamo il consumo dei carri armati moderni, oggi in servizio con le forze armate dei vari Paesi.

M1 Abrams, il pozzo senza fondo degli Stati Uniti

L’M1 Abrams è il carro armato americano moderno per eccellenza, quello che ha accompagnato gli Stati Uniti in tutte le sue guerre dal 1991 in poi. Un bestione da 64 tonnellate nella sua versione più recente e diffusa (M1A2), con un cannone da 120 mm capace di sparare proiettili con uranio impoverito che possono perforare la stragrande maggioranza dei corazzati nemici a lunga distanza.

Un veicolo sofisticatissimo, letale, potente, costoso (quasi 9 milioni di dollari l’uno nel 2016, oggi probabilmente raddoppiati o quasi) e soprattutto assetato.

Molto assetato.

Il suo motore è un Honeywell AGT1500 a turbina e multifuel, capace di funzionare con gasolio, benzina, kerosene, carburante aeronautico per motori a turbina… Insomma, si “beve” di tutto. Ha una potenza di 1.500 hp, che permette all’Abrams di raggiungere i 67 km/h su strada ed i 40 fuori. Un motore molto potente e performante, ma tutto questo ha un prezzo.

M1 Abrams
M1 Abrams statunitense. Fonte: Wikimedia Commons. Credits: autore sconosciuto. US Public Domain

Prima di tutto, un Abrams solo per accendersi esige 39 litri di carburante. Poi i consumi sono decisamente spropositati: la sua autonomia massima è di 426 km in condizioni ideali, che precipitano a 150-200 nei casi più “critici”. Il tutto, con un serbatoio da 1.900 litri. Bene, i conti sono presto fatti: da 4,46 a 12 litri per chilometro!

Il problema consumi è noto anche agli statunitensi, che infatti riconoscono le difficoltà logistiche di un veicolo così assetato. A più riprese, si è pensato di sostituirlo con un normale propulsore diesel, molto più economico. Tuttavia, i vantaggi di affidabilità, flessibilità e potenza del motore a turbina Honeywell hanno bloccato per ora ogni tentativo in questo senso.

I consumi del Challenger britannico

Dopo gli Stati Uniti non potevano non venire i britannici. Il loro carro armato moderno è il Challenger 2, entrato in servizio a partire dal 1993. Si tratta di un bestione bello grosso, che di suo pesa 64 tonnellate, ma che può raggiungere le 75 con corazze aggiuntive e moduli di protezione ausiliari.

L’armamento principale è un cannone da 120 mm.

Quando la Difesa britannica lo ha acquistato, fino ai primi anni 2000, il suo prezzo unitario, all’epoca, superava i 4 milioni di sterline.

Il Challenger 2 è spinto da un motore a gasolio Perkins CV12-6A V12 da 1.200 hp, che gli consente di raggiungere i 59 km/h su strada ed i 40 su terreno misto. I consumi sono tutto sommato nella norma: i 1.592 litri di serbatoio garantiscono tra i 250 ed i 550 chilometri di autonomia, più o meno tra i 6,3 ed i 2,8 litri per chilometro.

Per la cronaca, è la metà di un M1 statunitense. I vantaggi del diesel…

Challenger 2
Un Challenger 2 britannico in Iraq. Fonte: Wikimedia Commons. Credits: Graeme Main. OGL v1.0

I consumi dei carri armati tedeschi moderni: il Leopard 2

Restiamo in ambito NATO ed affrontiamo ora i carri armati tedeschi moderni, i famosi panzer. Oggi, il carro armato tedesco per eccellenza è il Leopard 2, sicuramente uno dei migliori veicoli corazzati esistenti (il migliore, secondo alcuni).

il Leopard 2 è stato realizzato in numerose versioni, alcune specifiche per clienti esteri, ma in generale è un veicolo che supera tranquillamente le 60 tonnellate ed è armato con un cannone da 120 mm.

Veniamo ora al motore. Questo è praticamente lo stesso per tutte le versioni: un V12 turbo diesel MTU MB 873 Ka-501 da 1.500 hp. Le prestazioni naturalmente variano leggermente a seconda della versione, ma si tratta comunque di uno dei carri armati più veloci in circolazione, almeno in ambito NATO (la Germania ci teneva molto alla velocità).

Leopard 2
Un Leopard 2A6 a tutta velocità. Fonte: Wikimedia Commons. Credits: Markus Rauchenberger, US Army. US Public Domain

I dati che vi riporto adesso sono quelli relativi al Leopard 2A6, non il più moderno (quello è il 2A7) ma sicuramente il più diffuso. Allora, pesa 62 tonnellate in condizioni normali ed una settantina in assetto da combattimento, con protezioni aggiuntive. Il serbatoio è da 1.200 litri, e l’autonomia in condizioni ideali è di 340 km: più o meno 3,5 litri per chilometro. L’esercito tedesco, comunque, dichiara ufficialmente 414 litri per 100 km su terreno vario.

Ah, per la cronaca: un Leopard 2A6 nel 2007 costava 5,7 milioni di dollari. Oggi probabilmente starà sui 18-20…

I consumi del Leclerc francese

Dopo la Germania, parliamo del Leclerc, un moderno carro armato sviluppato in Francia ed in servizio nelle forze armate di quel Paese.

Costruito a partire dal 1990, nel 2016 aveva un costo unitario superiore a 4 milioni di dollari. Il più moderno in circolazione è il Leclerc Série XXI, realizzato a partire dal 2003. Questo ha un peso di 57,6 tonnellate ed un armamento principale costituito da un cannone da 120 mm. Il motore è un diesel V8X SACM da otto cilindri da 1.500 hp, che consente una velocità massima di 71 km/h (che diventano 55 fuori strada). Capitolo consumi: un serbatoio da 1.300 litri per un’autonomia di 550 km in condizioni ideali: 2,3 litri per chilometro.

Leclerc
Un carro armato Leclerc francese. Fonte: Wikimedia Commons. Credits: Daniel Steger. CC BY-SA 2.5

Un appunto. Questa versione è quella costruita per l’esercito francese. Bene, ne esiste un’altra, cosiddetta “tropicalizzata”, per gli Emirati Arabi Uniti, un maxi ordine che da solo ha costituito quasi la metà dell’attuale produzione complessiva di questo carro. Il motore è diverso, un diesel MTU MT 883 Ka 500 da 1.500 hp, ed il serbatoio è più capiente (1.420 litri). Non ho trovato i valori relativi di autonomia, ma è probabile che siano molto simili o di poco superiori.

Cosa interessante sul Leclerc: ad oggi, è l’unico carro armato occidentale moderno con soli tre uomini di equipaggio. Infatti, questo modello monta un caricatore automatico per il cannone, cosa che permette di avere a bordo una persona in meno (non occorre l’addetto al caricamento). Tutti gli altri carri armati moderni occidentali, invece, hanno quattro uomini di equipaggio: comandante, pilota, artigliere ed addetto al caricamento.

I consumi del carro armato Ariete italiano

L’Ariete è un moderno carro armato in servizio con l’Esercito Italiano. Entrato in servizio nel 1995, ha un peso di 54 tonnellate, che però possono aumentare se vengono aggiunte delle protezioni aggiuntive. L’armamento principale è costituito da un cannone da 120 mm.

Questo veicolo, grazie al suo motore diesel da 1.250 hp, raggiunge i 65 km/h ed ha un’autonomia di 550 km in condizioni ideali. Ma quanto consuma?

Ecco, questa è un’ottima domanda. Purtroppo non ho trovato alcun dato sulla capienza del serbatoio. Comunque, leggendo in giro per il web e su qualche forum, i consumi dovrebbero essere in linea con quelli di altri veicoli simili, quindi intorno ai 2-3 litri di gasolio per chilometro.

Ariete
Un Ariete durante un’esercitazione. Immagine derivata da Wikimedia Commons. Credits: Esercito Italiano (www.esercito.difesa.it). CC BY 2.5

I carri armati russi moderni e quanto consumano

Dopo aver visto il mondo dei carri armati moderni in servizio nella NATO, andiamo a curiosare nell’ex Patto di Varsavia: i carri armati russi moderni ed i loro consumi. Prima di tutto, una premessa: è impossibile fare un discorso generale per veicoli come il T-72 ed il T-80, a causa dell’enorme quantità di versioni che ne sono state realizzate, spesso molto diverse tra loro. Quindi mi limiterò a raccontarvi i modelli più diffusi in servizio nelle forze armate russe, ovvero il T-72B3, il T-80U/BV/BVM ed il T-90A.

  • T-72B3: la versione più diffusa oggi in servizio nelle forze armate russe del carro armato T-72. Il T-72 nacque come versione economica e semplificata del T-64, ed entrò in servizio nel 1973. Ne hanno costruiti 30.000 in talmente tante versioni e sottoversioni che Wikipedia ci ha fatto una pagina apposita). La versione T-72B3 è un upgrade del 2010 per i mezzi in servizio con l’esercito russo, con tutta una serie di miglioramenti rispetto alle versioni precedenti: corazza migliorata, elettronica più sofisticata, ecc. In pratica, si tratta di una versione economica del T-90A, del quale incorpora una serie di tecnologie. Il T-72B3 pesa 44 tonnellate ed è armato con un cannone da 125 mm. Oltretutto, è disponibile con due motori, entrambi a gasolio: il V-84-1 da 840 hp ed il V-92S2F da 1.130 hp. La velocità massima è di 65 km/h, dato che è molto leggero (almeno rispetto agli standard occidentali). L’autonomia è nell’ordine dei 460-500 km, che con un serbatoio da 1.200 litri equivalgono ad un consumo di circa due litri e mezzo di gasolio a chilometro. Il tutto su strada.
  • T-80: l’unico carro armato russo con motore a turbina a gas (tipo l’M1 Abrams americano, per capirsi). Costruito in oltre 10.000 esemplari, è entrato in servizio nel 1976. Il peso varia in base alla versione: 42 tonnellate il T-80BV, 46 il T-80U e BVM. Il cannone in compenso è lo stesso, da 125 mm con caricatore automatico. Per quello che riguarda il motore, abbiamo il GTD-1000TF da 1.100 hp del T-80BV ed il GTD-1250 da 1.250 hp dei T-80U e BVM. Cosa cambia? La velocità massima, tra i 70 e gli 80 km/h. Il serbatoio da 1.100 litri consente un’autonomia di 335 km in condizioni ideali: praticamente più di tre litri per chilometro.
  • T-90A: il carro armato che avrebbe dovuto sostituire con un unico modello tutti i corazzati presenti nell’Armata Rossa. Basato sullo scafo del T-72, in effetti è un deciso miglioramento di questo. Come al solito, per i carri armati russi, ne sono state realizzate diverse versioni, la più diffusa delle quali è quella chiamata T-90A. si tratta di un carro armato da 46 tonnellate, con un cannone da 125 mm ed una velocità massima nell’ordine dei 65 km/h. Il motore è diesel, un V-92S2 da 1.000 hp, e l’autonomia di circa 550 km. Dato che il serbatoio è da 1.200 litri, i consumi del T90A sono di poco più di due litri per chilometro, sempre su strada.
T-80BV
Un T-80BV russo. Fonte: Wikimedia Commons. Credits: Vitaly V. Kuzmin. CC BY-SA 4.0

I carri armati ucraini

Perché un paragrafo sui carri armati moderni ucraini? Non sono forse gli stessi russi? Beh, non proprio. O meglio, le forze armate ucraine utilizzano certo modelli in servizio anche con quelle russe, ma possiamo trovare un paio di veicoli dei quali vale la pena di parlare: il T-64BV ed il T-80UD.

  • T-64BV: un carro armato molto sofisticato e complesso, che l’Armata Rossa ritenne non essere adatto per la costruzione su vasta scala, tanto che alla fine, come “veicolo di massa” fu scelto il T-72 che costava la metà. Tuttavia, questo non impedì al T-64 di essere costruito in 13.000 esemplari. Dato che la fabbrica che li produceva era in Ucraina, questo Paese ha continuato a sviluppare il T-64. Il T-64BV era (febbraio 2022, prima dell’invasione russa) il più numeroso carro armato in servizio con le forze armate ucraine: 42 tonnellate, cannone da 125 mm ed un motore multifuel da 700 hp. La velocità massima su strada è di 60 km/h, mentre fuori strada è di 35. Con un serbatoio da 740 litri, riesce, in condizioni ideali, a percorrere 500 km: circa un litro e mezzo a chilometro, decisamente niente male! Tuttavia, leggendo in giro per forum, pare che su terreno misto i consumi siano molto più alti, nell’ordine dei 3-4 litri per chilometro.
  • T-80UD: la versione con motore diesel del T-80, sviluppata in Ucraina e con un propulsore 6TD da 1.000 hp. Come caratteristiche, siamo sulle 46 tonnellate di peso ed il solito cannone da 125 mm come armamento principale. Tuttavia, la velocità massima è più bassa (60 km/h) e l’autonomia migliore (560 km). Praticamente, abbiamo un consumo di poco più di due litri per chilometro (il serbatoio sono sempre 1.200 litri).
T-64BV
Un T-64BV durante una parata. Fonte: Wikimedia Commons. Credits: VoidWanderer. CC BY-SA 4.0

I consumi del Merkava israeliano

Adesso allontaniamoci dall’Europa e dirigiamoci in Medio Oriente: Israele, ed il suo potentissimo carro armato Merkava IV. Questo è la versione più recente della famiglia omonima, entrato in servizio a partire dal 2004. Stiamo parlando di una bestia da 65 tonnellate, con un cannone da 120 mm e tutti i più moderni ritrovati tecnologici. Un carro armato cosiddetto non convenzionale, visto che è l’unico con il motore davanti (gli altri lo hanno dietro), così da aumentare la protezione dell’equipaggio. Non solo: può anche trasportare una piccola squadra di soldati, che possono uscire da un’apertura sul retro (che ovviamente può essere usata anche dall’equipaggio come uscita di emergenza).

Come mai tutte queste particolarità? Beh, è stato progettato appositamente per le esigenze di Israele, in base all’esperienza delle numerose guerre che ha combattuto.

Veniamo ora al motore: un General Dynamics GD883 da 1,500 hp a gasolio, capace di spingere il nostro Merkava a 64 km/h su strada. L’autonomia è di 500 km, e considerati i 1.400 litri di serbatoio, abbiamo un consumo di 2,8 litri per chilometro.

Per chi ne volesse comprare uno, si parla di 4,5 milioni di dollari (dati del 2014).

Merkava IV
Un Merkava IV in azione. Fonte: Wikimedia Commons. Credits: Michael Mass. CC BY-SA 3.0

I consumi del Type 10 giapponese

Il Type 10 è il più moderno carro armato sviluppato in Giappone. Entrato in produzione nel 2010, ha un peso massimo in assetto da combattimento di 48 tonnellate. Piuttosto poche rispetto alle “bestie” viste in precedenza, per una precisa scelta: i precedenti Type 90, infatti, sono troppo pesanti per la maggior parte dei ponti giapponesi. Il Type 10, invece, può andare ovunque sull’intero arcipelago.

Il Type 10, comunque, è un “piccolo” concentrato di tecnologia, con un prezzo unitario di 15 milioni di dollari nel 2021. L’armamento principale è un cannone da 120 mm, che per la cronaca è lo stesso del Leopard 2 e dell’M1 Abrams. Questo carro armato ha il caricatore automatico, e quindi necessita di soli tre uomini di equipaggio.

Type 10
Un Type 10 giapponese. Fonte: Wikimedia Commons. Credits: T.Goto. Public Domain

Veniamo alla propulsione. il Type 10 monta un V8 diesel da 1.200 hp, capace di spingerlo fino a 70 km/h su strada, velocità che tra l’altro può mantenere per lunghi periodi senza “fondere” il motore. Il serbatoio da 880 litri consente 440 km di autonomia, esattamente due litri per un chilometro. Va detto che il modello precedente, il più grosso Type 90, ha un serbatoio più grande: 1.100 litri per 350 km di autonomia. Quindi, il Type 10 consuma un terzo in meno del predecessore.

Fonti

Prima guerra mondiale

Seconda guerra mondiale

Carri armati moderni

(immagine di copertina derivata da Wikimedia Commons. Credits: Mil.ru. CC BY 4.0)

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