Il 2B1 Oka era un mortaio semovente da 420 mm in grado di sparare proiettili a carica nucleare. Venne sviluppato insieme al 2A3 Kondensator 2P, ma al contrario di questo non entrò mai in servizio. Molto più problematico del suo “collega”, fu comunque utile ai sovietici come “banco prova” per sviluppare tutta una serie di tecnologie che sarebbero state usate successivamente su sistemi d’arma simili (anche se non così estremi).
Le origini del 2B1 Oka
Il 2B1 Oka (che non è un animale, ma un affluente del fiume Volga) venne sviluppato in risposta al cannone atomico M65 statunitense, insieme al 2A3 Kondensator da 406 mm ed al cannone senza rinculo S-103. Ne ho già parlato nella pagina del Kondensator, quindi eviterò ripetizioni. Molto in breve, i sovietici si trovarono nella necessità di avere un’arma simile al cannone nucleare americano, ma uscirono fuori armi decisamente più grosse e meno gestibili: i loro tecnici, infatti, avevano grossi problemi a realizzare munizioni compatte (ed in generale nella miniaturizzazione), e quindi il diametro dei proiettili ne risentì in negativo.
Il proiettile utilizzato era l’RDS-41, lo stesso del Kondensator (c’era poco da scegliere, i sovietici avevano solo quello), modificato per essere sparato da un mortaio (quindi con una forma romboidale e delle alette stabilizzatrici nella parte posteriore).

Anche lo scafo cingolato, di base, rimase lo stesso del Kondensator: quello del carro armato T-10M, mentre il mortaio fu sviluppato dal Kolomenskoye SKV.
Il mortaio, appunto. Si chiamava 2B2, ed era bello grosso: da 420 mm, lungo 20 metri e capace di sparare un proiettile da 750 kg 45 km di distanza.
Come nel caso del 2A3, il prototipo venne assemblato nelle Officine Kirov di Leningrado (oggi San Pietroburgo), e venne ultimato nel 1957. Il risultato fu un semovente cingolato del peso di 55 tonnellate, lungo venti metri abbondanti canna inclusa: una cosa decisamente poco maneggevole!
Nonostante la mole (ed i probabili dubbi dei tecnici responsabili) ne furono costruiti quattro.
Il 2B1 Oka spara
Le prove
Le prove di questo mortaio semovente evidenziarono parecchi problemi. Il più grosso di tutti era, come nel caso del Kondensator, il rinculo prodotto dallo sparo. I tecnici ce la misero tutta: sistemi per stabilizzare il veicolo, rinforzi strutturali, sospensioni con ammortizzatori idraulici per assorbire la potenza… Tutto inutile. Il mortaio era comunque troppo potente, ed ogni colpo provocava lo spostamento di tutto il semovente di diversi metri. I danni strutturali prodotti poi erano micidiali: i danneggiamenti gravi allo scafo erano la norma, oltre ad ogni tipo possibile di rotture meccaniche (ad esempio, in almeno un caso, la scatola del cambio fu letteralmente sradicata dal suo alloggiamento dalla potenza dello sparo).
Le operazioni di caricamento poi erano abbastanza complesse: inserire il proiettile nucleare dalla culatta non era semplice (750 kg erano tanti), e la celerità di tiro non superava il colpo ogni cinque minuti.
Un altro problema era la scarsa mobilità. Per farla breve: non poteva passare sui ponti (troppo pesante), nei sottopassi (troppo ingombrante), niente treni (sui vagoni non entrava) e niente città (il cannone era troppo lungo per le curve cittadine).

La cancellazione del programma
Insomma, alla fine era probabilmente più ingestibile del Kondensator. I vertici militari decisero dunque di interrompere lo sviluppo di queste armi nel 1960, ripiegando su altri sistemi per l’appoggio tattico nucleare.
Probabilmente, la soluzione ideale sarebbe stata un cannone senza rinculo, ma le prove dell’S-103 finirono piuttosto male (l’unico prototipo rimase distrutto) e quindi i sovietici rinunciarono a percorrere quella strada.
Nel caso dell’Oka, però, il lavoro non fu inutile. Il progetto era sicuramente fallimentare, come per il Kondensator, ma in questo caso i sovietici riuscirono ad accumulare esperienza per realizzare sistemi d’artiglieria similari. I progettisti quindi impararono dai loro errori: il successo di armi come il 2S7 Pion ed il 2S4 Tyulpan (rispettivamente il più potente canone e mortaio semovente oggi in servizio) è dovuto probabilmente ai fallimenti dell’Oka.
Il 2B1 Oka sulla Piazza Rossa
Come il Kondensator, anche l’Oka venne fatto sfilare sulla Piazza Rossa il 7 novembre 1957. Le reazioni furono le stesse: stupore tra i presenti e dubbi tra gli esperti militari occidentali. Anche in questo caso le agenzie di intelligence trovarono questa soluzione abbastanza assurda e di dubbia utilità, viste le dimensioni del cannone. Quindi ritennero che si trattasse di una semplice operazione di propaganda, giusto per fomentare il popolo e mettere paura agli avversari. Nel caso specifico ci andarono abbastanza vicino, visto che il 2B1 Oka non fu mai immesso in servizio e probabilmente fin dall’inizio i tecnici disperavano di poter risolvere i suoi problemi.
Esemplari superstiti
Un esemplare oggi può essere ammirato in tutto il suo splendore al Museo d’Artiglieria di San Pietroburgo: è esposto dagli anni novanta, e per le sue dimensioni (superiori al Kondensator) desta sempre una certa impressione sui visitatori.
Dati tecnici
- Costruttore: Officine Kirov
- Tipologia: mortaio semovente
- Ingresso in servizio: inizio delle prove nel 1957. Programma cancellato nel 1960
- Esemplari costruiti: 4
- Lunghezza: oltre 20 m
- Peso: 55 tonnellate
- Armamento principale: un mortaio da 420 mm
- Motore: 1 x V12 diesel da 700 hp
- Velocità massima: 30 km/h
- Autonomia: 220 km
- Equipaggio: 7
Fonti
- 2B1 Oka – militaryfactory.com
- Soviet “Atomic Annie” – The 2B1 “Oka” Nuclear Mortar – warhistoryonline.com
- 2B1 Oka – globalsecurity.org
(immagine di copertina derivata da Wikimedia Commons. Credits: One half 3544. Public Domain)