Base navale russa

Classe Laika, il futuro sottomarino nucleare da attacco russo

La classe Husky, o classe Laika è una nuova serie di sottomarini nucleari da attacco (SSN) della marina russa (VMF), in fase di sviluppo da parte dell’Ufficio Tecnico Malakhit. Il nome originale è Progetto 545 Laika, e costituiscono un’alternativa “economica” ai classe Yasen. Infatti, in origine i russi pensavano di rimpiazzare tutti i vari Akula, Sierra e Victor con i sofisticati Yasen, ma i costi di questi battelli hanno reso improponibile una simile soluzione. Per questo motivo, si è pensato di sostituirli con qualcosa di più economico, ma comunque moderno ed aggiornato.

La VMF prevede di avere un primo esemplare in servizio non prima del 2027.

Storia

Non è chiaro quando la Malakhit iniziò a sviluppare il Progetto 545. Le prime notizie in tal senso, comunque risalgono al dicembre 2014. All’epoca le informazioni erano abbastanza generiche, e si parlava solo di un sottomarino nucleare di quinta generazione. Solo qualche anno dopo fu più chiaro di cosa si trattava: un battello atomico da attacco con capacità multiruolo, equipaggiato con tubi di lancio verticali (VLS) per missili da crociera o antinave, e capace di imbarcare anche missili balistici sublanciati (SLBM). O almeno questo è ciò che dichiarano i progettisti.

Una volta saputo dell’esistenza del sottomarino, la NATO ovviamente gli diede un nome in codice: visto che il progetto originale si chiama Laika (una razza di cane da caccia siberiano), decise di optare per classe Husky (una razza di cani da slitta), giusto per restare in tema.

Nelle intenzioni della marina russa, i Laika dovrebbero sostituire tutta la linea di sottomarini nucleari da attacco: quindi, le classi Akula, Sierra e Victor, risalenti all’epoca della Guerra Fredda. Questi sottomarini sono ormai al termine della vita operativa, e la loro disponibilità è alquanto ridotta. La VMF sta sottoponendo parecchi esemplari a lavori di aggiornamento (in particolare gli Akula), ma è evidente che si tratta solo di una soluzione temporanea, e che comunque occorre un sostituto.

Secondo alcune fonti, i Laika potrebbero sostituire in futuro anche i classe Yasen, ma la cosa è piuttosto difficile. In realtà, è altamente probabile che i Progetto 885 Yasen alla fine andranno a sostituire i classe Oscar, mentre questi nuovi battelli di quinta generazione si limiteranno ad affiancarli. Del resto, il costo degli ‘885 è troppo elevato per costruirne in numero adeguato a rimpiazzare l’intera linea di SSN russi. I Laika, invece, nonostante siano di quinta generazione, vengono considerati un’alternativa più piccola ed economica agli Yasen. C’è una certa similitudine con quanto accaduto negli Stati Uniti, con la classe Seawolf troppo costosa per essere costruita in gran numero che è stata affiancata dai più economici classe Virginia.

La marina russa prevede di avere un primo esemplare in servizio per il 2027-2030. Sperando che le stime sui costi più bassi siano corrette.

Descrizione tecnica

Il Progetto 545 è ancora in fase di sviluppo, quindi parecchi dati tecnici non sono noti. Qualcosa comunque è trapelato, soprattutto grazie ad alcuni modellini esposti pubblicamente.

I classe Laika avranno una struttura a doppio scafo, con quello esterno realizzato probabilmente facendo largo uso di materiali compositi. Le dimensioni non sono note (saranno comunque inferiori a quelle degli Yasen), ma il dislocamento in immersione dovrebbe aggirarsi sulle 11.000 tonnellate. Esteticamente, dovrebbero avere diverse cose in comune con le classi Yasen ed Akula, anche queste progettate dalla Malakhit (specializzata in SSN ed SSGN).

L’armamento principale sarà costituito da un certo numero di VLS sistemati alle spalle della falsatorre. Sul loro numero non ci sono certezze, ma si parla di quattro o sei tubi (il numero più gettonato è quattro). Presupponendo che siano dello stesso tipo di quelli montati sugli Yasen, ogni tubo potrebbe contenere fino a quattro missili. Quella di installare dei tubi di lancio verticali su un SSN è una novità assoluta per la Russia, mentre negli Stati Uniti questa soluzione è abbastanza diffusa (classi Los Angeles e Virginia).

Questi tubi sono compatibili con i missili antinave P-800 Oniks (SS-N-26 Strobile), i missili da crociera Kalibr (SS-N-27/SS-N-30) e gli ipersonici Zircon, in fase di sviluppo (SS-N-33). Per approfondire come i russi chiamano i loro missili, vedere qui.

Per l’armamento, inoltre, si parla anche di missili balistici sublanciati: questo sarebbe possibile grazie ad una configurazione “modulare”, che consentirebbe di cambiare tipo di armamento a seconda della missione. Non è chiaro quanto possa essere realistica questa ipotesi, ma approfondiremo successivamente.

I tubi lanciasiluri meritano un discoro a parte: dovrebbero essere sei o otto, tutti da 533 mm (pare che la marina russa non stia facendo alcun investimento su ordigni da 650 mm, quindi è improbabile che siano di questo calibro). La cosa interessante è dove sono sistemati. I moderni classe Yasen, infatti, non li hanno sulla prua, ma laterali, installati più indietro. Questo è dovuto alla mancanza di spazio: questi sottomarini imbarcano un sonar sferico, che occupa quasi tutto lo spazio. I Laika, invece, li hanno nella parte superiore della prua, esattamente come gli Akula: si ritiene, quindi, che la Russia intenda utilizzare sonar di forma cilindrica per i suoi battelli di quinta generazione. I tubi lanciasiluri, così messi, sarebbero molto più pratici e veloci da usare. Probabilmente, verranno montati anche ulteriori tubi esterni, per il lancio di contromisure.

Completano il quadro dei missili a corto raggio Strela o Igla, per la difesa ravvicinata quando il battello è in emersione.

Nessuna informazione sul tipo di reattore utilizzato: probabilmente sarà ad acqua pressurizzata, ma si vocifera anche un clamoroso ritorno di un modello a metallo liquido. Comunque, sono solo voci. Per quanto riguarda l’equipaggio, quasi sicuramente sarà molto ridotto. La marina, infatti, ha dichiarato che sarà installato un “singolo sistema di controllo del combattimento con intelligenza artificiale”. Detto in termini meno “futuristici”, i Laika avranno un elevato livello di automazione: le aspettative sono alte, anche perché i vecchi Alfa avevano appena una quarantina di uomini di equipaggio…

Questo sottomarino si prevede che sia molto più silenzioso degli altri modelli attualmente in servizio con la marina russa. Questo nonostante il fatto che i Laika non avranno un sistema pump-jet (idrogetto, in italiano: al posto dell’elica abbiamo un elicoide intubato, all’interno del quale l’acqua viene convogliata da un’apposita apertura sotto lo scafo), ma una semplice elica a pale ricurve. Il sistema pump-jet è molto efficiente e permette una maggiore silenziosità. Per quale motivo non è stato utilizzato? Probabilmente perché è un sistema sviluppato dall’Ufficio Tecnico Rubin, che non ha concesso la tecnologia ai “rivali” del Malakhit. Infatti, gli unici sottomarini nucleari russi ad avere questo sistema sono i classe Borei (progetto Rubin), mentre anche i nuovissimi Yasen ne sono sprovvisti. Si tratta di ipotesi, ma se fosse vero sarebbe qualcosa degno delle rivalità tra certi uffici tecnici ai tempi dell’Unione Sovietica.

Capitolo costi. La marina russa spera che questo gioiello tecnologico abbia un costo abbordabile, che ne permetta la produzione in gran numero. Se così non fosse, probabilmente sarebbe un grosso problema: la Russia non ha in progetto altri sottomarini nucleari da attacco, e si ritroverebbe priva di un asset navale importantissimo per la moderna guerra sottomarina.

Con la classe Laika si è parlato molto di modularità. Questa può essere intesa in vari modi (progetto, costruzione ed equipaggiamento), ma comunque costituisce un modo per rendere i sottomarini più versatili ed adattabili al tipo di missione. Oltre che più economici da costruire, il che non guasta. Non si sa bene come questo concetto sarà applicato dai progettisti e dal costruttore (quasi sicuramente il cantiere navale Sevmash a Severodvinsk), anche perché i russi non sono stati molto chiari al riguardo.

Progetto 545 Laika – Classe Laika – Classe Husky

La “versione base” dei Laika, ovvero il sottomarino nucleare da attacco con tubi di lancio verticali per missili da crociera ed antinave.

  • Lunghezza: ?
  • Larghezza: ?
  • Pescaggio: ?
  • Dislocamento in emersione: ?
  • Dislocamento in immersione: 11.340 tonnellate
  • Propulsione: 1 reattore nucleare, 1 elica
  • Velocità: 35 nodi in immersione
  • Profondità operativa: 600 metri
  • Profondità massima: ?
  • Equipaggio:
  • Autonomia: 90 giorni
  • Armamento: 4×4 o 4×6 missili lanciabili da VLS; 6-8 tubi lanciasiluri da 533 mm, con siluri, missili antisommergibile e mine; missili antiaerei a corto raggio Igla

Progetto 545 Laika SSBN

Si è parlato prima della possibilità che i Laika imbarchino missili balistici sublanciati grazie alla configurazione modulare. In pratica, le componenti tra la versione “standard” e quella SSBN sarebbero le stesse, con l’unica eccezione del compartimento missili: nella versione con gli SLBM, questo sarebbe molto più grande. Quindi, avremmo lo stesso progetto di base, ma con una sezione centrale più lunga, adatta ai nuovi ordigni da imbarcare. L’idea potrebbe essere buona, anche in ottica di ottimizzazione dei costi di produzione, ma presenta un problema abbastanza grosso: si tratterebbe, nei fatti, di realizzare un altro sottomarino, piuttosto diverso. La Malakhit entrerebbe nel “terreno di caccia” della Rubin, e questo potrebbe provocare dei problemi. La stessa Rubin, per “ricambiare il favore” alla Malakhit, ha proposto una versione con missili da crociera dei suoi Borei.

Insomma, la situazione politica non è semplice.

A questo occorre aggiungere che i classe Borei sono battelli moderni, che saranno attuali ancora per diversi decenni. Quindi, probabilmente è la stessa marina russa che non ha necessità di una versione SSBN della classe Laika, a meno di clamorose inefficienze che dovessero emergere nei sottomarini lanciamissili balistici che sta mettendo in servizio in questi anni.

Fonti

(immagine di copertina derivata da Wikimedia Commons. Credits: Вячеслав Лобанов. CC BY 3.0)

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