Classe Echo

La Classe Echo, i primi SSGN sovietici

La classe Echo è il nome in codice NATO con cui sono conosciute due “serie” di sottomarini nucleari sovietici armati con missili da crociera (SSGN): i Progetto 659 (Echo I) ed i Progetto 675 (Echo II). Nonostante il fatto che la denominazione occidentale sia praticamente la stessa, la loro missione era molto diversa: i primi erano progettato per effettuare attacchi su obiettivi terrestri, mentre i secondi servivano a colpire le unità navali avversarie.

I classe Echo entrarono in servizio a partire dal 1961 in numerosi esemplari, utilizzati fino agli anni novanta. Il loro ruolo nella flotta sovietica fu molto importante, soprattutto gli Echo II con i loro missili antinave (anche se per utilizzarli dovevano obbligatoriamente essere in emersione, cosa che ne aumentava parecchio la vulnerabilità). Gli Echo I, invece, con i missili da crociera per obiettivi terrestri, furono presto soppiantati nelle loro missioni dai sottomarini nucleari con missili balistici (SSBN), e terminarono la loro carriera convertiti in SSN.

Complessivamente, furono costruiti 34 esemplari di entrambi i modelli, parecchi dei quali vennero poi modificati con missili più potenti.

Storia

I classe Echo vennero sviluppati dal TsKB-18 parallelamente ai primi modelli di sottomarini nucleari sovietici. Dal punto di vista tecnico, avevano parecchie parti in comune con gli Hotel ed i November: l’impianto propulsivo era esattamente lo stesso, mentre lo scafo aveva alcune differenze, soprattutto per la questione dei missili.

I missili, appunto. Questi erano il vero fattore che distingueva le due versioni della classe Echo. Visto che le classificazioni russe possono essere abbastanza complesse e che quelle NATO a volte non ci aiutano, cerchiamo di capire di quale missile stiamo parlando.

Di base, l’ordigno in questione ha il nome in codice NATO di SS-N-3 Shaddock, un missile da crociera entrato in servizio nel 1959. Di questo vennero realizzate numerose versioni, sia imbarcate sia terrestri, che però in Russia hanno nomi diversi tra loro. Il problema è che la NATO con questa specifica arma fece parecchia confusione. Infatti, il nome in codice di SS-N-3 Shaddock venne affibbiato a sei missili non solo molto diversi tra loro, ma che oltretutto avevano ben poco in comune. Cerchiamo di mettere un po’ di ordine (ci ho scritto un articolo sull’argomento), almeno nelle versioni che riguardano i sottomarini (che poi sono quelle che ci interessano).

  • SS-N-3C Shaddock: versione base, i russi lo identificano come P-5. Si trattava di un missile da crociera con sistema di guida inerziale, che poteva essere utilizzato solo contro obiettivi terrestri. Il P-5 venne imbarcato in sei esemplari sugli Echo I, che furono utilizzati “in affiancamento” ai classe Hotel nelle loro crociere di deterrenza. Praticamente, questi battelli vennero convertiti in sottomarini nucleari da attacco non appena fu disponibile un numero di SSBN sufficiente, più o meno tra la fine degli anni sessanta e l’inizio del decennio successivo. Per la cronaca, la gittata del missile andava tra i 500 ed i 1.000 km, a seconda della versione. Ovviamente poteva trasportare una testata nucleare.
  • SS-N-3A Shaddock: nonostante la lettera precedente, è stato sviluppato successivamente al P-5. Il nome russo è P-6, ed era imbarcato in otto esemplari sui classe Echo II. Questi missili avevano un sistema di guida radar, e quindi potevano essere usati per colpire obiettivi navali, soprattutto le portaerei. I sovietici, infatti, temevano che gli americani potessero sferrare attacchi atomici sul loro territorio utilizzando degli aerei imbarcati, e gli Echo II avrebbero dovuto “prevenire” il pericolo. Gli Echo II, nonostante la loro obsolescenza, rimasero nominalmente in servizio fino agli anni novanta.

Gli Echo I vennero costruiti a Komsomolsk-na-Amur, una grossa città fluviale nell’estremo oriente russo. Furono i primi battelli atomici costruiti in questa località. Gli Echo II, invece, furono realizzati anche nella solita città di Severodvink.

Descrizione tecnica

I classe Echo vennero realizzati in due versioni, Echo I ed Echo II. Come detto precedentemente, questi sottomarini avevano parecchie cose in comune con i contemporanei November ed Hotel, in particolare il sistema propulsivo (la solita coppia di reattori VM-A da 70 MW l’uno). Il doppio scafo era in acciaio, a forma di “lama” allungata e diviso internamente in dieci compartimenti.

Anche le dimensioni non erano troppo diverse: 110-115 metri a seconda della versione, piuttosto simili ai 107 metri della classe November ed ai 114 degli Hotel.

Tuttavia, a causa del maggiore dislocamento in immersione (soprattutto gli Echo II), la velocità era per forza di cose inferiore.

La soluzione utilizzata per installare i missili era praticamente uguale a quella dei sottomarini convenzionali Progetto 651 (classe Juliett per la NATO), che furono sviluppati più o meno nello stesso periodo ed utilizzavano anch’essi gli SS-N-3. Per certi versi, gli Echo possono essere considerati una versione nucleare ed ingrandita dei Juliett.

Classe Echo II missili
Un battello della classe Echo II lancia i suoi missili. Come si può vedere, il lancio doveva essere effettuato in emersione, non proprio il massimo in termini di sicurezza. Per far uscire i missili, era necessario sollevare una “sezione” di scafo, che era letteralmente “a scomparsa”. Queste sezioni erano chiaramente riconoscibili per via degli incavi che si trovavano nella parte posteriore della sezione, distribuiti a coppe su tutto lo scafo. Immagine derivata da Wikimedia Commons. Credits: US Government. US Public Domain

L’idea di equipaggiare un sottomarino con degli SS-N-3 non era nuova. Tra il 1950 ed il 1960, diversi battelli della classe Whiskey erano stati modificati in vari modi per trasportare e lanciare questi missili. Le soluzioni adottate, però, non erano esattamente il massimo: si andava dal singolo missile “a scomparsa” ai due tubi con alzo regolabile piazzati nella parte posteriore del sottomarino, fino ad arrivare ad inglobare i tubi di lancio direttamente nella falsatorre, con risultati abbastanza pessimi in termini di estetica e, soprattutto, di idrodinamica.

Con i classe Echo si riuscì a fare di meglio, visto che erano parecchio più grossi dei classe Whiskey. I tubi di lancio vennero sistemati “a scomparsa” a coppie, ai lati della falsatorre e lungo lo scafo. Quando si trattava di lanciare i missili, veniva sollevata un’intera porzione superiore di scafo, contenente due tubi, con un’inclinazione di 15-20°. Le sezioni erano chiaramente distinguibili da una serie di “avvallamenti” ai lati dello scafo. Il lancio doveva avvenire in emersione, con tutti i problemi di sicurezza del caso.

Questa soluzione venne utilizzata dalle classi Echo e Juliett.

Progetto 659 – Classe Echo I

Classe Echo I
Raffigurazione di un classe Echo I. Fonte: Wikimedia Commons. Credits: Mike1979 Russia. CC BY-SA 3.0

I cinque esemplari della classe Echo I entrarono in servizio a partire da 1961. Come gli SSBN della classe Hotel, anche questi sottomarini avevano il compito di colpire gli Stati Uniti continentali, anche se le caratteristiche del missile erano molto diverse: infatti il P-5 era un missile da crociera, quindi con una quota di volo più bassa ed una velocità nell’ordine dei 900 km/h. Insomma, niente che un aereo da caccia non potesse inseguire ed abbattere. Le dimensioni degli Echo I, comunque, erano piuttosto simili a quelle dei classe Hotel, solo un po’ più corti (111 metri contro 114) e con un dislocamento leggermente inferiore.

Come spiegato sopra, i missili erano sistemati diversamente: mentre i missili balistici richiedono dei pozzi verticali, per i missili da crociera sono sufficienti dei tubi inclinati di 15-20 gradi. Tubi che durante la normale navigazione potevano essere tenuti in posizione orizzontale. Gli Echo I imbarcavano un totale di sei missili, con le relative tre coppie di tubi.

A partire dal 1962, i sovietici installarono a bordo una versione migliorata dei P-5, chiamata P-5D, che avevano una gittata maggiore.

  • Lunghezza: 111,2 metri
  • Larghezza: 9,2 metri
  • Pescaggio: 7,1 metri
  • Dislocamento in emersione: 3.731 tonnellate
  • Dislocamento in immersione: 4.920 tonnellate
  • Propulsione: 2 reattori nucleari VM-A da 70 MW l’uno, 2 x 17.500 hp, due eliche
  • Velocità: 15,1 nodi in emersione, 26 in immersione
  • Profondità operativa: 240 metri
  • Profondità massima: 300 metri
  • Equipaggio: 104
  • Autonomia: 50 giorni
  • Armamento: 6 missili SS-N-3C Shaddock; 4 tubi lanciasiluri da 533mm, 4 tubi lanciasiluri da 400 mm (due a prua e due a poppa)

Progetto 675 – Classe Echo II

Classe Echo II
Raffigurazione di un classe Echo II. Fonte: Wikimedia Commons. Credits: Mike1979 Russia. CC BY-SA 3.0

Gli Echo II entrarono in servizio in 29 esemplari a partire dal 1963. Dal punto di vista tecnico, erano molto simili agli Echo I, solo che erano più grossi ed imbarcavano otto missili antinave SS-N-3A Shaddock, in quattro coppie (tre dietro alla falsatorre ed una davanti). L’unica differenza di rilievo, oltre alle dimensioni (ed al dislocamento), era ovviamente la velocità. Quella in immersione era di oltre il 10% inferiore rispetto alla versione precedente.

I sovietici, visto il numero di progetto differente, li considerarono una cosa a parte, mentre la NATO un’evoluzione dei ‘659. Di conseguenza, li identificò come Echo II.

La procedura di lancio era piuttosto complessa e, diciamolo, pericolosa. Prima di tutto, il lancio doveva avvenire in emersione. Non solo, la procedura di preparazione dei missili era piuttosto lunga, e poteva richiedere fino ad un quarto d’ora. Questi ordigni potevano essere lanciati in gruppi di quattro, ed accelerando un po’ i tempi si riusciva a spararli tutti e otto entro una ventina di minuti. Ma non finiva qui perché, dal momento del lancio fino a quando il missile non raggiungeva il bersaglio, il sottomarino era costretto a rimanere in emersione. Questo perché gli SS-N-3 antinave dovevano obbligatoriamente essere guidati via radar dal battello fino all’obiettivo, e per farlo bisognava necessariamente rimanere in superficie (il radar sott’acqua non funzionava).

Com’è facile capire, gli Echo II erano molto vulnerabili durante questa fase: la probabilità che dalla portaerei bersaglio qualcuno si accorgesse del pericolo era molto elevata, e da lì a ritrovarsi un aereo antisommergibile sopra era un attimo.

Le modifiche successive riguardarono quindi i missili ed il sistema di acquisizione bersagli, così da rendere questi sottomarini meno vulnerabili.

  • Lunghezza: 115,4 metri
  • Larghezza: 9,3 metri
  • Pescaggio: 6,7 metri
  • Dislocamento in emersione: 4.500 tonnellate
  • Dislocamento in immersione: 5.760 tonnellate
  • Propulsione: 2 reattori nucleari VM-A da 70 MW l’uno, 2 x 17.500 hp, due eliche
  • Velocità: 14 nodi in emersione, 22,7 in immersione
  • Profondità operativa: 240 metri
  • Profondità massima: 300 metri
  • Equipaggio: 104
  • Autonomia: 50 giorni
  • Armamento: 8 missili SS-N-3A Shaddock; 4 tubi lanciasiluri da 533mm, 2 tubi lanciasiluri da 400 mm a poppa

Progetto 659T

Classe Echo I in navigazione
Un battello della classe Echo I in navigazione, fotografato di poppa. Immagine derivata da Wikimedia Commons. Credits: US Government. US Public Domain

Gli Echo I furono tutti modificati tra il 1966 ed il 1976, e trasformati in sottomarini nucleari da attacco. In pratica, vennero rimossi i tubi di lancio dei missili da crociera, modificata la strumentazione di bordo ed aumentato il numero di siluri. La parte superiore dello scafo venne “livellata”, facendo sparire i vari incavi che servivano per lanciare i missili.

  • Lunghezza: 111,2 metri
  • Larghezza: 9,3 metri
  • Pescaggio: 6,2 metri
  • Dislocamento in emersione: 3.650 tonnellate
  • Dislocamento in immersione: 4.709 tonnellate
  • Propulsione: 2 reattori nucleari VM-A da 70 MW l’uno, 2 x 17.500 hp, due eliche
  • Velocità: 24 nodi in immersione
  • Profondità operativa: 240 metri?
  • Profondità massima: ?
  • Equipaggio: 98
  • Autonomia: 50 giorni?
  • Armamento: 4 tubi lanciasiluri da 533mm, 4 tubi lanciasiluri da 400 mm (due a prua e due a poppa)

Progetto 675K

Nel 1974 due esemplari, i K-47 e K-125, vennero modificati con un nuovo tipo di sonar.

Progetto 675MU

Tra il 1968 ed il 1975, il K-28 venne modificato installando il missile P-500 Bazalt al posto dei vecchi P-6. Il Bazalt è conosciuto in occidente con il nome in codice NATO di SS-N-12 Sandbox, ed è decisamente più potente e moderno del predecessore (oltre 500 km di gittata e, soprattutto, una velocità di circa 2.500 km/h che lo rende molto difficile da intercettare). Il P-500 è a guida radar attiva, ovvero è capace di raggiungere da solo il bersaglio, senza che sia necessario l’intervento di un radar ad “illuminare” il bersaglio per tutto il tragitto. Le correzioni di rotta finali potevano essere effettuate anche da aerei o, successivamente, satelliti. In altri termini, il sottomarino non era più costretto a rimanere in superficie dopo averlo lanciato. Il K-28 poteva trasportare otto di questi ordigni.

Altre modifiche riguardarono la strumentazione, in particolare il sistema di designazione dei bersagli (che poteva ricevere informazioni anche dagli aerei da ricognizione. In realtà, questo sistema era disponibile già da qualche anno, ma non era stato possibile installarlo sulla versione base degli Echo II per motivi di tempo).

I lavori furono piuttosto lunghi, ed evidentemente servirono a dimostrare la fattibilità tecnica di montare missili moderni su battelli vecchi di una quindicina d’anni. Il K-28 costituì quindi una sorta di “banco-prova” per testare una serie di soluzioni che furono poi largamente implementate successivamente. Il dislocamento in emersione aumentò da circa 3.700 a 5.015 tonnellate.

Classe Echo II in navigazione
Un classe Echo II in navigazione nel 1989. La carriera operativa di questi sottomarini era ormai prossima alla conclusione. Si vedono molto bene gli incavi delle varie “sezioni” con i missili. Immagine derivata da Wikimedia Commons. Credits: DoD. US Public Domain

Progetto 675MK

Dopo il successo del K-28, la marina sovietica decise di installare gli SS-N-12 su altre nove unità. I sottomarini vennero modificati tra il 1975 ed il 1986.

  • Lunghezza: 115,4 metri
  • Larghezza: 9,3 metri
  • Pescaggio: 6,7 metri
  • Dislocamento in emersione: 5.015 tonnellate
  • Dislocamento in immersione: 6.420 tonnellate
  • Propulsione: 2 reattori nucleari VM-A da 70 MW l’uno, 2 x 17.500 hp, due eliche
  • Velocità: 14 nodi in emersione, 22,7 in immersione
  • Profondità operativa: 240 metri
  • Profondità massima: 300 metri
  • Equipaggio: 104
  • Autonomia: 50 giorni
  • Armamento: 8 missili SS-N-12 Sandbox; 4 tubi lanciasiluri da 533mm, 2 tubi lanciasiluri da 400 mm a poppa

Progetto 675MKV

A partire dal 1977, la marina sovietica iniziò a modificare alcuni Echo II per imbarcare il missile P-1000 Vulkan, una versione più potente e perfezionata del P-500. L’intenzione originale, probabilmente, era quella di sostituire i P-500 con questi missili, ma lo scioglimento dell’Unione Sovietica provocò l’interruzione del programma. Di conseguenza, non è nemmeno chiaro quali unità (subacquee e di superficie) abbiano realmente ricevuto il nuovo missile. Per quello che riguarda la classe Echo II, la conversione riguardò cinque unità, anche se su una (o forse due) non venne mai portata a termine per mancanza di fondi. Gli ultimi esemplari così modificati tornarono in servizio nel 1990.

Oltre ai P-1000 ed alla nuova strumentazione, su questi battelli vennero anche montati dei missili antiaerei a corto raggio del tipo Strela-3M. Niente di troppo potente, ma sufficienti a scoraggiare gli elicotteri antisommergibile avversari durante le operazioni di preparazione al lancio in emersione.

  • Lunghezza: 115,4 metri
  • Larghezza: 9,3 metri
  • Pescaggio: 7,5 metri
  • Dislocamento in emersione: 5.415 tonnellate
  • Dislocamento in immersione: 6.700 tonnellate
  • Propulsione: 2 reattori nucleari VM-A da 70 MW l’uno, 2 x 17.500 hp, due eliche
  • Velocità: 14 nodi in emersione, 22,7 in immersione
  • Profondità operativa: 240 metri?
  • Profondità massima: 300 metri?
  • Equipaggio: 109
  • Autonomia: 50 giorni?
  • Armamento: 8 missili SS-N-12 Sandbox (versione migliorata P-1000); 4 tubi lanciasiluri da 533mm, 2 tubi lanciasiluri da 400 mm a poppa

Progetto 675N

Tra il 1967 ed il 1970 il sottomarino K-170 venne modificato per operare con gli incursori della marina.

Progetto 06754

Il sottomarino K-170 fu nuovamente modificato per impieghi speciali tra il 1976 ed il 1980. In questa occasione, venne convertito in “sottomarino-madre” per i piccoli sommergibili atomici ausiliari della classe X-Ray. Per l’occasione, venne rinominato KS-86.

Le modifiche comprendevano la rimozione totale dei tubi di lancio dei missili antinave, oltre all’installazione di attrezzature specifiche per i nuovi compiti. Il KS-86 fu il primo battello di questo tipo, e la soluzione adottata divenne una specie di standard per la marina sovietica (e russa): modificare la parte inferiore del sottomarino per agganciarci il minisommergibile per missioni speciali.

Progetto 675M

Si tratta di una variante mai realizzata: un normale Echo II (Progetto 675) con 10 missili antinave ed un reattore nucleare raffreddato a metallo liquido.

Servizio operativo

Classe Echo II in navigazione
Un classe Echo II in navigazione. Immagine derivata da Wikimedia Commons. Credits: US Government. US Public Domain

I classe Echo entrarono in servizio a partire dal 1961. I sovietici li utilizzarono attivamente sia con la Flotta del Nord, sia con quella del Pacifico. Le loro crociere operative raggiunsero l’Oceano Indiano ed il Mar Mediterraneo, spesso seguendo e sorvegliando i gruppi navali NATO con portaerei. Uno di questi battelli, il K-166, divenne famoso (insieme ad un classe November) per aver effettuato la prima circumnavigazione del globo in immersione. In pratica, si decise di trasferirlo dalla Flotta del Nord a quella del Pacifico facendolo passare da sud invece che sotto i ghiacci artici. I due sottomarini arrivarono a destinazione senza inconvenienti dopo aver percorso qualcosa come 25.000 miglia nautiche (pari a circa 45.000 km): un bel colpo per la propaganda sovietica.

Gli Echo I, trasformati in sottomarini nucleari da attacco, prestarono servizio nella Flotta del Pacifico, e, utilizzati sempre meno, vennero tutti radiati tra il 1985 ed il 1989.

Gli Echo II, invece, ebbero più fortuna. Modificati con nuovi missili e strumentazione, rimasero nominalmente operativi fino agli anni novanta. Gli ultimi esemplari vennero ufficialmente dismessi nel 1994, ma è probabile che date le catastrofiche condizioni economiche della Russia post-sovietica già da qualche anno non svolgessero più attività operativa.

Incidenti

I classe Echo rimasero vittima di diversi incidenti, alcuni anche piuttosto gravi.

  • 20 giugno 1970: K-108 (Echo II). Collisione con il sottomarino americano USS Tautog, fortunatamente senza vittime. Il fatto avvenne nel Mare di Okhotsk. Il K-108 ebbe danni piuttosto seri ai compartimenti otto e nove, mentre il battello statunitense si ritrovò con la falsatorrre allagata.
  • 14 giugno 1973: K-56 (Echo II). Collisione con il peschereccio Akademik Berg. Colpito a prua, il sottomarino si ritrovò con i compartimenti uno e due allagati. 27 marinai morirono affogati.
  • 20 agosto 1973: K-1 (Echo II). Mentre era in missione nel Mar dei Caraibi, alla profondità di 120 metri, il sottomarino urtò il fondale alla velocità di 16 nodi, danneggiando la prua.
  • 28 agosto 1976: K-22 (Echo II). Nel Mar Mediterraneo, il K-22 si scontrò con la fregata statunitense USS Voge. I danni furono notevoli per entrambi, ma fortunatamente non ci furono vittime. Il sottomarino sovietico fu costretto a rifugiarsi nell’isola di Kithira, in Grecia, per riparazioni: aveva seri danni alla falsatorre ed al lanciatore dei missili antinave di prua. La fregata americana, invece con la poppa danneggiata, dovette essere rimorchiata a Creta.
  • 24 settembre 1976: K-47 (Echo II). Durante una crociera nell’Atlantico settentrionale, un incendio a bordo provocato da un corto circuito uccise tre marinai.
  • 2 luglio 1979: K-116 (Echo II). Perdita di refrigerante dal reattore nucleare nella Baia di Vladimir, Mar del Giappone. Nessun morto, ma diversi marinai colpiti dalle radiazioni.
  • 21 agosto 1980: K-122 (Echo I). Il sottomarino, mentre navigava al largo di Okinawa, rimase vittima di un incendio a bordo. Quattordici marinai morti per avvelenamento da monossido di carbonio.
  • 10 settembre 1981: K-45 (Echo I). Collisione con il peschereccio sovietico Novokachalinsk. Il sottomarino ebbe seri danni allo scafo esterno, alla prua ed al sonar, mentre il peschereccio affondò.
  • 18 giugno 1984: K-131 (Echo II). Un incendio a bordo, dovuto dalla negligenza di un elettricista, provocò quattordici morti. Il sottomarino era in navigazione nel Mare di Barents.
  • 10 agosto 1985: K-431 (Echo II). Mentre il sottomarino era in porto a Chazhma (Mar del Giappone) per le operazioni di sostituzione del combustibile radioattivo, il reattore esplose uccidendo sul colpo 10 persone e contaminandone altre 300. Ci vollero quattro ore per estinguere l’incendio, in quello che all’epoca venne considerato uno dei peggiori incidenti nucleari mai avvenuti.
  • Novembre 1986: K-175 (Echo II). Esplosione nel compartimento reattore mentre il sottomarino era in porto. Fortunatamente non ci furono vittime, ma l’area venne contaminata dalle radiazioni.
  • 1989: K-1 (Echo II). Incidente al reattore. Altri dettagli non sono noti.
  • 26 giugno 1989: K-192 (Echo II). Mentre il sottomarino era in navigazione nei pressi dell’Isola degli Orsi (Mare di Barents), scoppiò un incendio nel compartimento reattore. Non ci furono morti, ma l’equipaggio fu colpito dalle radiazioni. Il K-192 dovette riemergere e, dopo aver spento il reattore, fu costretto a tornare alla base utilizzando il motore diesel ausiliario.

Esemplari costruiti

Classe Echo I

K-45

Cantiere: Leninskiy Komsomol (Komsomolsk-na-Amur)
Impostazione: 22/12/1958
Varo: 12/05/1960
Ingresso in servizio: 28/06/1961
Status: radiato nel 1989
Note: 1968: Pr.658T

K-259 (K-59)

Cantiere: Leninskiy Komsomol (Komsomolsk-na-Amur)
Impostazione: 30/09/1959
Varo: 25/09/1960
Ingresso in servizio: 16/12/1961
Status: radiato nel 1989
NoteK-59. 1970: Pr.658T. 1977: K-259

K-66

Cantiere: Leninskiy Komsomol (Komsomolsk-na-Amur)
Impostazione: 26/03/1960
Varo: 30/07/1961
Ingresso in servizio: 30/06/1962
Status: radiato nel 1986
Note: 1973: Pr.658T

K-122

Cantiere: Leninskiy Komsomol (Komsomolsk-na-Amur)
Impostazione: 21/01/1961
Varo: 17/09/1961
Ingresso in servizio: 30/09/1962
Status: radiato nel 1985
Note: 1968: Pr.658T

K-30

Cantiere: Leninskiy Komsomol (Komsomolsk-na-Amur)
Impostazione: 1961
Varo:
Ingresso in servizio:
Status: mai completato
Note:

K-151

Cantiere: Leninskiy Komsomol (Komsomolsk-na-Amur)
Impostazione: 21/04/1962
Varo: 30/09/1962
Ingresso in servizio: 28/07/1963
Status: radiato nel 1989
Note: 1976: Pr.658T

Classe Echo II

K-71 (K-166)

Cantiere: Sevmash (Severodvinsk)
Impostazione: 30/05/1961
Varo: 06/09/1962
Ingresso in servizio: 31/10/1963
Status: radiato nel 1989
NoteK-166. 1978: K-71

K-104

Cantiere: Sevmash (Severodvinsk)
Impostazione: 11/02/1962
Varo: 16/06/1963
Ingresso in servizio: 15/12/1963
Status: radiato nel 1990
Note: 1982: Pr.675MK

K-175

Cantiere: Leninskiy Komsomol (Komsomolsk-na-Amur)
Impostazione: 17/06/1962
Varo: 30/09/1962
Ingresso in servizio: 30/12/1963
Status: radiato nel 1990
Note: 1978: Pr.675MK

KS-86 (K-170)

Cantiere: Sevmash (Severodvinsk)
Impostazione: 16/05/1962
Varo: 04/08/1963
Ingresso in servizio: 26/12/1963
Status: radiato nel 1991
NoteK-170. 1970: Pr.675N. 1978: K-86. Anni ottanta: Pr.06754. 1985: KS-86

K-192 (K-172)

Cantiere: Sevmash (Severodvinsk)
Impostazione: 08/08/1962
Varo: 25/12/1963
Ingresso in servizio: 30/07/1964
Status: radiato nel 1990
NoteK-172. 1978: K-192

K-47

Cantiere: Sevmash (Severodvinsk)
Impostazione: 07/08/1962
Varo: 10/02/1964
Ingresso in servizio: 31/08/1964
Status: radiato nel 1994
Note: 1974: Pr.675K. 1994: B-47

K-1

Cantiere: Sevmash (Severodvinsk)
Impostazione: 11/01/1963
Varo: 30/04/1964
Ingresso in servizio: 30/09/1964
Status: radiato nel 1992
Note: 1985: Pr.675MKV. 1992: B-1

K-184

Cantiere: Leninskiy Komsomol (Komsomolsk-na-Amur)
Impostazione: 02/02/1963
Varo: 25/08/1963
Ingresso in servizio: 31/03/1964
Status: radiato nel 1990
Note: 1978: Pr.675MK

K-144 (K-189)

Cantiere: Leninskiy Komsomol (Komsomolsk-na-Amur)
Impostazione: 06/04/1963
Varo: 09/05/1964
Ingresso in servizio: 24/071965
Status: radiato nel 1991
NoteK-189. 1978: K-144. 1982: Pr.675KM

K-428 (K-28)

Cantiere: Sevmash (Severodvinsk)
Impostazione: 26/04/1963
Varo: 30/06/1964
Ingresso in servizio: 16/12/1964
Status: radiato nel 1990
NoteK-28. 1975: Pr.675MU. 1977: K-428

K-74

Cantiere: Sevmash (Severodvinsk)
Impostazione: 23/07/1963
Varo: 30/09/1964
Ingresso in servizio: 30/07/1965
Status: radiato nel 1990
Note:

K-557 (K-57)

Cantiere: Leninskiy Komsomol (Komsomolsk-na-Amur)
Impostazione: 19/10/1963
Varo: 26/09/1964
Ingresso in servizio: 31/10/1965
Status: radiato nel 1992
NoteK-57. 1977: K-557. 1978: Pr.675MK. 1992: B-557

K-22 Krasnogvardeec

Cantiere: Sevmash (Severodvinsk)
Impostazione: 14/10/1963
Varo: 29/11/1964
Ingresso in servizio: 07/08/1955
Status: radiato nel 1994
Note: 1967: K-22 Krasnogvardeec. 1990: Pr.675MKV. 1994: B-22

K-35

Cantiere: Sevmash (Severodvinsk)
Impostazione: 06/01/1964
Varo: 27/01/1965
Ingresso in servizio: 30/06/1965
Status: radiato nel 1193
Note: 1990: Pr.675MKV. 1992: B-35

K-431 (K-31)

Cantiere: Leninskiy Komsomol (Komsomolsk-na-Amur)
Impostazione: 11/01/1964
Varo: 08/09/1964
Ingresso in servizio: 30/09/1965
Status: radiato nel 1987
Note:

K-111 (K-90)

Cantiere: Sevmash (Severodvinsk)
Impostazione: 29/02/1964
Varo: 17/04/1965
Ingresso in servizio: 25/09/1965
Status: radiato nel 1989
NoteK-90. 1977: K-111

K-48

Cantiere: Leninskiy Komsomol (Komsomolsk-na-Amur)
Impostazione: 11/04/1964
Varo: 16/06/1965
Ingresso in servizio: 31/12/1965
Status: radiato nel 1990
Note:

K-56

Cantiere: Leninskiy Komsomol (Komsomolsk-na-Amur)
Impostazione: 30/05/1964
Varo: 10/08/1965
Ingresso in servizio: 26/08/1966
Status: radiato nel 1992
Note: 1986: Pr.675MK. 1992: B-56

K-116

Cantiere: Sevmash (Severodvinsk)
Impostazione: 08/06/1964
Varo: 19/06/1965
Ingresso in servizio: 29/10/1965
Status: radiato nel 1985
Note:

K-125

Cantiere: Sevmash (Severodvinsk)
Impostazione: 01/09/1964
Varo: 11/09/1965
Ingresso in servizio: 18/12/1965
Status: radiato nel 1991
Note: 1974: Pr.675K

K-10

Cantiere: Leninskiy Komsomol (Komsomolsk-na-Amur)
Impostazione: 24/10/1964
Varo: 29/09/1965
Ingresso in servizio: 15/10/1966
Status: radiato nel 1989
Note: conversione Pr.675MKV non completata

K-62 (K-128)

Cantiere: Sevmash (Severodvinsk)
Impostazione: 29/10/1964
Varo: 30/12/1965
Ingresso in servizio: 25/08/1966
Status: radiato nel 1990
NoteK-128: 1977: K-62. 1982: Pr.675MK

K-131

Cantiere: Sevmash (Severodvinsk)
Impostazione: 31/12/1964
Varo: 06/06/1966
Ingresso in servizio: 30/09/1966
Status: radiato nel 1994
Note: 1992: B-131

K-235 (K-135)

Cantiere: Sevmash (Severodvinsk)
Impostazione: 27/02/1965
Varo: 27/07/1966
Ingresso in servizio: 25/11/1966
Status: radiato nel 1989
NoteK-135. 1977: K-235

K-204 (K-94)

Cantiere: Leninskiy Komsomol (Komsomolsk-na-Amur)
Impostazione: 20/03/1965
Varo: 20/05/1966
Ingresso in servizio: 27/12/1966
Status: radiato nel 1992
NoteK-94. 1977: K-204; Pr.675MK. 1992: B-204

K-108

Cantiere: Leninskiy Komsomol (Komsomolsk-na-Amur)
Impostazione: 24/07/1965
Varo: 26/08/1966
Ingresso in servizio: 31/03/1967
Status: radiato nel 1990
Note:

K-127 (K-7)

Cantiere: Leninskiy Komsomol (Komsomolsk-na-Amur)
Impostazione: 06/11/1965
Varo: 25/09/1966
Ingresso in servizio: 30/09/1967
Status: radiato nel 1990
Note: 1977: K-127

K-23

Cantiere: Leninskiy Komsomol (Komsomolsk-na-Amur)
Impostazione: 23/02/1966
Varo: 18/06/1967
Ingresso in servizio: 30/12/1967
Status: radiato nel 1991
Note: 1984: Pr.675MK

K-134 (K-34)

Cantiere: Leninskiy Komsomol (Komsomolsk-na-Amur)
Impostazione: 18/06/1966
Varo: 23/06/1967
Ingresso in servizio: 30/12/1968
Status: radiato nel 1994
NoteK-34. 1977: K-134. 1989: Pr.675MKV.1992: B-134

Fonti

(immagine di copertina tratta da Wikimedia Commons. Credits: US Navy. US Public Domain)

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