La collisione tra il sottomarino nucleare russo K-276 (poi B-276 Kostroma) e lo statunitense (nucleare pure lui) USS Baton Rouge è un incidente navale che avvenne il giorno 11 febbraio 1992. Viene chiamato anche incidente al largo dell’isola Kildin, dato che avvenne nei pressi dell’isolotto omonimo, vicino alle coste settentrionali della penisola di Kola (Russia).
L’incidente non provocò alcuna vittima: in altri termini, nessuno si fece male. Tuttavia, in seguito ai danni riportati, la US Navy decise di radiare il Baton Rouge. Da quel giorno il Kostroma sfoggia sulla falsatorre una bella stella con un “1” dipinto dentro, come da tradizione dei sottomarini sovietici della seconda guerra mondiale che indicavano in quel modo il numero di unità nemiche affondate.
La situazione nel 1992
Nei primi mesi del 1992 la situazione era abbastanza particolare. L’Unione Sovietica si era sciolta poco prima e la guerra fredda era praticamente finita.
Se questo era vero per i governi e le opinioni pubbliche di tutto il mondo, non lo era affatto per i militari. La nuova Russia non se la passava benissimo (eufemismo), ma le armi erano ancora tutte lì, incluse le testate nucleari… Ed i sottomarini.
Per la US Navy, quindi, la Russia continuava ad essere IL nemico, e sorvegliare le sue coste era ritenuto della massima importanza.
I protagonisti
Vediamo un attimo i due sottomarini protagonisti del fattaccio. Iniziamo dagli americani.
Lo USS Baton Rouge (SSN-689) era un sottomarino nucleare da attacco (SSN) della classe Los Angeles. Ne ho già parlato qui, quindi non scenderò troppo nei dettagli. Comunque, molto rapidamente, era entrato in servizio il 25 giugno 1977: lungo 110 metri circa e pesante 6.900 tonnellate in immersione, era armato con quattro tubi lanciasiluri da 533 mm. La velocità massima era di 33 nodi in immersione (circa 60 km/h).
Il K-276 era anche lui un sottomarino nucleare da attacco: appartenente alla classe Sierra I (Progetto 945 per i russi), era entrato in servizio il 27 ottobre 1987. Lungo 107 metri, aveva un dislocamento in immersione di 8.200 tonnellate ed era armato con 8 tubi lanciasiluri (4 da 650 mm e 4 da 533 mm). La velocità massima in immersione era di 35 nodi (65 km/h). Per la cronaca, si tratta degli unici sottomarini al mondo interamente costruiti in titanio. Anche questi li ho raccontati qui sul blog, quindi chi vuole può approfondire.
Nota sul sottomarino russo. Spesso viene chiamato B-276 Kostroma. Beh, è il caso di chiarire un attimo. Il sottomarino al momento della collisione si chiamava K-276. Il 3 giugno 1992 venne chiamato B-276, poi (6 aprile 1993) B-276 Krab ed infine (15 novembre 1996) B-276 Kostroma.
Lo scafo dei sottomarini nucleari
Prima di vedere l’incidente, due parole sulla struttura dello scafo dei sottomarini nucleari russi e statunitensi. Questi due Paesi, infatti, adottano delle soluzioni piuttosto diverse, che in caso di collisione (ovvero l’oggetto di questo articolo) fanno la differenza.
I sottomarini russi di solito sono a doppio scafo integrale: praticamente, uno scafo non pressurizzato (o scafo leggero), idrodinamico, che ne racchiude uno pressurizzato (resistente) di forma più o meno cilindrica.
I sottomarini americani invece hanno lo scafo singolo rinforzato. Le parti con scafo “leggero” sono la prua, la poppa ed in generale ovunque servano delle particolari caratteristiche idrodinamiche.
Entrambe le soluzioni hanno punti di forza e di debolezza. Sintetizzo al massimo.
Lo scafo singolo rinforzato è in generale più economico, e permette di avere molto più spazio interno a parità di diametro. Quello doppio, invece, permette delle soluzioni idrodinamiche migliori, e per certi versi una maggiore sicurezza dato che comunque vi è uno scafo esterno, fisicamente separato, che protegge quello pressurizzato. Certo, è più costoso e dentro si sta più stretti.
Cosa importante: il fatto che i sottomarini a doppio scafo abbiano una maggiore profondità operativa in virtù della loro struttura è una colossale fandonia: lo scafo esterno è molto leggero e non è in grado di reggere le pressioni delle profondità marine. La vera differenza la fa sempre lo scafo pressurizzato.
La collisione tra il K-276 ed il Baton Rouge
Lo USS Baton Rouge navigava in immersione nei pressi dell’isola Kildin, al largo delle coste russe. Comunque, era in acque internazionali. Cosa stesse facendo non è chiaro: pare che la missione riguardasse il recupero di alcuni dispositivi di spionaggio subacquei, o il controllo dei cavi di comunicazione sottomarini… Comunque, l’ipotesi che va per la maggiore è che le due unità si siano messe a “giocare al gatto col topo”. Che vuol dire?
Molto in breve, che i due sottomarini si erano individuati a vicenda, e stavano facendo una serie di manovre e contromanovre per pedinarsi.
Qualunque cosa stessero facendo sotto le onde, ad un certo punto il K-276 decise di riemergere (in fondo era molto vicino alle sue basi, quindi la cosa aveva senso). Il problema fu che, durante la risalita, colpì con la falsatorre la parte inferiore dell’unità americana, proprio sotto la sezione di poppa.
Inutile dire che il sottomarino russo non lo fece apposta, ci mancherebbe! La spiegazione più probabile è che l’SSN americano si trovò in una sorta di “angolo morto” della strumentazione del K-276, che quindi non lo vide. Esattamente come il battello russo, evidentemente in una posizione non individuabile.
Questi fattori furono poi amplificati dal fatto che le acque della zona erano basse, il che rendeva ancora più difficile l’individuazione dei bersagli.
I danni della collisione
Entrambi i sottomarini rimasero danneggiati.
Il K-276 (futuro B-276 Kostroma) si ritrovò una bella ammaccatura sulla falsatorre. Un danno grave solo in apparenza: la falsatorre, infatti, è interamente in struttura leggera, e dentro non ha praticamente nulla di pressurizzato. Se la potessimo vedere in trasparenza, vedremmo solo gli “alberi” per il periscopio, gli apparati di comunicazione ed una specie di cilindro con la scaletta necessaria a salire in cima.
Ben diversa invece era la situazione sul Baton Rouge. La “botta” era stata abbastanza forte, ed aveva preso in pieno lo scafo. Come vi ho detto prima, i sottomarini americani sono a scafo singolo, quindi la collisione aveva preso direttamente lo scafo pressurizzato.
In altri termini: se la collisione fosse avvenuta su un battello a doppio scafo, si sarebbe limitata a “portare via” un po’ di metallo da quello esterno. In questo caso, invece, era potenzialmente in grado di indebolire lo scafo pressurizzato (che per sua natura non può avere punti deboli, dato che a determinate pressioni si potrebbe verificare un cedimento). Cosa che avvenne, e che decretò la fine del Baton Rouge.

Il destino dei due sottomarini
Il K-276 non ebbe danni gravi, lo abbiamo visto. Il 29 giugno dello stesso anno, il battello russo era stato riparato e tornò in servizio. A quanto ne sappiamo dovrebbe essere in riserva, in attesa di lavori di riparazione. Non è chiaro se e quando tornerà in servizio attivo.
Il destino dello USS Baton Rouge fu ben diverso. Inizialmente la US Navy minimizzò i danni, ma in realtà le cose stavano diversamente. La collisione aveva provocato (pare) delle rotture sullo scafo pressurizzato, cosa potenzialmente pericolosissima perché ne indeboliva la resistenza.
Era riparabile? Si, ma sarebbe costato parecchio. Oltretutto, il sottomarino doveva ancora essere sottoposto al refuelling programmato (sarebbe la sostituzione del combustibile del reattore nucleare), operazione lunga e costosa. Per farla breve, risistemare il Baton Rouge avrebbe sforato il budget della Difesa, oltretutto in un periodo in cui la politica cercava di tagliare le spese militari, data la fine della guerra fredda.
Quindi, il 1° novembre 1993, lo USS Baton Rouge fu ufficialmente posto in riserva, primo della classe Los Angeles a fare questa fine. Venne radiato il 13 gennaio 1995 ed avviato alla demolizione.

I russi, a questo punto, sostennero che l’unità era stata radiata grazie alla collisione, e quindi la cosa era in un certo senso “merito” loro. In effetti tutti i torti non li avevano…
Comunque la si pensi, l’equipaggio del K-276, ora B-276 Kostroma, come da buona tradizione sovietica, dipinse sulla falsatorre una stella con il numero “1” all’interno, in ricordo della collisione (con “affondamento”) di quella che è stata evidentemente considerata un’unità nemica.
Le polemiche politiche
I russi ovviamente protestarono subito. La guerra fredda era finita, e gli Stati Uniti ancora li spiavano? In effetti, non era una bella situazione…
Gli Stati Uniti non ci fecero una bella figura. I vertici della marina riconobbero subito che si era verificata una collisione, oltretutto durante un’operazione contraria alle politiche dell’epoca. In altri termini, quel sottomarino non avrebbe dovuto essere lì.
Quindi, fu organizzato un incontro ad alto livello tra il Segretario di Stato Baker ed il Presidente Yeltsin per chiarire la questione. Alla fine, la US Navy si impegnò ad interrompere tutta una serie di operazioni di spionaggio al largo delle coste russe.
Quanto gli impegni della marina americana fossero sinceri si scoprì un anno dopo. Nel marzo 1993, infatti, lo USS Grayling (della classe Sturgeon) più o meno nella stessa zona ebbe un’altra collisione con il russo K-407 Novomoskovsk (classe Delta IV), un sottomarino nucleare lanciamissili balistici impegnato in una missione di addestramento. Solite polemiche, ed impegno degli americani a limitare questo tipo di missioni.
Impegno che pare sia stato rispettato. O forse no, ma almeno non si sono più verificati incidenti.
Almeno per quello che ne sappiamo.
Fonti
- Submarine incident off Kildin Island – wikipedia.org
- Project 945 – russianships.info
- USS Baton Rouge (SSN 689) – navysite.de
(immagine di copertina derivata da Wikimedia Commons. Credits: US Navy. US Public Domain)