Classe Charlie 1990

Classe Charlie, i piccoli SSGN “cacciatori di portaerei” sovietici

I sottomarini lanciamissili antinave della classe Charlie (nome in codice NATO del Progetto 670) vennero inizialmente sviluppati come versione a basso costo della più costosa classe Papa. Quest’ultima avrebbe dovuto sostituire i precedenti classe Echo nella caccia alle portaerei americane. Tuttavia, gli elevatissimi costi del nuovo progetto spinsero la marina sovietica a rivedere i suoi piani: la classe Papa venne realizzata in un’unica unità (il K-222), mentre i classe Charlie diventarono i principali e più moderni sottomarini con missili antinave a disposizione dell’Unione Sovietica. Questa situazione durò fino al 1980, quando entrarono in servizio gli enormemente più prestanti battelli della classe Oscar.

I classe Charlie comunque furono i primi sottomarini nucleari sovietici capaci di lanciare un missile antinave restando in immersione.

Storia

Alla fine degli anni cinquanta, l’Unione Sovietica iniziò a pensare ad un successore più “prestante” dei classe Echo (che per la cronaca non erano ancora entrati in servizio). Il vero problema, infatti, era il missile: l’armamento previsto era costituito da un certo numero di P-5 ed i P-6 (SS-N-3 Shaddock per la NATO), che dovevano obbligatoriamente essere lanciati in emersione. Lo stesso sottomarino era costretto a rimanere in superficie durante tutto il tragitto del missile, in modo da “illuminare” il bersaglio e consentire all’ordigno in volo di colpirlo, il tutto rendendo questi battelli molto vulnerabili.

La soluzione sembrò essere il P-120 Malakhit (SS-N-9 Siren per la NATO), che poteva essere utilizzato lasciando il sottomarino in immersone. Tuttavia, una serie di ritardi nello sviluppo portò all’adozione di una soluzione provvisoria, il P-70 Ametist: era meno sofisticato, aveva una gittata più corta, ma si poteva lanciare sott’acqua. Insomma, in attesa del “definitivo” P-120, poteva andare bene.

La classe Papa era la prescelta per imbarcare il nuovo missile, ma risultò troppo estrema: già durante lo sviluppo, probabilmente, emersero dei dubbi sulla possibilità di realizzarne in gran numero, a causa degli elevatissimi costi previsti per singolo esemplare. Quindi, la marina sovietica richiese una variante a basso costo, tecnologicamente meno spinta e che potesse essere costruita in grandi numeri senza rovinare l’economia sovietica.

La proposta vincente fu quella del TsKB-112 Lazurit, un ufficio tecnico attivo a Gorky (oggi Nizhny Novgorod) che fino a quel momento aveva sviluppato sottomarini convenzionali. Questo presentò il Progetto 670 Skat, che ricevette il nome in codice NATO di classe Charlie. Come per la classe Papa, anche i Charlie avrebbero dovuto ricevere il missile P-120. Tuttavia, i già citati ritardi nello sviluppo imposero di utilizzare il P-70.

La costruzione del primo esemplare, il K-43, iniziò presso il cantiere navale fluviale Krasnoye Sormovo di Gorky nel 1964. Il sottomarino entrò in servizio tre anni dopo, seguito da altri dieci battelli.

Quando finalmente il missile P-120 diventò disponibile, venne realizzata una versione modificata in grado di imbarcarlo: il Progetto 670M (conosciuta dalla NATO come Charlie II), che entrò in servizio in sei unità a partire dal 1973.

Tutti gli esemplari furono realizzati a Gorky.

Classe Charlie in immersione
Un esemplare della classe Charlie II fotografato mentre naviga a quota periscopica, nel 1986. Fonte: Wikimedia Commons. Credits: US Navy. US Public Domain

Descrizione tecnica

I classe Charlie, con il loro doppio scafo in acciaio, erano molto più convenzionali ed economici della classe Papa. Le dimensioni erano inferiori ai precedenti Echo, e raggiungevano i 96 metri.

Probabilmente i progettisti interpretarono un po’ troppo alla lettera il concetto di “basso costo” nella realizzazione di questi sottomarini. I classe Charlie, infatti, hanno una particolarità che li differenzia da tutti i battelli subacquei fabbricati dai sovietici fino a quel momento: hanno un singolo reattore nucleare (un VM-4 da 89 MW), contro i due di tutti gli altri. Questo sicuramente abbassò i costi di produzione, ma diminuì anche la velocità massima: appena 26 nodi, ben al di sotto dei 30 che si ritenevano necessari per contrastare le “task force” americane con le loro portaerei.

L’armamento era costituito da otto missili antinave P-70 (SS-N-7 Starbright per la NATO) sui Charlie I e da altrettanti P-120 Malakhit (SS-N-9 Siren) sui Charlie II. Entrambi avevano una gittata parecchio inferiore alle varie versioni degli SS-N-3 Shaddock imbarcati sugli Echo (che potevano viaggiare per oltre 400 km), però potevano essere lanciati in immersione.

La differenza era enorme: gli SS-N-3 potevano essere lanciati solo in emersione, avevano tempi di preparazione piuttosto lunghi, e lo stesso sottomarino era costretto a rimanere in superficie durante il “volo” del missile. I P-70/P-120, invece, nonostante la loro gittata, avevano un sistema di guida satellitare e si potevano lanciare in immersione: praticamente, consentivano al battello che li imbarcava di restare sempre sott’acqua. In termini di sicurezza era sicuramente un bel vantaggio. Inoltre, gli Echo erano costretti ad utilizzare, per il puntamento, gli aerei da pattugliamento marittimo, per loro natura molto vulnerabili. Grazie ai sistemi satellitari, tutto questo non sarebbe stato più necessario.

Bisogna dire però che il sistema satellitare non funzionò mai come avrebbe dovuto. Quindi i Charlie, nonostante potessero operare in immersione, erano spesso costretti ad utilizzare i tradizionali (e vulnerabili) aerei. Questo problema venne definitivamente risolto solo con i P-700 Granit imbarcati sui classe Oscar, a partire dagli anni ottanta.

SS-N-9 Siren
Un missile antinave SS-N-9 Siren. I Charlie II ne imbarcavano otto esemplari. Fonte: Wikimedia Commons. Credits: Vitaly Kuzmin. CC BY 4.0

I missili erano sistemati in modo molto differente rispetto ai precedenti Echo. Sui Progetto 670, infatti, i tubi di lancio erano montati in due file parallele ai lati della falsatorre, sistemati nell’intercapedine tra lo scafo pressurizzato e quello esterno (non pressurizzato). Questa soluzione, adottata anche dal contemporaneo K-222 (classe Papa), divenne una sorta di “standard” e fu implementata anche sui successivi Oscar.

I Charlie, però, avevano una caratteristica piuttosto interessante: a dimensioni relativamente ridotte, univano una buona dotazione elettronica e di siluri, che consentiva loro di operare efficacemente anche come un normale sottomarino nucleare da attacco. I suoi sei tubi lanciasiluri infatti, potevano lanciare siluri convenzionali oppure missili antisommergibile SS-N-15 Starfish. Un appunto sui tubi lanciasiluri: se le fonti concordano sul numero, non lo fanno affatto sul calibro. I “numeri” più accreditati sembrerebbero essere 4 tubi da 533 mm e 2 da 400 mm, anche se si trovano in giro valori diversi (tipo sei da 533 mm).

Calibro dei tubi a parte, è chiaro che i classe Charlie avrebbero potuto continuare a dare la caccia al naviglio nemico anche dopo aver lanciato i missili antinave (che potevano essere ricaricati solo in porto).

Progetto 670 Skat – Classe Charlie I

Classe Charlie I
Raffigurazione di un sottomarino classe Charlie I. Fonte: Wikimedia Commons. Credits: Mike1979 Russia. CC BY-SA 3.0

I battelli della classe Charlie I sono stati i più piccoli sottomarini nucleari sovietici costruiti della cosiddetta “seconda generazione” (che comprende anche i Victor e gli Yankee/Delta) e non solo. La loro lunghezza infatti era di appena 96 metri, con un dislocamento in immersione di appena 4.400 tonnellate. L’armamento, oltre ai tubi lanciasiluri, era costituito da otto missili P-70 Ametist (SS-N-7 Satbright), con una gittata massima di una sessantina di chilometri. Inizialmente, i piani della marina sovietica erano di imbarcare i P-120 (SS-N-9 Siren), ed i tubi di lancio furono effettivamente dimensionati per questi ultimi. Tuttavia, visto che i Siren non erano ancora pronti i tecnici furono costretti a ripiegare sugli SS-N-7, meno sofisticati ma subito disponibili. Sistemarli nei tubi di lancio non fu un problema, visto che i P-70 erano più piccoli dei P-120.

  • Lunghezza: 95,55 metri
  • Larghezza: 9,6 metri
  • Pescaggio: 7,81 metri
  • Dislocamento in emersione: 3.574 tonnellate
  • Dislocamento in immersione: 4.430 tonnellate
  • Propulsione: Sistema OK-350, 1 reattore nucleare VM-4 da 89 MW, 1 x 18.800 hp, un’elica
  • Velocità: 12 nodi in emersione, 26 in immersione
  • Profondità operativa: 240 metri
  • Profondità massima: 300 metri
  • Equipaggio: 86
  • Autonomia: 60 giorni
  • Armamento: 8 missili SS-N-7 Starbright; 4 tubi lanciasiluri da 533 mm, 2 da 400 mm con siluri e missili antinave SS-N-15 Starfish

Progetto 670M Skat-M (o Chayka) – Classe Charlie II

Classe Charlie II
Raffigurazione di un sottomarino classe Charlie II. Fonte: Wikimedia Commons. Credits: Mike1979 Russia. CC BY-SA 3.0

I Charlie II si differenziavano principalmente per i missili antinave imbarcati: i P-120 Malakhit, finalmente disponibili a partire dagli anni settanta. Questi avevano prestazioni superiori, ed una gittata che poteva raggiungere i 110 km nelle condizioni più favorevoli. Strutturalmente, questi sottomarini si differenziavano per essere un po’ più lunghi: infatti, era stata aggiunta una sezione di otto metri, che conteneva i meccanismi di lancio e la strumentazione per il puntamento dei P-120.

Con l’aumento delle dimensioni, aumentò anche il dislocamento e quindi diminuì la velocità (l’impianto propulsivo era rimasto lo stesso). Un appunto sui tubi lanciasiluri. Da alcune fonti risulterebbe che i tubi da 400 mm siano stati sostituiti da altrettanti da 650 mm. La cosa comunque non è molto chiara.

  • Lunghezza: 104,9 metri
  • Larghezza: 9,6 metri
  • Pescaggio: 7,78 metri
  • Dislocamento in emersione: 4.372 tonnellate
  • Dislocamento in immersione: 5.570 tonnellate
  • Propulsione: Sistema OK-350, 1 reattore nucleare VM-4 da 89 MW, 1 x 18.800 hp, un’elica
  • Velocità: 12 nodi in emersione, 24 in immersione
  • Profondità operativa: 240 metri
  • Profondità massima: 300 metri
  • Equipaggio: 84
  • Autonomia: 60 giorni
  • Armamento: 8 missili SS-N-9 Siren; 4 tubi lanciasiluri da 533 mm, 2 da 400 mm (o due da 650 mm) con siluri e missili antinave SS-N-15 Starfish

Progetto 06709 Boskit

Il K-43 fu l’unico sottomarino nucleare sovietico ceduto in leasing ad un Paese terzo, nel caso specifico l’India. La marina indiana richiese degli equipaggiamenti specifici, che vennero installati nel biennio 1983-1984.

Progetto 670A

La marina sovietica pensò di installare i P-120 anche sui Charlie I, ma la cosa non ebbe seguito.

Progetto 06704 Berkut

Tra il 1986 ad il 1992, il K-452 venne modificato con l’installazione di otto lanciatori tripli SM-315, che consentivano di trasportare 24 missili antinave Oniks, capaci di volare per circa 800 km ad una velocità nell’ordine dei 2.000 km/h. All’epoca questi missili erano in fase di sviluppo, ed è probabile che il K-452 sia stato modificato per essere utilizzato come nave test. Ovviamente, i precedenti P-160 vennero rimossi.

  • Lunghezza: 104,9 metri
  • Larghezza: 9,9 metri
  • Pescaggio: 7,4 metri
  • Dislocamento in emersione: 4.370 tonnellate
  • Dislocamento in immersione: 5.570 tonnellate
  • Propulsione: Sistema OK-350, 1 reattore nucleare VM-4 da 89 MW, 1 x 18.800 hp, un’elica
  • Velocità: 12 nodi in emersione, 24 in immersione
  • Profondità operativa: 240 metri
  • Profondità massima: 300 metri
  • Equipaggio: 84
  • Autonomia: 60 giorni
  • Armamento: 24 missili P-160 Oniks (3M55); 4 tubi lanciasiluri da 533 mm, 2 da 400 mm (o due da 650 mm) con siluri e missili antinave SS-N-15 Starfish

Servizio operativo

I classe Charlie prestarono servizio con la marina sovietica, e per pochi anni anche con quella russa. Un esemplare, tuttavia, venne affittato all’India, che lo mise in servizio con il nome di INS Chakra. Il Leasing fu di durata triennale, tra il 1988 ed il 1991.

Servizio in URSS/Russia

I classe Charlie avrebbero dovuto affiancare i più complessi e costosi classe Papa, ma le cose non andarono esattamente così: alla fine, la marina sovietica si ritrovò in servizio un singolo “Papa” e diciassette Charlie, entrati in servizio tra il 1967 ed il 1980. Il rateo di costruzione non fu eccessivamente elevato, anzi: circa un paio di esemplari l’anno, decisamente pochini per un’industria cantieristica come quella sovietica. Questo porta a pensare che i Progetto 670 e 670M non fossero stati ritenuti pienamente soddisfacenti, forse per le scarse prestazioni dei missili oppure per la loro bassa velocità massima in immersione. Comunque, restarono in servizio per oltre vent’anni, affiancando nella loro missione di contrasto alle portaerei i più moderni e performanti classe Oscar (che tuttavia non vennero mai costruiti in numero adeguato).

Durante la loro carriera operativa non ebbero particolari incidenti, con l’esclusione dello sfortunato K-429, unico sottomarino nucleare ad affondare due volte.

I Charlie I e II vennero tutti radiati tra il 1990 ed il 1998.

Servizio in India

Durante la Guerra Fredda, l’Unione Sovietica aveva delle relazioni molto strette con l’India. All’epoca, infatti, era in vigore un trattato di cooperazione ed amicizia di durata ventennale. La scadenza di questo trattato, nel 1991, non ha cambiato le cose, visto che le relazioni tra i due Paesi continuano ad essere molto forti. Queste relazioni portarono ad un evento abbastanza clamoroso: il primo caso al mondo di leasing di un sottomarino nucleare ad un altro Paese.

Nel 1986, il Politburo sovietico decise di trasferire all’alleato un esemplare della classe Charlie I, il K-43, all’alleato indiano in modo da rafforzarlo (probabilmente anche in ottica anticinese, visto che il gigante asiatico aveva iniziato a mettere in campo alcuni battelli atomici). Questo sottomarino, tra le varie cose, sarebbe servito all’india per “fare esperienza” su questo tipo di unità. Quindi, mentre un equipaggio indiano veniva addestrato dalla marina sovietica, il governo indiano accese un leasing. Il K-43 venne consegnato ufficialmente, il 5 gennaio 1988, e giunse in India accolto dalle massime autorità e dall’entusiasmo popolare.

INS Chakra - Classe Charlie
Foto aerea del sottomarino INS Chakra, un esemplare della classe Charlie I (K-43) entrato in servizio con la marina indiana. La foto è stata scattata nel 1988. Fonte: Wikimedia Commons. Credits: US Navy. US Public Domain

La marina indiana lo ribattezzò INS Chakra, e lo utilizzò in modo estensivo praticamente sotto tutti i mari che circondano il grande subcontinente.

Il leasing, bisogna dirlo, probabilmente non fu troppo soddisfacente per il Paese asiatico. Infatti, il sottomarino aveva un equipaggio misto: accanto ai marinai indiani, vi erano anche tecnici sovietici che sovraintendevano tutta una serie di operazioni. In particolare, al personale indiano fu sempre proibito l’accesso al compartimento reattore ed alla sala di controllo dei missili, nonostante le continue richieste in questo senso.

Quasi sicuramente, quindi, fu il fatto di non avere accesso a tutto il battello che portò l’india ad interrompere il leasing ed a restituire il sottomarino dopo tre anni.

Nonostante tutto, il K-43/INS Chakra fu molto utile alla marina indiana: rappresentò il primo contatto con un battello atomico, e le esperienze condotte costituirono una base indispensabile per la realizzazione del primo sottomarino nucleare di concezione nazionale, la classe Arihant.

Per la cronaca, il K-43 fu seguito, parecchi anni dopo, dal K-152 Nerpa, appartenente alla classe Akula: anche questo in leasing (stavolta decennale), e anche questo chiamato INS Chakra.

Incidenti

  • 18 agosto 1970: K-320 (Charlie I). Incidente al reattore durante la costruzione del sottomarino.
  • 24 giugno 1983: K-429 (Charlie I). Affondato durante un’esercitazione. Il battello fu poi recuperato e tornò in servizio. Ulteriori informazioni sull’incidente qui.
  • 13 giugno 1985: K-429 (Charlie I). Il sottomarino affondò mentre era ormeggiato in una base della Flotta del Pacifico.
  • Dicembre 1985: K-313 (Charlie I). Perdita di refrigerante dal circuito di raffreddamento primario del reattore.

Esemplari costruiti

Classe Charlie I

K-43 (INS Chakra)

Cantiere: Krasnoye Sormovo (Nizhny Novogrod)
Impostazione: 09/05/1964
Varo: 02/08/1966
Ingresso in servizio: 06/11/1967
Status: radiato nel 1992
Note: 1984: Pr.06709; UTS-550. 1988: INS Chakra. 1991: K-43. 1992: B-43

K-212 (K-87)

Cantiere: Krasnoye Sormovo (Nizhny Novogrod)
Impostazione: 06/02/1965
Varo: 20/03/1966
Ingresso in servizio: 28/12/1968
Status: radiato nel 1990
NoteK-87. 1978: K-212

K-25

Cantiere: Krasnoye Sormovo (Nizhny Novogrod)
Impostazione: 02/12/1965
Varo: 31/07/1968
Ingresso in servizio: 30/12/1968
Status: radiato nel 1991
Note:

K-121 (K-143)

Cantiere: Krasnoye Sormovo (Nizhny Novogrod)
Impostazione: 25/11/1968
Varo: 29/04/1969
Ingresso in servizio: 31/10/1969
Status: radiato nel 1993
NoteK-143. 1977: K-121. 1992: B-121

K-313

Cantiere: Krasnoye Sormovo (Nizhny Novogrod)
Impostazione: 14/07/1966
Varo: 16/07/1969
Ingresso in servizio: 16/12/1969
Status: radiato nel 1992
Note: 1992: B-313

K-308

Cantiere: Krasnoye Sormovo (Nizhny Novogrod)
Impostazione: 29/12/1967
Varo: 19/02/1970
Ingresso in servizio: 20/09/1970
Status: radiato nel 1992
Note: 1992: B-308

K-320

Cantiere: Krasnoye Sormovo (Nizhny Novogrod)
Impostazione: 30/04/1968
Varo: 27/03/1971
Ingresso in servizio: 15/09/1971
Status: radiato nel 1994
Note: 1992: B-320

K-302

Cantiere: Krasnoye Sormovo (Nizhny Novogrod)
Impostazione: 17/01/1969
Varo: 11/07/1970
Ingresso in servizio: 01/12/1970
Status: radiato nel 1993
Note: 1992: B-302

K-325

Cantiere: Krasnoye Sormovo (Nizhny Novogrod)
Impostazione: 06/09/1969
Varo: 04/06/1971
Ingresso in servizio: 05/11/1971
Status: radiato nel 1991
Note:

K-429

Cantiere: Krasnoye Sormovo (Nizhny Novogrod)
Impostazione: 26/01/1971
Varo: 22/04/1972
Ingresso in servizio: 15/09/1972
Status: radiato nel 1987
Note: affondato il 24 giugno 1983. Affondato il 13 giugno 1985. 1987: UTS-130

K-201

Cantiere: Krasnoye Sormovo (Nizhny Novogrod)
Impostazione: 16/11/1971
Varo: 26/08/1972
Ingresso in servizio: 26/12/1972
Status: radiato nel 1998
Note: 1992: B-201

Classe Charlie II

K-452

Cantiere: Krasnoye Sormovo (Nizhny Novogrod)
Impostazione: 30/12/1972
Varo: 25/071973
Ingresso in servizio: 30/12/1973
Status: radiato nel 1998
Note: 1992: Pr.06704; B-452. 1997: B-452 Novgorod Velikiy

K-458

Cantiere: Krasnoye Sormovo (Nizhny Novogrod)
Impostazione: 12/02/1974
Varo: 30/06/1975
Ingresso in servizio: 29/12/1975
Status: radiato nel 1991
Note:

K-479

Cantiere: Krasnoye Sormovo (Nizhny Novogrod)
Impostazione: 01/10/1975
Varo: 06/05/1977
Ingresso in servizio: 30/09/1977
Status: radiato nel 1992
Note: 1992: B-479

K-503

Cantiere: Krasnoye Sormovo (Nizhny Novogrod)
Impostazione: 07/02/1977
Varo: 22/09/1978
Ingresso in servizio: 31/12/1978
Status: radiato nel 1993
Note: 1992: B-503

K-508

Cantiere: Krasnoye Sormovo (Nizhny Novogrod)
Impostazione: 10/12/1977
Varo: 03/10/1979
Ingresso in servizio: 30/12/1979
Status: radiato nel 1995
Note: 1992: B-508

K-209

Cantiere: Krasnoye Sormovo (Nizhny Novogrod)
Impostazione: 20/12/1979
Varo: 16/09/1980
Ingresso in servizio: 30/12/1980
Status: radiato nel 1995
Note: 1992: B-209

Fonti

(immagine di copertina tratta da Wikimedia Commons. Credits: US Military. US Public Domain)

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