Classe Papa è il nome in codice NATO con cui è conosciuto un singolo sottomarino nucleare lanciamissili antinave sovietico, il K-162 (poi K-222). Unico esemplare costruito del Progetto 661 Anchar, è stato il più veloce sottomarino mai realizzato. Probabilmente, avrebbe dovuto essere il capostipite di una classe di battelli capaci di sostituire i classe Echo nella loro caccia alle portaerei americane (ed in generale di qualunque obiettivo “di valore” navigasse in superficie), ma considerazioni tecniche ed economiche ne limitarono la produzione ad un solo esemplare. Al K-162/K-222, infatti, nel ruolo furono “affiancati” i più economici classe Charlie, che fecero la loro onesta figura nella marina sovietica per oltre vent’anni.
Il K-162 rimase una sorta di prototipo tenuto in servizio operativo: veloce, innovativo, ma pieno di problemi e di limiti. E soprattutto troppo costoso.
Storia
La classe Papa fu pensata da subito dai progettisti come un vero e proprio progetto di rottura rispetto ai battelli della prima generazione di sottomarini nucleari. Il TsKB-16 iniziò a lavorare sul nuovo Progetto 661 nel 1959, e subito inserì degli elementi completamente nuovi rispetto ai modelli precedenti. Prima di tutto, i progettisti puntarono tutto sulla velocità, e quindi le soluzioni tecniche adottate rispecchiarono da subito questo approccio: scafo in titanio, reattori compatti e leggeri per risparmiare peso, ecc. Altro fattore molto importante erano i missili: era chiaro, infatti, che i modelli antinave imbarcati allora in servizio non avevano prestazioni adeguate, e che quindi serviva qualcosa di più performante. E soprattutto, qualcosa che potesse essere lanciato in immersione.
I classe Echo allora in fase di sviluppo, infatti, imbarcavano i P-5 ed i P-6 (SS-N-3 Shaddock per la NATO), che dovevano obbligatoriamente essere lanciati in emersione. Lo stesso sottomarino era costretto a rimanere in superficie durante tutto il tragitto del missile, in modo da “illuminare” il bersaglio e consentire all’ordigno in volo di colpirlo. Il tutto avrebbe reso questi battelli molto vulnerabili.
La soluzione sembrò essere il P-120 Malakhit (SS-N-9 Siren per la NATO), che poteva essere utilizzato lasciando il sottomarino in immersone. Tuttavia, una serie di ritardi nello sviluppo portò all’adozione di una soluzione provvisoria, il P-70 Ametist: era meno sofisticato, aveva una gittata più corta, ma si poteva lanciare sott’acqua. Insomma, in attesa del “definitivo” P-120, poteva andare bene.

La classe Papa quindi venne sviluppata anche pensando all’impiego del nuovo missile. La costruzione del primo esemplare iniziò a Severodvinsk nel 1963, ed andò avanti fino al 1968. Il K-162 entrò in servizio l’anno successivo. Inizialmente, la marina prevedeva di costruirne un numero maggiore (si ritiene una decina di unità), ma poi ci si rese conto che non era il caso: troppo complesso e troppo costoso, e pure con parecchie limitazioni (a cominciare dalla rumorosità, veramente eccessiva). Queste valutazioni portarono allo sviluppo di una versione più economica, la classe Charlie, che entrò in servizio più o meno nello stesso periodo.
Descrizione tecnica
Il K-162, o K-222, era qualche metro più corto dei classe Echo, di cui costituiva un’evoluzione: 106 metri di lunghezza, per un dislocamento in immersione di circa 6.700 tonnellate. Il problema più grosso dei predecessori, quello del lancio dei missili in emersione, era stato risolto con i P-70 (che ricevettero dalla NATO la codifica di SS-N-7 Starbright): questi, al contrario dei P-5/P-6, potevano essere lanciati dal sottomarino in immersione. Il loro punto debole era la gittata: appena una sessantina di chilometri, contro gli oltre 400 dei predecessori. Però, secondo i sovietici, questo sarebbe stato un problema relativo: grazie al lancio in immersione, il sottomarino sarebbe stato molto più al sicuro. Del resto, era chiaro che si trattava di una soluzione provvisoria: lo sviluppo del definitivo P-120 era in ritardo, e serviva qualcosa “ad interim”.
Nei classe Echo, i missili erano sistemati a coppie: per lanciare, veniva inclinato un vero e proprio “blocco” di scafo. Nel K-222 (e nei classe Charlie), invece, si adottò una soluzione per certi versi più moderna e razionale: inserire i tubi di lancio in due file parallele ai lati della falsatorre, sistemati nell’intercapedine tra lo scafo pressurizzato e quello esterno (non pressurizzato). Questa diverrà la collocazione definitiva per i missili antinave di questo tipo di sottomarini, visto che fu adottata anche dai successivi classe Oscar.
Ma i missili non erano la sola novità del nostro classe Papa. Una delle innovazioni più grosse era costituita senz’altro dallo scafo. Tutti i sottomarini sovietici, fino a quel momento, avevano avuto il doppio scafo in acciaio. Per il nuovo battello, invece, i progettisti optarono per il titanio: più leggero e resistente, era però complicato da lavorare e soprattutto molto più costoso. Parecchio più costoso.

Per la propulsione, il TsKB-16 optò per il meglio che era allora disponibile in Unione Sovietica: due reattori nucleari VM-5 ad acqua leggera, compatti e soprattutto molto potenti, che erano in grado di spingere questo sottomarino alla velocità di 44,7 nodi (voci non verificate riportano una velocità massima raggiunta di 44,85 nodi, pari ad 83 km/h). Si trattava di valori incredibili: basti pensare che i più veloci battelli subacquei fino a quel momento disponibili in Unione Sovietica superavano di poco i 30 nodi! E non è che gli americani facessero di meglio… Insomma, era una vera e propria “fuoriserie del mare”.
Purtroppo, se da un lato le prestazioni erano eccezionali, dall’altro i problemi non mancavano. Prima di tutto, la rumorosità: i progettisti (come del resto erano abituati a fare prima delle informazioni fornite dalla spia americana Walker) puntavano molto sulla velocità, ignorando completamente i problemi relativi alla traccia acustica. Il risultato era che gli americani potevano individuare i sottomarini sovietici senza troppe difficoltà. Le cose iniziarono a cambiare alla fine degli anni sessanta, ma ormai il K-222 era in costruzione da un pezzo.
Discorso missili. Il nostro gioiellino subacqueo ne imbarcava dieci. Tanti, pochi? Sicuramente più dei precedenti classe Echo e dei contemporanei classe Charlie. Ma forse per la marina sovietica non erano sufficienti. Pare infatti che uno dei problemi fosse il basso numero di missili antinave che potevano essere imbarcati. Tuttavia, bisognerà aspettare il 1980 con il primo esemplare della classe Oscar per avere un numero di missili superiore.
Infine, il problema più importante: quello dei costi. Una regola non scritta è che le macchine più sono estreme, più costano. La classe Papa non sfuggì a questa regola. Il K-222 era progettato per andare veloce, più veloce di tutti gli altri sottomarini in circolazione. Per questo motivo, i progettisti avevano utilizzato varie soluzioni “non convenzionali”, come lo scafo in titanio. Soluzioni che avevano alzato di parecchio il costo finale del sottomarino. La marina sovietica si rese conto di non poter realizzare un grande numero di questi battelli, preferendo sviluppare una versione economica. Anche i costi di gestione non erano da sottovalutare: le alte velocità danneggiavano lo scafo esterno, così come tutti gli apparati che lì erano installati, ed i guasti erano piuttosto frequenti.

Tirando le somme: il K-222 era un sottomarino veloce, ma rumoroso ed enormemente costoso da costruire e da mantenere. Fu per questo motivo che rimase un esemplare unico, senza che venissero mai approntate modifiche di alcun tipo.
Le esperienze condotte con questo sottomarino furono comunque molto utili alla marina sovietica per affinare le tecnologie che saranno poi implementate sui battelli della successiva (e per certi versi ancora più estrema) classe Alfa, oltre che sulla classe Sierra. Per la cronaca, queste classi hanno due fattori in comune: costruite in numero limitato di esemplari ed enormemente costose.
Progetto 661 Anchar – Classe Papa
Versione base, l’unico battello costruito e mai modificato aveva queste caratteristiche.
- Lunghezza: 106,92 metri
- Larghezza: 11,5 metri
- Pescaggio: 8,06 metri
- Dislocamento in emersione: 5.197 tonnellate
- Dislocamento in immersione: 6.750 tonnellate
- Propulsione: 2 reattori nucleari VM-5 da 177 MW l’uno, 2 x 40.000 hp, due eliche
- Velocità: 16 nodi in emersione, 44,7 in immersione
- Profondità operativa: ?
- Profondità massima: 400 metri
- Equipaggio: 80
- Autonomia: 70 giorni
- Armamento: 10 missili SS-N-7 Starbright; 4 tubi lanciasiluri da 533 mm
Progetto 661M
La marina sovietica inizialmente pensò di realizzare una classe di una decina di unità. Il K-222 avrebbe dovuto essere una sorta di “pre-serie”, mentre gli esemplari definitivi sarebbero appartenuti ad un nuovo progetto (il 661M, appunto). Tuttavia, visto che il K-222 rimase l’unico della sua classe, questa versione rimase sulla carta.
Progetto 661A
I sovietici pensarono di modificare il K-222 nel modo più logico possibile, installando i missili P-120 (SS-N-9 Siren per la NATO) al posto dei P-70. Tuttavia, nemmeno questa modifica venne mai attuata.
Progetto 661B
Nel corso degli anni si pensò anche di realizzare una versione con missili balistici. In pratica, l’idea era quella di modificare la classe Papa ed installarci sopra il sistema di lancio D-9 con i missili R-29 (SS-N-8 Sawfly per la NATO). Ovviamente non se ne fece nulla.
Servizio operativo
Il K-222 entrò in servizio nel 1969. A tutti gli effetti, si trattò di un esemplare di pre-serie che svolse regolare attività operativa con la marina sovietica, destino seguito dal successivo K-278 Komsomolets. Nel 1980, durante un intervento di manutenzione, uno dei reattori rimase danneggiato. I danni comunque non furono troppo gravi, visto che tornò rapidamente in servizio. Questo sottomarino trascorse la sua intera carriera operativa nella Flotta del Nord, fino a quando venne radiato nel 1989. I lavori di demolizione iniziarono il 5 marzo 2010.

Incidenti
- 30 settembre 1980: K-222 (classe Papa). Durante le operazioni di revisione periodiche, uno dei reattori rimase danneggiato.
Esemplari costruiti
I sovietici avevano l’abitudine di cambiare i nomi dei propri sottomarini. Il K-222 non sfuggì a questa “usanza”. Quando iniziò la costruzione, si chiamava K-18 e nel 1965 ricevette la denominazione di K-162. Nel 1978, altro cambio: K-222, che poi resterà quello definitivo. Nell’articolo è stato usato l’ultimo nome.
K-222 (K-162)
Cantiere: Sevmash (Severodvinsk)
Impostazione: 28/12/1963
Varo: 21/12/1968
Ingresso in servizio: 31/12/1969
Status: radiato nel 1989
Note: K-18. 1965: K-162. 1978: K-222
Fonti
(immagine di copertina tratta da Wikimedia Commons. Credits: US Navy. US Public Domain)