Passero

La campagna dei quattro flagelli: lo sterminio dei passeri in Cina

La campagna di eliminazione dei quattro flagelli è stato un episodio piuttosto particolare della storia della Cina comunista. In pratica, tra il 1958 ed il 1962, il Partito, per favorire la crescita economica e sociale del Paese, organizzò una vera e propria “campagna” per l’igiene, coinvolgendo la popolazione nello sterminio di alcune specie animali considerate dannose. Tra queste, entrò particolarmente nella storia il cosiddetto sterminio dei passeri.

L’idea, va detto, non fu geniale. Gli animali sono importanti per l’equilibrio dell’ecosistema, e dal punto di vista biologico fu un mezzo disastro. I passeri, in particolare, quasi scomparvero dal territorio cinese con effetti catastrofici.

Tali simpatici uccellini, infatti, oltre a cinguettare sugli alberi e cantare nei cartoni animati, si mangiano anche gli insetti. Questi ultimi, senza predatori naturali, proliferarono in modo incontrollato, provocando un crollo della produzione agricola.

Per farla breve, questa campagna viene considerata una delle cause della Grande Carestia cinese, che si stima abbia provocato la morte di un numero di persone compreso tra i 15 ed i 55 milioni.

Origini e caratteristiche della campagna

La campagna dei quattro flagelli va vista nell’ambito del cosiddetto Grande Balzo in Avanti, ovvero un programma di sviluppo economico e sociale che aveva lo scopo di modernizzare rapidamente l’immenso paese. Questa iniziativa venne portata avanti tra il 1958 ed il 1961, ed è considerata dagli storici (soprattutto non cinesi) un vero e proprio disastro da parecchi punti di vista (per chi volesse approfondire, c’è Wikipedia).

La campagna per l’eliminazione dei quattro flagelli fu dunque una delle tante iniziative prese per questo programma. L’idea iniziale, va detto, non era malvagia: diminuire i parassiti ed aumentare il livello di igiene. Il problema è il modo in cui venne attuata.

Più nello specifico, i quattro flagelli che danno il nome a questa iniziativa erano i seguenti:

  • mosche (erano invasive);
  • passeri (mangiavano grano e frutta);
  • ratti (portatori di malattie);
  • zanzare (per la malaria).

Tra parentesi vi ho riportato le ragioni che spinsero i governanti cinesi ad includere gli animali. Vediamo ora come i cinesi misero in pratica tutto questo.

Mao Zedong
Mao Zedong, ideatore della campagna. Fonte: Wikimedia Commons. Credits: autore sconosciuto (ANEFO). CC0 1.0

Lo sterminio degli insetti

Mosche e zanzare diventarono un obiettivo della campagna per varie ragioni.

  • Le mosche erano considerati animali invasivi. Successivamente, soprattutto in ambito scolastico, si pensò di sterminare anche le cimici ed i pidocchi.
  • Per le zanzare la questione era decisamente più seria. Questi insetti erano (e sono ancora oggi) portatori della malaria, che in un Paese contadino come la Cina dell’epoca era un vero e proprio flagello.

Per affrontare tali “nemici” si fece un ampio ricorso a al il DDT, a tutti i livelli. In particolare, questo insetticida venne largamente distribuito ai bambini delle scuole, che furono incoraggiati ad usarlo sugli insetti.

I risultati di questa campagna non sono noti. Il problema (ma si è scoperto anni dopo) è che il DDT è cancerogeno: quindi, da un punto di vista sanitario, non fu sicuramente una buona idea (eufemismo).

La grande campagna anti-passeri

La campagna per lo sterminio dei passeri, invece, fu un disastro biologico. Il motivo per cui il partito decise di accanirsi su questi volatili è presto detto: mangiavano grano e frutti, sottraendoli alla popolazione. Lo sterminio fu sistematico: nidi e uova distrutte, pulcini uccisi, persone incoraggiate a fare rumore per spaventarli ed impedirgli di posarsi a terra (e farli così morire di sfinimento), caccia… Insomma, l’intera popolazione venne mobilitata per la “battaglia”.

Alcuni volatili cercarono “asilo politico” nelle ambasciate dei vari Paesi, dove ovviamente i cinesi non potevano entrare. Ma anche questo fu inutile. L’ambasciata polacca, ad esempio, venne circondata da una folla armata di tamburi, che passò due giorni e due notti a fare rumore. Alla fine, i polacchi furono costretti ad usare le pale per rimuovere le carcasse dei poveri passeri.

Complessivamente, vennero uccisi qualcosa come otto milioni di uccelli.

Dopo un paio d’anni, i dirigenti del partito si accorsero di aver fatto una cavolata che era stata una pessima idea. I passeri, infatti, oltre a grano e frutta, mangiano anche gli insetti. Questa è una cosa che sa qualunque contadino che conosca un minimo il suo mestiere. Il risultato fu tremendo: gli insetti si riprodussero in modo incontrollato, devastando i raccolti e provocando un crollo della produzione. Grandi protagoniste, in questo senso, furono le cavallette.

I dirigenti decisero di correre ai ripari, interrompendo la campagna contro i passeri e “puntando” alle cimici, ma ormai era troppo tardi.

Lo sterminio dei ratti

La popolazione cinese venne coinvolta in un’enorme campagna di derattizzazione. La motivazione fu che i ratti portano le malattie. Anche in questo caso, la popolazione fu mobilitata in massa, bambini inclusi. In particolare, venivano dati premi a chiunque portasse la carcassa di un ratto o una sua coda.

Inizialmente questa campagna sembrò dare buoni risultati, visto che il numero di carcasse consegnate era elevato. Tuttavia, c’era un problema. Nelle campagne i contadini, molto poveri, erano attratti dalla possibilità di ricevere un premio in denaro per la consegna delle carcasse dei topi. Quindi, per averne di più (ed incassare di conseguenza), iniziarono ad allevarli.

La cosa venne scoperta da un funzionario. Visto che la “pratica” doveva essere molto diffusa, il partito decise di interrompere la campagna.

Una valutazione sulla campagna contro i quattro flagelli

In natura vale una regola fondamentale e molto semplice: se una pianta o un animale esistono, è perché servono a qualcosa. In altri termini, nel loro piccolo sono biologicamente importanti.

Detto questo, che impatto ebbe la campagna contro i quattro flagelli?

Lo sterminio degli insetti non si sa che risultati ebbe. Quasi sicuramente, provocò un aumento delle malattie dovute all’utilizzo del DDT (ho messo il “quasi” perché non esistono dati al riguardo).

La campagna di derattizzazione fu un fallimento completo: non solo i ratti non scomparvero (sono animali opportunisti che si sanno adattare benissimo), ma il governo la dovette pure sospendere a causa dei sotterfugi messi in atto dai contadini per incassare più premi.

Fu la crociata contro i passeri a provocare i veri disastri. Gli uccelli hanno un ruolo essenziale nell’equilibrio biologico, e la loro mancanza lo alterò pesantemente. Il risultato fu un aumento degli insetti e delle cavallette, che danneggiarono i raccolti.

Tutto questo fu una delle cause della Grande Carestia cinese, che provocò da 15 a 55 milioni di morti.

I cinesi alla fine furono costretti a correre ai ripari: dato che i poveri passeri erano stati quasi tutti sterminati, dovettero importarne ben 250.000 dalla vicina Unione Sovietica. Oltre ad interrompere la campagna, quando ormai era troppo tardi.

Fonti

(immagine di copertina tratta da Wikimedia Commons. Credits: Oleg Soroka. CC BY-SA 2.0)

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