Classe Delta IV

Classe Delta, la spina dorsale della deterrenza atomica russa

Classe Delta è il nome in codice NATO con cui è conosciuta una vasta famiglia di sottomarini nucleari lanciamissili balistici (SSBN) entrati in servizio con la marina sovietica (VMF) a partire dal 1972. Il nome originale russo è Progetto 667B, e come questo suggerisce, costituiscono un’evoluzione del precedente Progetto 667A (nome in codice NATO: classe Yankee).

Efficaci ed affidabili nel loro ruolo, furono realizzati in oltre quaranta esemplari di quattro versioni principali, e costituirono il “cuore” della componente strategica navale sovietica (e russa). Questi sottomarini vennero progettati per imbarcare il nuovo missile balistico R-29, più moderno e potente degli R-27 (SS-N-6 Serb per la NATO) che armava i predecessori classe Yankee.

Oggi, alcuni battelli appartenenti alle ultime serie sono ancora operativi. Sopravvissuti ai loro successori della classe Typhoon (negli anni novanta gli vennero preferiti perché molto più economici), continuano a solcare gli oceani con i loro R-29 delle ultime versioni. E continueranno a farlo per anni, fino a quando non sarà disponibile un numero adeguato di moderne unità della classe Borei.

Storia

Nei primi anni sessanta, i sovietici stavano sviluppando una nuova classe di SSBN, i Progetto 667A. Questi costituivano un deciso miglioramento rispetto ai classe Hotel, ma avevano un grave difetto: la gittata di missili. Gli R-27, infatti, potevano trasportare una testata nucleare a 2.400 km: molto rispetto ai 600 km dei modelli precedenti, ma non abbastanza.

Il problema, infatti, era colpire gli Stati Uniti, in particolare dal lato atlantico. Se guardiamo una cartina, si può vedere che per i sovietici l’unico modo per avvicinarsi al continente americano è passare tra la Gran Bretagna e l’Islanda, o in alternativa tra l’Islanda e la Groenlandia. Si tratta di un’area che viene chiamata GIUK Gap, in italiano “Varco GIUK”, acronimo di Greenland, Iceland, United Kingdom (Groenlandia, Islanda e Regno Unito, ovvero le tre masse di terra che lo delimitano). Nell’ambito della guerra navale forma un vero e proprio “punto di sbarramento”: se un Paese del nord Europa intende mandare le proprie navi nell’Atlantico aperto in direzione dell’America, è obbligato a passare da qui.

Lo sapeva bene la Royal Navy, che durante la seconda guerra mondiale pattugliava senza sosta questa area di mare, per impedire ai sommergibili tedeschi di minacciare i convogli (che tuttavia riuscivano parzialmente ad aggirare il problema con le basi in Francia).

Ovviamente, lo sapevano anche i sovietici: interamente controllato da Paesi aderenti alla NATO, il GIUK Gap rischiava di diventare un grosso problema in caso di guerra. I loro sottomarini, infatti, potevano essere individuati grazie ai sistemi SOSUS (Sound Surveillance System), una catena di postazioni di ascolto subacquee che la NATO aveva installato in quest’area. Quindi, in caso di conflitto, non sarebbero stati in grado di lanciare con successo i propri missili, riducendo di fatto l’effetto di deterrenza.

Di conseguenza, alla marina sovietica (VMF) serviva qualcosa con una gittata maggiore. L’SKB-385, che aveva già progettato gli R-27, nel 1964 fu incaricata di creare qualcosa di meglio, soprattutto in termini di gittata. Il risultato fu l’R-29, un missile balistico imbarcato(SLBM) capace di sfiorare gli 8.000 km. Questo avrebbe permesso ai sovietici di colpire il continente americano restando nei pressi delle loro coste, quindi senza affrontare il varco GIUK. Il nuovo missile venne testato con successo, ed un classe Hotel fu appositamente modificato per le prove in mare.

Classe Delta III
Raffigurazione di un Delta III mentre lancia un SLBM. Anche se il sottomarino è rappresentato in superficie, i Delta III potevano lanciare i propri missili in immersione. Fonte: Wikimedia Commons. Credits: DIA. US Public Domain

Contemporaneamente, occorreva un sottomarino capace di trasportare gli R-29. E qui entrò in gioco il TsKB-18, che ormai era l’ufficio tecnico di riferimento sovietico per gli SSBN (era quello che aveva sviluppato gli Hotel e gli Yankee).

Il TsKB-18 venne incaricato di sviluppare un successore della classe Yankee nel 1965. Stavolta la questione era decisamente più semplice, ed i progettisti decisero di partire dal valido predecessore, apportando le indispensabili modifiche. Il risultato fu un sottomarino abbastanza simile nelle linee generali, solo una decina di metri più lungo e con un sistema propulsivo abbastanza simile (due reattori VM-4 da 90 MW, anche se di una versione modificata). La grande differenza era nel numero di missili: il sistema di lancio degli R-29, il D-9, era evidentemente più ingombrante, ed i progettisti riuscirono a far entrare nei nuovi sottomarini solo 12 missili invece dei 16 del predecessore.

Il primo esemplare venne impostato al cantiere navale Sevmash di Severodvinsk nel 1970, ed entrò in servizio due anni dopo. La NATO lo codificò come classe Delta I. Successivamente, il TsKB-18 (che nel 1966 prese il nome di Ufficio Tecnico Rubin, che mantiene tuttora) sviluppò tre ulteriori versioni, chiamate dall’intelligence occidentale Delta II, Delta III e Delta IV. Le differenze saranno esaminate successivamente.

Descrizione tecnica

In generale, i classe Delta sono dei sottomarini nucleari lanciamissili con il doppio scafo in acciaio, capaci di portare tra 12 e 16 missili balistici sublanciati (SLBM), a seconda della versione. Gli SLBM imbarcati sui classe Delta appartengono tutti alla “famiglia” degli R-29, sviluppata dal solito SKB-385 (chiamato KBM a partire dal 1965 e successivamente Ufficio Tecnico Makayev) che abbiamo già incontrato per gli R-27 degli Yankee e gli R-13 degli Hotel.

I missili, come nella precedente classe Yankee, sono sistemati in due file all’interno dello scafo pressurizzato alle spalle della falsatorre. In questo punto, si può vedere una vistosa sovrastruttura, che serve a contenere le parti terminali degli ordigni.

Internamente, lo scafo pressurizzato è diviso in dieci compartimenti, con gli SLBM sistemati nel quarto e nel quinto.

Il sistema propulsivo, di fondo, era rimasto lo stesso degli Yankee: i reattori utilizzati erano sempre i VM-4 da 90 MW di seconda generazione, in due unità OK-700 per la generazione del vapore, anche se in versioni più perfezionate che fornivano una potenza maggiore. Ovviamente, accanto al sistema propulsivo principale c’era anche quello ausiliario, con motori elettrici e generatori diesel.

Classe Delta con i pozzi aperti
I pozzi di lancio degli SLBM di un Delta III aperti, mentre il battello naviga in emersione. Fonte: Wikimedia Commons. Credits: Svch433. CC BY-SA 3.0

La realizzazione di questi sottomarini è andata avanti per vent’anni, quindi le caratteristiche tra una serie e l’altra possono essere notevoli, e non solo in termini di elettronica ed armamento. Da un punto di vista strettamente dimensionale, infatti, si va dai 139 metri per 11.000 tonnellate di dislocamento in immersione dei Delta I a valori parecchio più alti (rispettivamente, 166 metri per 18.000 tonnellate) nei Delta IV. A queste, occorre anche aggiungere un paio di esemplari modificati per missioni speciali.

La produzione totale ammonta a 43 battelli, suddivisa tra i due cantieri navali di Severodvinsk e Komsomol-na-Amur. Come al solito, gli esemplari prodotti a Severodvinsk erano destinati alla Flotta del Nord, mentre quelli di Komsomol alla Flotta del Pacifico.

Andiamo ad esaminare meglio le differenze tra le varie versioni.

Progetto 667B Murena – Classe Delta I

Classe Delta I
Raffigurazione di un sottomarino classe Delta I. Fonte: Wikimedia Commons. Credits: Mike1979 Russia. CC BY-SA 3.0

Il Progetto 667B, conosciuto in occidente come Delta I, è la “versione base” di questa grande famiglia. Più lunghi di una decina di metri dei predecessori della classe Yankee, imbarcavano un numero minore di missili. Questi però erano parecchio più potenti: gli R-29 (SS-N-8 Sawfly per la NATO) avevano una gittata di circa 8.000 km, e potevano trasportare una singola testata nucleare. Erano anche belli grossi: 13 metri di lunghezza, 1,8 di diametro ed un peso al lancio di oltre 33 tonnellate. Rispetto ai precedenti R-27 (SS-N-6 Serb), avevano dimensioni maggiori ed un peso doppio, e quindi nei nuovi sottomarini ne entrarono appena 12 (contro i 16 del modello precedente sugli Yankee).

I vantaggi però erano indiscutibili: i nuovi missili, con la loro gittata, permettevano ai classe Delta di minacciare gli Stati Uniti continentali senza allontanarsi dalle proprie basi, ed in certi casi potevano addirittura essere tenuti in stato di allerta mentre erano ormeggiati in porto.

Il sistema D-9 inoltre era anche molto perfezionato, perché permetteva il lancio simultaneo di tutti i missili. Sugli Yankee questo non era possibile: gli SLBM potevano esser lanciati in salve di quattro, a distanza di diversi minuti. Gli stessi tempi di preparazione erano stati ridotti, e di parecchio. Insomma, un Delta I, nonostante il numero minore di missili, era decisamente più efficace e letale dei sui predecessori. Successivamente, alcuni esemplari della classe ricevettero i nuovi missili R-29D (sempre chiamati SS-N-8 Sawfly dalla NATO) imbarcati sui Delta II.

Classe Delta I in navigazione
Un Delta I in navigazione, fotografato alla fine degli anni settanta. Fonte: Wikimedia Commons. Credits: US Navy. US Public Domain

La stessa dotazione elettronica era stata migliorata, con l’installazione di sistemi di navigazione satellitare (che, tra le altre cose, miglioravano anche la precisione dei missili).

La produzione totale ammonta a 18 battelli: 10 a Severodvinsk e 8 a Komsomol-na-Amur.

  • Lunghezza: 139 metri
  • Larghezza: 11,7 metri
  • Pescaggio: 8,4 metri
  • Dislocamento in emersione: 8.900 tonnellate
  • Dislocamento in immersione: 11.000 tonnellate
  • Propulsione: sistema OK-700, 2 reattori nucleari VM-4B da 90 MW l’uno, 2 x 20.000 hp, 2 eliche
  • Velocità: 16 nodi in emersione, 25 in immersione
  • Profondità operativa: 320 metri
  • Profondità massima: 400 metri
  • Equipaggio: 120
  • Autonomia: 70 giorni
  • Armamento: 12 missili balistici SS-N-8 Sawfly; 4 tubi lanciasiluri da 533 mm, 2 da 400 mm

Progetto 667BD Murena-M – Classe Delta II

Classe Delta II
Raffigurazione di un sottomarino classe Delta II. Solo quattro esemplari vennero realizzati di questa versione. Fonte: Wikimedia Commons. Credits: Mike1979 Russia. CC BY-SA 3.0

L’Ufficio Tecnico Rubin (nuovo nome del TsKB-18) pensò praticamente subito ad una versione migliorata del Progetto 667B, specialmente per quello che riguardava il numero dei missili. Nel 1972, mentre il primo esemplare della nuova classe entrava in servizio, i progettisti si misero al lavoro su due modelli contemporaneamente. Il primo, probabilmente, venne pensato come un sottomarino “di transizione”, mentre il secondo come qualcosa di decisamente più evoluto.

Il primo di questi progetti, il ‘667BD, venne sviluppato molto rapidamente, tanto che, dopo appena un anno, il cantiere Sevmash di Severodvinsk iniziava a costruire il primo esemplare della nuova serie. Del resto, si trattava essenzialmente di una versione allungata del precedente ‘667B, in modo da farci entrare 16 missili. In altri termini, i compartimenti quattro e cinque erano stati ingranditi, e la lunghezza totale aveva raggiunto i 155 metri, con conseguente aumento del dislocamento. Visto che l’impianto propulsivo era rimasto esattamente lo stesso, la velocità massima era leggermente diminuita.

Altre modifiche riguardarono i missili: al posto degli R-29, furono imbarcati gli R-29D, che erano più potenti (avevano una gittata superiore ai 9.000 km) con relativo sistema di lancio D-9D. Inoltre, forse sulla spinta delle rivelazioni della spia americana Walker, i tecnici decisero di lavorare per diminuire la rumorosità del nuovo sottomarino. I loro sforzi si concretizzarono in un sistema di assorbimento delle vibrazioni intorno alle turbine e nell’implementazione di un nuovo rivestimento idroacustico. Infine, le varie condutture, tubature e sistemi idraulici furono finalmente isolati dallo scafo.

Classe Delta II in navigazione
Uno dei quattro esemplari costruiti della classe Delta II in navigazione. Questi sottomarini prestarono tutti servizio con la Flotta del Nord. La foto è stata scattata negli anni novanta. Fonte: Wikimedia Commons. Credits: US Navy. US Public Domain

Il risultato fu un sottomarino decisamente diverso dall’originale, anche solo per le dimensioni maggiorate. La NATO, vedendolo, lo considerò da subito una cosa a parte, e lo codificò come Delta II. Per i sovietici, invece, fu un semplice “upgrade” dei ‘667B, una specie di “serie di transizione”. La prova di ciò è nel basso numero di esemplari costruito, appena quattro, commissionati nel 1975 con la Flotta del Nord. L’anno successivo già iniziarono ad entrare in servizio i successori.

  • Lunghezza: 155 metri
  • Larghezza: 11,87 metri
  • Pescaggio: 8,6 metri
  • Dislocamento in emersione: 10.500 tonnellate
  • Dislocamento in immersione: 13.600 tonnellate
  • Propulsione: sistema OK-700, 2 reattori nucleari VM-4B da 90 MW l’uno, 2 x 20.000 hp, 2 eliche
  • Velocità: 14 nodi in emersione, 24 in immersione
  • Profondità operativa: 320 metri
  • Profondità massima: 400 metri
  • Equipaggio: 135
  • Autonomia: 80 giorni
  • Armamento: 16 missili balistici SS-N-8 Sawfly; 4 tubi lanciasiluri da 533 mm, 2 da 400 mm

Progetto 667BDR Kalmar – Classe Delta III

Classe Delta III
Raffigurazione di un sottomarino classe Delta III. SI trattò della variante costruita in maggior numero di esemplari. Fonte: Wikimedia Commons. Credits: Mike1979 Russia. CC BY-SA 3.0

L’Ufficio Tecnico Rubin iniziò a lavorare al Progetto 667BDR contemporaneamente al ‘667BD, nel 1972. Il primo esemplare venne impostato nel 1974 ed entrò in servizio due anni dopo. Questo sottomarino, chiamato K-424, inizialmente era un Delta II che venne poi modificato secondo il nuovo progetto.

Nonostante il fatto che dimensioni e dislocamento siano simili, il Progetto 667BDR contiene parecchie innovazioni. Prima di tutto, i missili: si tratta di un’evoluzione degli R-29 di cui abbiamo già parlato, chiamata R-29R (e, come al solito, relativo sistema di lancio D-9R), che era più evoluta. Molto più evoluta.

L’R-29R (SS-N-18 Stingray per la NATO) è stato il primo SLBM sovietico a testata multipla: infatti, questo ordigno può caricare fino a sette testate nucleari da 500 kilotoni l’una, con una gittata utile che va da 6.500 a 8.000 km (a seconda della versione e del numero di testate imbarcato). Come dimensioni, si differenziano dai precedenti per essere un po’ più lunghi (14 metri e mezzo contro poco più di 13) e pesanti un paio di tonnellate in più. Questo comportò una “gobba” dietro alla falsatorre ancora più alta e lunga dei modelli precedenti (dove pure non passava inosservata). Per concludere il discorso sull’armamento, questi sottomarini sono stati i primi della “famiglia” Delta ad imbarcare alcuni missili antiaerei a corto raggio Strela-2M: non servono sicuramente ad abbattere aerei supersonici, ma possono dare parecchio fastidio agli elicotteri antisommergibile.

La strumentazione venne completamente rinnovata: sistemi di comunicazione, di gestione della battaglia, sonar… Praticamente tutti gli impianti di bordo subirono un “upgrade”.

La propulsione, rispetto ai Delta II, è stata aggiornata: un sistema OK-700A, con due reattori ad acqua pressurizzata VM-4S capaci di sprigionare una potenza complessiva di 40.000 hp (55.000 secondo altre fonti) e due eliche a sette pale. La velocità è rimasta praticamente la stessa rispetto alla versione precedente.

Di questi sottomarini, che la NATO ha identificato come Delta III, ne sono stati costruiti 14 esemplari, tutti al cantiere Sevmash di Severodvinsk.

  • Lunghezza: 157 metri
  • Larghezza: 11,87 metri
  • Pescaggio: 8,7 metri
  • Dislocamento in emersione: 10.600 tonnellate
  • Dislocamento in immersione: 13.700 tonnellate
  • Propulsione: sistema OK-700A, 2 reattori nucleari VM-4S da 90 MW l’uno, 2 x 20.000 hp, 2 eliche
  • Velocità: 14 nodi in emersione, 24 in immersione
  • Profondità operativa: 320 metri
  • Profondità massima: 400 metri
  • Equipaggio: 130
  • Autonomia: 80 giorni
  • Armamento: 16 missili balistici SS-N-18 Stingray; 4 tubi lanciasiluri da 533 mm, 2 da 400 mm; missili antiaerei a corto raggio Strela-2M

Progetto 667BDRM Delfin – Classe Delta IV

Classe Delta IV
Raffigurazione di un sottomarino classe Delta IV. Ne sono stati realizzati sette esemplari, tutti in servizio. Fonte: Wikimedia Commons. Credits: Mike1979 Russia. CC BY-SA 3.0

I progettisti dell’Ufficio Tecnico Rubin non amano perdere tempo. 1975: il primo esemplare di quella che sarebbe diventata la classe Delta III era ancora in costruzione, quando iniziarono a sviluppare una versione successiva. E non solo quella: sempre in quegli anni, iniziò la progettazione di quello che sarebbe diventato il più grande sottomarino mai costruito, la classe Typhoon. Le due classi, sostanzialmente, vennero sviluppate in parallelo. La VMF sovietica puntava particolarmente sui Typhoon, che erano visti come un’adeguata risposta alla classe Ohio americana (ed ai suoi 24 missili imbarcati), ma si decise comunque di portare avanti un’evoluzione del Progetto 667BDR. Probabilmente, questo fu dovuto sia a motivi di costo (quelli dei Typhoon sono esorbitanti) sia di prudenza: la classe Typhoon conteneva (e contiene tuttora) soluzioni tecniche uniche, ed evidentemente la marina voleva tutelarsi nel caso il progetto fosse stato un fallimento.

I progettisti lavorarono a lungo sulla nuova versione della classe Delta. infatti, fu solo nel 1981 che il K-51, primo esemplare del Progetto 667BDRM (che la NATO identificò come Delta IV), venne impostato a Severodvinsk, nel solito cantiere Sevmash.

Questo progetto era ovviamente un’evoluzione del precedente ‘667BDR, ma conteneva parecchi elementi di novità.

K-18 Karelia - Classe Delta IV
Il K-18 Karelia (Delta IV) nel 1989, in una base della Flotta del Nord. Fonte: Wikimedia Commons. Credits: Mil.ru. CC BY 4.0

Lo scafo, prima di tutto: quello esterno è più lungo di una decina di metri (in particolare nella sezione di prua), mentre quello pressurizzato ha una larghezza maggiore. Per la propulsione, i progettisti riutilizzarono il precedente sistema OK-700A, ma con l’ennesima versione perfezionata dei reattori VM-4 di seconda generazione (i VM-4SG) da 90 MW. Anche in questo caso, le fonti non concordano sulla potenza prodotta, visto che si va dai 40.000 ai 60.000 hp.

La vera novità era costituita dall’armamento. Inizialmente, Delta IV imbarcarono i nuovi R-29RM Shtil (conosciuti in occidente con il nome in codice NATO di SS-N-23 Skiff), ennesima versione dell’R-29 sviluppata dal solito Ufficio Tecnico Makayev: dei mostri da 40 tonnellate e 15 metri di lunghezza, capaci di trasportare 10 testate nucleari ad oltre 8.000 km. Fu il primo sottomarino sovietico a poter lanciare i missili in ogni direzione, alla profondità di 55 metri ed in movimento. Un Delta IV era in grado di “rilasciare” il suo carico in appena 3 minuti e 44 secondi: il tempo che ci impiegò nell’agosto del 1991 il sottomarino K-407 per sparare tutti i suoi 16 missili in una singola salva. Si trattava di un’esercitazione chiamata Behemoth-2, e fu la prima volta che un SSBN faceva una cosa del genere. Per la cronaca, il sottomarino perse con un colpo solo circa 700 tonnellate di peso.

La fine dell’Unione Sovietica rallentò tutti i programmi di ammodernamento della flotta, e quindi i sottomarini (e non solo loro) dovettero restare in servizio più a lungo. Per mantenere gli SSBN adeguati ai loro compiti, la marina decise di aggiornare i missili (soluzione più economica che costruire un sottomarino nuovo). Nel 2010, tutti i Delta IV ricevettero il nuovo R-29RMU Sineva, decisamente più perfezionato rispetto al precedente modello.

In realtà, contemporaneamente era in fase di sviluppo un altro SLBM per i nuovi SSBN della classe Borei/Yuri Dolgorukiy, il Bulava, che era considerato a tutti gli effetti un “rivale” del Sineva. Il problema è che questo missile ebbe una messa a punto molto lunga e piena di incidenti, e convertire i Delta IV al Bulava sarebbe stato difficile (hanno dimensioni diverse: sono più corti e più larghi). Lo stesso discorso vale anche al contrario: modificare i nuovi classe Borei per farci entrare i Sineva sarebbe troppo costoso.

La marina russa ha scelto di continuare a schierare i derivati degli R-29 a bordo dei Delta IV e lasciare i Bulava ai nuovi Borei.

Nel 2014, la marina russa ha iniziato ad immettere in servizio l’ultima versione dell’R-29: si tratta dell’R-29RMU2 Layner, capace di trasportare fino a 12 testate nucleari e con tecnologie che lo renderebbero immune ai sistemi antimissile oggi in servizio. I dettagli diffusi su questo ultimo missile comunque sono scarsi.

K-114 Tula - Classe Delta IV
Il K-114 Tula, nel 2012. Fonte: Wikimedia Commons. Credits: Mil.ru. CC BY 4.0

Una grossa novità dei Delta IV riguarda i siluri. Al contrario dei predecessori, infatti, i Progetto 667BDRM hanno solo quattro tubi da 533 mm, che però sono molto più versatili. Il sistema di gestione Omnibus-BDRM è decisamente avanzato, e consente di gestire siluri convenzionali e missili antisommergibile SS-N-16 Stallion. Gli stessi sistemi di comunicazione sono stati aggiornati.

Sui Delta IV, i progettisti hanno implementato ulteriori misure per ridurre la traccia acustica. Prima di tutto, l’apparato propulsivo (soprattutto turbine ed apparati collegati) è stato isolato dallo scafo pressurizzato, sempre per una questione di vibrazioni. Inoltre, sono stati utilizzati nuovi rivestimenti antirumore sugli scafi (interno ed esterno) e le eliche hanno subìto una riprogettazione radicale.

Complessivamente, i Delta IV sono stati realizzati in sette esemplari, tutti a Severodvinsk, entrati in servizio nella Flotta del Nord a partire dal dicembre 1984. Probabilmente la VMF intendeva metterne in servizio un numero maggiore, visto che un paio di battelli sarebbero stati impostati ma mai ultimati.

  • Lunghezza: 166,33 metri
  • Larghezza: 11,71 metri
  • Pescaggio: 10,5 metri
  • Dislocamento in emersione: 11.740 tonnellate
  • Dislocamento in immersione: 18.200 tonnellate
  • Propulsione: sistema OK-700A, 2 reattori nucleari VM-4SG da 90 MW l’uno, 2 x 20.000 hp, 2 eliche
  • Velocità: 15,35 nodi in emersione, 24 in immersione
  • Profondità operativa: 320 metri
  • Profondità massima: 400 metri
  • Equipaggio: 135
  • Autonomia: 90 giorni
  • Armamento: 16 missili balistici SS-N-23 Skiff; 4 tubi lanciasiluri da 533 mm, con siluri e missili antisommergibile SS-N-16 Stallion

Progetto 09786 – Classe Delta Stretch

Classe Delta Stretch
Raffigurazione del KS-129/BS-136 Orenburg, unico esemplare modificato come Delta Stretch. Progettato per trasportare sottomarini atomici per missioni speciali, che trasporta in zona operazioni “agganciati” nella parte inferiore. Fonte: Wikimedia Commons. Credits: Mike1979 Russia. CC BY-SA 3.0

Un esemplare della classe Delta III è stato modificato come “sottomarino madre” per sottomarini per missioni speciali. Tra il 1994 ed il 2002 il K-129 è stato sottoposto ad estesi lavori. Come risultato, il battello è stato disarmato ed allungato di alcuni metri, rendendolo idoneo a trasportare sottomarini delle classi X-Ray, Paltus e Losharik. Il K-129 è stato prima rinominato KS-129 e poi BS-136 Orenburg.

Il fatto che nonostante la cronica mancanza di fondi degli anni novanta, la VMF abbia impiegato tempo e risorse per convertire un sottomarino per questi compiti, dimostra l’estrema importanza che queste missioni ricoprono nella strategia navale della Russia.

  • Lunghezza: 162,5 metri
  • Larghezza: 11,87 metri
  • Pescaggio: 8,7 metri
  • Dislocamento in emersione: ?
  • Dislocamento in immersione: ?
  • Propulsione: sistema OK-700A, 2 reattori nucleari VM-4S da 90 MW l’uno, 2 x 20.000 hp, 2 eliche
  • Velocità: 14 nodi in emersione, 24 in immersione?
  • Profondità operativa: 320 metri?
  • Profondità massima: 400 metri?
  • Equipaggio: 130?
  • Autonomia: 80 giorni?
  • Armamento: nessuno

Progetto 09787 – Classe Delta IV Stretch

Tra il 1999 ed il dicembre 2016, la marina sovietica ha convertito un Delta IV (il K-64) nel ruolo di “sottomarino madre” per battelli spia. I lavori sono andati avanti a lungo, probabilmente per motivi sia tecnici sia economici, e sono stati fermi diversi anni. Le modifiche, infatti, sono state molto estese, ed hanno trasformato il K-64 nel più lungo sottomarino del mondo. Il nome del battello è stato cambiato in BS-64 Podmoskovye.

Dal punto di vista estetico, la “gobba” sul retro della falsatorre è stata fortemente abbassata (ora è quasi inesistente), ed il compartimento missili rimosso. Tuttavia, è stata aggiunta una sezione di scafo, che ne ha portato la lunghezza complessiva a 174 metri. I sottomarini spia (come del resto in tutti i predecessori) vengono agganciati sotto, mentre sul dorso alle spalle della falsatorre è possibile trasportare alcuni carichi non meglio specificati (probabilmente minisommergibili da soccorso convenzionali). Sempre sul dorso, dalle foto si possono vedere delle botole, delle quali non si conosce la funzione. Niente di strano, comunque: è un battello che serve a trasportare sottomarini da spionaggio, sotto il controllo del Ministero della Difesa russo. Normale che le informazioni siano poche…

Progetto 667BDRMK

Si trattava di una versione aggiornata dei classe Delta, mai realizzata.

Servizio operativo

La storia operativa della classe Delta è iniziata nei primi anni settanta, e prosegue oggi. Il loro punto di forza era (ed è tuttora) la gittata dei missili: 8-9.000 km sono tanti, e consentono a questi sottomarini di minacciare gli Stati Uniti continentali senza allontanarsi dalle coste russe (e spesso senza allontanarsi nemmeno dal loro ormeggio). Pare infatti che le aree di pattugliamento di questi SSBN siano a 3-4 giorni di distanza dalle loro basi, quindi relativamente al sicuro. Di conseguenza, non erano costretti a spingersi, come i propri predecessori, nei pressi delle coste americane a causa della scarsa gittata dei propri missili, sfidando il GIUK gap e quindi le marine della NATO in cacce tipo gatto col topo.

Complessivamente, ne entrarono in servizio 43 esemplari, che in sostanza andarono a sostituire le classi precedenti Yankee ed Hotel (convertiti per altri utilizzi). Il loro numero iniziò a diminuire inesorabilmente a partire dagli anni novanta: la guerra fredda era finita, l’economia russa era allo sfascio e bisognava ottemperare al trattato START-1 sulla riduzione degli armamenti strategici. Un altro fattore importante era quello relativo all’età: un classe Delta, se tenuto bene ed utilizzato normalmente, ha una vita utile di 20-30 anni. I primi esemplari, quindi, stavano inesorabilmente invecchiando.

Classe Delta nel Pacifico
Il K-211 ed il K-506 fotografati all’ormeggio in una base della Flotta del Pacifico. Fonte: Wikimedia Commons. Credits: Svch433. CC BY-SA 3.0

Alcuni battelli della classe Delta I vennero ritirati dal servizio già dal nel 1992, ma fu solo a partire dal 1994 che i Progetto 667B e 667BD iniziarono ad essere radiati a ritmi sostenuti. I Delta II furono tutti rottamati nel 1995, mentre qualche isolato Delta I sopravvisse fino al 2000. Non è chiaro quanti di questi fossero realmente operativi o armati: è molto probabile che giacessero abbandonati nei porti, spesso con gli armamenti rimossi.

Lo smantellamento di una simile flotta andava oltre le capacità tecniche ed economiche della Russia post sovietica, quindi spesso furono gli americani a finanziare la demolizione in sicurezza dei temibili SSBN dell’ex nemico.

I Delta III sopravvissero più a lungo. Nonostante i primi esemplari fossero stati ritirati dal servizio già nel 1995, la VMF ci ha messo un altro quarto di secolo per terminare la radiazione di questi battelli. Poco utilizzati negli anni novanta e duemila, e sottoposti a lavori per prolungarne la vita utile, hanno dovuto mantenere (insieme ai Delta IV, loro tutti operativi) la capacità di deterrenza nucleare russa. I vertici della marina, infatti, avevano stabilito che il numero minimo di SSBN doveva essere di 12 unità: dunque, i Delta III hanno dovuto integrare i 6-7 Delta IV disponibili, anche perché i classe Typhoon non erano praticamente più attivi per motivi di costi ed i classe Borei erano in ritardo clamoroso (il primo esemplare venne impostato nel 1996, varato nel 2007 e commissionato nel 2013).

Nel 2023, rimangono in servizio:

  • un Delta III, anche se probabilmente verrà radiato a breve. Si tratta del K-44 Ryazan: nel 2019, durante un’esercitazione, uno dei suoi missili ha fatto cilecca, segno inesorabile di invecchiamento del battello e delle armi imbarcate (e dopo 38 anni di onorato servizio, ci starebbe pure). Il battello, tra l’altro, nel 2020 è stato disarmato e riclassificato sottomarino nucleare da attacco
  • sei Delta IV, che dovrebbero restare operativi con la marina russa almeno fino al 2030, quando saranno disponibili un numero adeguato di battelli classe Borei. Un esemplare, il K-407 Novomoskovsk, è stato protagonista di un lancio multiplo di missili (che ho raccontato qui).

A questi si devono aggiungere il BS-136 Orenburg (Delta III) ed il BS-64 Podmoskovye (Delta IV), utilizzati come “sottomarini madre” per battelli da spionaggio.

Incidenti

  • 20 marzo 1993: K-407 Novomoskovsk (Delta IV). Collisione al largo della penisola di Kola con il sottomarino nucleare da attacco USS Grayling. Mentre il battello americano stava seguendo quello russo, se lo perse un attimo e poi se lo ritrovò praticamente davanti. Entrambi i sottomarini riportarono danni lievi e tornarono in servizio.
  • 5 maggio 1998: K-457 (Delta I). Perdita di combustibile da uno dei missili. Il sottomarino è stato radiato l’anno successivo.
  • 22 settembre 2011: K-433 Svyatoy Georgiy Pobedonosets (Delta III). Collisione con un peschereccio, il sottomarino non ha riportato gravi danni.
  • 29 dicembre 2011: K-84 Ekaterinburg (Delta IV). Incendio a bordo del sottomarino mentre era in revisione nel bacino di carenaggio. Il battello ha riportato danni piuttosto seri.

Esemplari costruiti

Classe Delta I

K-279

Cantiere: Sevmash (Severodvinsk)
Impostazione: 30/03/1970
Varo: 20/12/1971
Ingresso in servizio: 27/12/1972
Status: radiato nel 1991
Note:

K-447

Cantiere: Sevmash (Severodvinsk)
Impostazione: 18/03/1971
Varo: 31/12/1972
Ingresso in servizio: 30/09/1973
Status: radiato nel 2004
Note: 2000: K-447 Kislovodsk

K-450

Cantiere: Sevmash (Severodvinsk)
Impostazione: 03/07/1971
Varo: 15/04/1973
Ingresso in servizio: 29/12/1973
Status: radiato nel 1993
Note: modificato con missili R-29D

K-385

Cantiere: Sevmash (Severodvinsk)
Impostazione: 20/10/1971
Varo: 18/06/1973
Ingresso in servizio: 30/12/1973
Status: radiato nel 1994
Note:

K-457

Cantiere: Sevmash (Severodvinsk)
Impostazione: 31/12/1971
Varo: 25/08/1973
Ingresso in servizio: 30/12/1973
Status: radiato nel 1999
Note:

K-465

Cantiere: Sevmash (Severodvinsk)
Impostazione: 22/03/1972
Varo: 02/12/1973
Ingresso in servizio: 30/09/1974
Status: radiato nel 1994
Note:

K-460

Cantiere: Sevmash (Severodvinsk)
Impostazione: 05/06/1972
Varo: 07/02/1974
Ingresso in servizio: 20/09/1974
Status: radiato nel 1995
Note: modificato con missili R-29D

K-472

Cantiere: Sevmash (Severodvinsk)
Impostazione: 10/08/1972
Varo: 26/04/1974
Ingresso in servizio: 14/11/1974
Status: radiato nel 1995
Note: modificato con missili R-29D

K-475

Cantiere: Sevmash (Severodvinsk)
Impostazione: 17/10/1972
Varo: 25/06/1974
Ingresso in servizio: 23/12/1974
Status: radiato nel 1995
Note: modificato con missili R-29D

K-171

Cantiere: Sevmash (Severodvinsk)
Impostazione: 24/01/1973
Varo: 04/08/1974
Ingresso in servizio: 29/12/1974
Status: radiato nel 1995
Note:

K-366

Cantiere: Leninskiy Komsomol (Komsomolsk-na-Amur)
Impostazione: 06/03/1973
Varo: 08/06/1974
Ingresso in servizio: 30/12/1974
Status: radiato nel 1993
Note:

K-417

Cantiere: Leninskiy Komsomol (Komsomolsk-na-Amur)
Impostazione: 09/05/1974
Varo: 06/05/1975
Ingresso in servizio: 20/12/1975
Status: radiato nel 1995
Note:

K-477

Cantiere: Leninskiy Komsomol (Komsomolsk-na-Amur)
Impostazione: 05/12/1974
Varo: 13/07/1975
Ingresso in servizio: 30/12/1975
Status: radiato nel 1995
Note:

K-497

Cantiere: Leninskiy Komsomol (Komsomolsk-na-Amur)
Impostazione: 21/02/1975
Varo: 29/04/1976
Ingresso in servizio: 31/12/1976
Status: radiato nel 1995
Note: modificato con missili R-29D

K-500

Cantiere: Leninskiy Komsomol (Komsomolsk-na-Amur)
Impostazione: 25/07/1975
Varo: 14/07/1976
Ingresso in servizio: 19/12/1976
Status: radiato nel 2004?
Note: modificato con missili R-29D

K-512

Cantiere: Leninskiy Komsomol (Komsomolsk-na-Amur)
Impostazione: 21/01/1976
Varo: 26/09/1976
Ingresso in servizio: 18/08/1977
Status: radiato nel 1995
Note: modificato con missili R-29D.1988: K-512 70 Let VLKSM. 1992: K-512

K-523

Cantiere: Leninskiy Komsomol (Komsomolsk-na-Amur)
Impostazione: 01/07/1976
Varo: 03/05/1977
Ingresso in servizio: 30/10/1977
Status: radiato nel 1995
Note:

K-530

Cantiere: Leninskiy Komsomol (Komsomolsk-na-Amur)
Impostazione: 05/11/1976
Varo: 23/07/1977
Ingresso in servizio: 28/12/1977
Status: radiato nel 1999
Note:

Classe Delta II

K-182

Cantiere: Sevmash (Severodvinsk)
Impostazione: 10/04/1973
Varo: 12/01/1975
Ingresso in servizio: 30/09/1975
Status: radiato nel 1995
Note: 1977: K-182 60 Let Velikogo Oktyabrya. 1992: K-182

K-92

Cantiere: Sevmash (Severodvinsk)
Impostazione: 09/07/1973
Varo: 03/05/1975
Ingresso in servizio: 17/12/1975
Status: radiato nel 1995
Note:

K-193

Cantiere: Sevmash (Severodvinsk)
Impostazione: 03/09/1973
Varo: 01/07/1975
Ingresso in servizio: 30/12/1975
Status: radiato nel 1995
Note: impostato come Delta I

K-421

Cantiere: Sevmash (Severodvinsk)
Impostazione: 30/11/1973
Varo: 01/07/1975
Ingresso in servizio: 30/12/1975
Status: radiato nel 1995
Note:

Classe Delta III

K-424

Cantiere: Sevmash (Severodvinsk)
Impostazione: 30/01/1974
Varo: 11/02/1976
Ingresso in servizio: 30/12/1976
Status: radiato nel 1995
Note: impostato come Delta II

K-441

Cantiere: Sevmash (Severodvinsk)
Impostazione: 07/05/1974
Varo: 25/05/1976
Ingresso in servizio: 31/10/1976
Status: radiato nel 1995
Note:

K-449

Cantiere: Sevmash (Severodvinsk)
Impostazione: 19/07/1974
Varo: 29/07/1976
Ingresso in servizio: 26/12/1976
Status: radiato nel 2001
Note:

K-455

Cantiere: Sevmash (Severodvinsk)
Impostazione: 16/10/1974
Varo: 16/08/1976
Ingresso in servizio: 30/12/1976
Status: radiato nel 2000
Note:

K-490

Cantiere: Sevmash (Severodvinsk)
Impostazione: 06/03/1975
Varo: 27/01/1977
Ingresso in servizio: 30/09/1977
Status: radiato nel 2003
Note:

K-487

Cantiere: Sevmash (Severodvinsk)
Impostazione: 09/06/1975
Varo: 04/04/1977
Ingresso in servizio: 27/12/1977
Status: radiato nel 1998
Note:

K-496 Borisoglebsk

Cantiere: Sevmash (Severodvinsk)
Impostazione: 23/09/1975
Varo: 13/08/1977
Ingresso in servizio: 30/12/1977
Status: radiato nel 2009
Note: 1999: K-496 Borisoglebsk

K-506 Zelenograd

Cantiere: Sevmash (Severodvinsk)
Impostazione: 29/12/1975
Varo: 26/01/1978
Ingresso in servizio: 30/11/1978
Status: radiato nel 2010
Note: 1998: K-506 Zelenograd

K-211 Petropavlovsk-Kamchatsky

Cantiere: Sevmash (Severodvinsk)
Impostazione: 19/08/1976
Varo: 13/01/1979
Ingresso in servizio: 28/09/1979
Status: radiato nel 2010
Note: 1998: K-211 Petropavlovsk-Kamchatsky

K-223 Podolsk

Cantiere: Sevmash (Severodvinsk)
Impostazione: 19/02/1977
Varo: 30/04/1979
Ingresso in servizio: 21/11/1979
Status: radiato nel 2016
Note: 1998: K-223 Podolsk

K-180

Cantiere: Sevmash (Severodvinsk)
Impostazione: 27/12/1977
Varo: 08/01/1980
Ingresso in servizio: 25/09/1980
Status: radiato
Note:

K-433 Svyatoy Georgiy Pobedonosets

Cantiere: Sevmash (Severodvinsk)
Impostazione: 24/08/1978
Varo: 20/06/1980
Ingresso in servizio: 15/12/1980
Status: radiato nel 2017
Note: 1998: K-433 Svyatoy Georgiy Pobedonosets

BS-136 Orenburg (K-129)

Cantiere: Sevmash (Severodvinsk)
Impostazione: 09/04/1979
Varo: 15/04/1981
Ingresso in servizio: 05/11/1981
Status: operativo
Note: 1996: KS-129. 2002: Delta Stretch. 2004: BS-64 Orenburg

K-44 Ryazan

Cantiere: Sevmash (Severodvinsk)
Impostazione: 31/01/1980
Varo: 19/01/1982
Ingresso in servizio: 17/09/1982
Status: operativo?
Note: 1998: K-44 Ryazan. 2020: SSN

Classe Delta IV

K-51 Verkhoturye

Cantiere: Sevmash (Severodvinsk)
Impostazione: 23/02/1981
Varo: 07/03/1984
Ingresso in servizio: 28/12/1984
Status: operativo
Note: 1981: K-51 XXVI syezda KPSS.1992: K-51. 1999: K-51 Verkhoturye

K-84 Ekaterinburg

Cantiere: Sevmash (Severodvinsk)
Impostazione: 17/02/1982
Varo: 17/03/1985
Ingresso in servizio: 30/12/1985
Status: operativo?
Note: 1999: K-84 Ekaterinburg

BS-64 Podmoskovye (K-64)

Cantiere: Sevmash (Severodvinsk)
Impostazione: 18/12/1982
Varo: 02/02/1986
Ingresso in servizio: 23/12/1986
Status: operativo
Note: 1999: KS-64. Anni 2000: BS-64 Podmoskovye. 2016: Delta IV Stretch

K-114 Tula

Cantiere: Sevmash (Severodvinsk)
Impostazione: 22/02/1984
Varo: 22/01/1987
Ingresso in servizio: 30/10/1987
Status: operativo
Note: 1997: K-114 Tula

K-117 Bryansk

Cantiere: Sevmash (Severodvinsk)
Impostazione: 20/04/1985
Varo: 08/02/1988
Ingresso in servizio: 30/09/1988
Status: operativo
Note: 1998: K-117 Bryansk

K-18 Karelia

Cantiere: Sevmash (Severodvinsk)
Impostazione: 07/02/1986
Varo: 02/02/1989
Ingresso in servizio: 10/10/1989
Status: operativo
Note: 1996: K-18 Karelia

K-407 Novomoskovsk

Cantiere: Sevmash (Severodvinsk)
Impostazione: 02/02/1987
Varo: 28/02/1990
Ingresso in servizio: 27/11/1990
Status: operativo
Note: 1997: K-407 Novomoskovsk

K-433 - Classe Delta III
Il K-433 Svyatoy Georgiy Pobedonosets in revisione. Notare le dimensioni rispetto alle persone, in basso. Fonte: Wikimedia Commons. Credits: Svch433. CC BY-SA 3.0

Fonti

(immagine di copertina tratta da Wikimedia Commons. Credits: US Navy. US Public Domain)

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